Queste parole di Tiziano Sclavi, tratte dal suo libro Non È Successo Niente, racchiudono praticamente tutte le nostre raccomandazioni per chi volesse intraprendere la visione di Under The Dome, probabilmente perché mossi da senso di colpa per avere un QI così alto. Oltre a ciò, il padre di Dylan Dog ci aiuta una seconda volta, dato che il titolo stesso del libro da cui è tratta la citazione qui sopra, volendo, può essere usata anche per descrivere in una sola frase l’intera puntata. “Non è successo niente”: sarebbe questa la nostra recensione di “Legacy”, se avessimo deciso di scriverla in meno di cinque parole. O meglio, più che esser “non è successo niente”, ad esser davvero precisini, dovremmo dire: “non è successo niente che non avessimo già visto o che già non sapessimo”.
Tutte queste cose non fanno bene alla salute ma sono indubbiamente cose che lo spettatore ha già visto e a cui è già abituato dato che Under The Dome è venuto su così: a pane e casualità nonsense. Per questo, nel decimo episodio della terza stagione “non è successo niente che non avessimo già visto o che già non sapessimo”; sotto questo punto di vista, “Legacy” è una conferma della involontaria demenzialità del serial. Il punto è che le scemenze a cui assistiamo non sono altro che il prodotto finito di una incapacità che sta dietro agli eventi narrati e che qui si rende più visibile di una macchia di sugo su una camicia bianca.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Plan B 3×09 | 3.73 milioni – 0.8 rating |
Legacy 3×10 | 4.04 milioni – 0.8 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora