La leggenda di Re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda fa sicuramente parte della cultura collettiva e numerose sono le rivisitazioni che compongono la letteratura, il cinema e la televisione che ne trattano le gesta, senza ovviamente dimenticare la versione della Disney con la quale tutti siamo cresciuti, con il piccolo Semola protagonista de “La Spada Nella Roccia”. In queste infinite versioni, si racconta dunque la storia di Re Artù e dei suoi cavalieri, a cui si unisce anche la figura di un vecchio mago, Merlino, braccio destro del re.
Nelle più note leggende su Camelot si ha quasi sempre però, un Artù ormai uomo e ormai re, ed un Merlino mago consapevole dei suoi poteri e provvisto di una lunga barba bianca; ma le rivisitazioni, si sa, consistono proprio nel poter stravolgere fatti e personaggi pur raccontando una stessa storia, ed è così che nel 2008 sulla rete britannica BBC One va in onda per la prima volta Merlin telefilm ambientato “in una terra di miti e in un’era di magia” dove i protagonisti, in una versione totalmente inedita, sono proprio Merlin e Arthur, rispettivamente mago e principe, coetanei e giovanissimi, diversi ma legati da un destino che li pone come facce della stessa medaglia.
Mandato a Camelot da sua madre per sfuggire dal suo villaggio troppo piccolo per i suoi enormi poteri, Merlin troverà sostegno nella figura di Gaius, medico di corte e mago praticante prima che Re Uther Pendragon bandisse la magia dal suo regno, e nell’ultimo drago sopravvissuto all’epurazione, che porterà il giovane mago a scoprire il suo destino irrimediabilmente legato a quello di Arthur. Dopo aver conosciuto il principe infatti, Merlin finalmente troverà uno scopo per i suoi poteri: proteggere l’erede al trono di Camelot e aiutarlo nella costruzione di Albion. Tuttavia, l’inizio del loro rapporto non sarà dei migliori, sin dal primo momento i due si detesteranno a vicenda e solo in seguito, costretti dagli avvenimenti, dopo che Merlin salverà la vita ad Arthur e verrà nominato servitore del principe, i due inizieranno a conoscersi e con il tempo anche ad apprezzarsi.
Nelle cinque stagioni che compongono questo telefilm, tanti sono i personaggi che si susseguono alla corte di Camelot, tutti con nomi che si rifanno alle leggende arturiane, ma ognuno con un ruolo diverso rispetto alla tradizione. Da Lady Morgana, sorellastra di Arthur da parte di padre, a Ginevra (Gwen) semplice serva, per continuare con Lancillotto, ragazzo dalle umili origini con il sogno di diventare cavaliere, e ancora Gwaine, Percival, sir Leon, Elyan, o anche Mordred. Tutti questi personaggi vengono introdotti in momenti diversi nell’arco narrativo della serie, ma con il proseguire della storia acquistano spessore, diventando protagonisti essenziali che donano allo show un carattere più forte.
Così, se inizialmente Morgana viene presentata come la protetta del re, intenta soltanto a “punzecchiarsi” con il fratellastro, ben presto con la scoperta dei suoi poteri si va incontro ad una crescita esponenziale del suo personaggio, che nelle stagioni successive diventerà l’antagonista assoluto della storia. Appassionante è anche il percorso di Gwen, che da semplice serva diventa innamorata del principe Arthur, sua sposa e infine del tutto consacrata nella sua ultima apparizione, dove sale al trono come regina di Camelot. Non meno importanti sono i guerrieri che compongono il quadro dei protagonisti di Merlin: sir Leon, Gwaine, Lancillotto, Percival, Elyan, ognuno arrivato con la propria storia che successivamente, fatalmente, viene legata a quella di Merlin e Arthur, dando anche vita nell’episodio “The Coming Of Arthur” alla leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda.
Ma questo telefilm ruota sostanzialmente intorno al rapporto tra Merlin e Arthur, alla loro indissolubile amicizia, ai loro screzi, alle loro battute, alle loro avventure, sempre uno al fianco dell’altro. “Questa è soprattutto la storia tra Merlin e Arthur” è così che viene presentato dagli autori l’ultimo episodio, lasciando spazio a questi due amici che insieme percorrono il loro ultimo viaggio. Ed è proprio negli ultimi 45 minuti che tutto accade. Un percorso che volge al suo epilogo raggiungendo finalmente il momento culmine che tutti aspettavano sin dai primi episodi, che avremmo voluto fosse approfondito ulteriormente e che invece lascia con una sensazione amara di rimpianto per ciò che è stato e poteva ancora essere.
Merlin è stato un telefilm arrivato sulla rete in sordina e nelle prime stagioni caratterizzato soprattutto da un vena molto più comica, con vicende leggere che a volte potevano anche ripetersi, ma che con il tempo ha saputo crescere, acquistando tinte più dark che hanno portato ad uno sviluppo sempre maggiore e migliore della trama, fino a renderla sempre più avvincente stagione dopo stagione.
Importante è ovviamente anche il ruolo che hanno avuto gli attori nel raccontare questa saga: dai giovani e promettenti Colin Morgan e Bradley James nei panni dei due protagonisti, a Katie McGrath e Angel Coulby, fino ai più consacrati Anthony Head (che i fan di Buffy ricorderanno come Rupert Giles) nella parte di Uther Pendragon, e John Hurt che questa volta presta la sua voce al drago Kilgharrah.
Dunque, se siete appassionati delle leggende arturiane, o anche se non lo siete ma amate le storie ambientate in tempi indefiniti e in luoghi dove tutto assume contorni magici, dovreste recuperare questo telefilm. Iniziate a seguirlo con scioltezza, appassionatevi ai personaggi e alla trama, e man mano che andate avanti preparatevi anche a lasciarlo andare con una punta di nostalgia, perché alla fine potreste non trovarvi d’accordo con alcune scelte degli autori sullo sviluppo finale della storia, ma quel che è certo è che vi ritroverete a condividere gli stessi sentimenti di Merlin nella sua ultimissima scena.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.