The Blacklist 1×08 – General Ludd (No. 109)TEMPO DI LETTURA 4 min

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Personalmente pronosticato già in “The Freelancer (No. 145)” con un laconico quanto ironico “Elizabeth, sono tuo padre”, “General Ludd (No. 109)” scioglie il mistero legato al misterioso interesse di Reddington verso la giovane Elizabeth Keen e lo fa nel modo più scontato che ci possa essere che è anche quello che più temevamo. Di Liz e della sua famiglia sapevamo molto poco, se non che aveva un padre criminale e che era stata adottata e cresciuta da un uomo che era diventato la sua famiglia.
A tutti gli effetti bastava fare 1+1 per arrivare a capire che il padre criminale e l’interesse improvviso di Red avessero come unica costante Elizabeth ma noi non volevamo vedere l’ovvio almeno fino a quando non ci è stato sbattuto in faccia. Possiamo apprezzare o meno la scelta degli sceneggiatori di ricondurre il tutto ad un legame di parentela scontato, oppure possiamo prendere atto che a volte le soluzioni migliori ad un enigma siano sempre le più chiare, dipende tutto da come la volete prendere. Personalmente sono rimasto banalmente deluso perchè mi aspettavo qualcosa di più, ma questo alla fine è un problema mio e delle mie aspettative sempre troppo alte.
Quando si sceglie una serie si sigla un accordo non scritto che contempla da parte nostra un impegno ad accettare come reale tutto ciò che accade nello show, mentre dall’altra parte si impegnano a fare del proprio meglio per farsi amare ed apprezzare; il “fattore sorpresa” non è obbligatorio ma è una parte integrante dell’accordo riguardante gli sceneggiatori perchè con esso aumenta proporzionalmente la sensazione di necessità che deriva dall’aver finito un episodio ed aver voglia di vendere la casa per guardare quello dopo. La scelta di ricadere in un legame perduto tra padre e figlia non rientra nel “fattore sorpresa” e nemmeno nell’accordo non scritto e pertanto non possiamo rattristarci per la scelta scontata ma al massimo possiamo riponderare le nostre aspettative per ciò che ci aspetterà nelle prossime puntate.
The Blacklist è partito molto bene ma poi nel corso di questi otto episodi ha perso un po’ quell’ardore di cui bruciava perchè un conto è nascere sotto la stella del via cavo, un’altra è quella di nascere per uno dei grandi network, cosa che implica un diluizione della trama orizzontale per i canonici 22-24 episodi, filler annessi. I vari misteri che avvolgono la vita della Keen non possono chiaramente essere sbandierati uno dietro l’altro ma non si può neanche lasciarli nel dimenticatoio per molto tempo altrimenti lo show perde il proprio appeal e di conseguenza spettatori. La scelta di sciogliere ora il mistero circa l’interesse di Red per Liz deve essere visto in quest’ottica, ovvero in quella di non creare un hype così elevato non avendo a disposizione una soluzione da mascella sul pavimento. Ed a tutti gli effetti Bokenkamp e soci hanno fatto bene i loro conti giocandosi ora la carta “papà”.
Sul discorso caso del giorno invece non possiamo dire proprio nulla perchè le persone iscritte nella Blacklist sono tutte altamente pericolose ed avvolte da un fascino del criminale per nulla trascurabile che permette agli autori di elaborare una trama sempre diversa in modo da non ricadere nei classici clichè dei procedurali. A tal proposito la scena iniziale con i vari “pezzi” dell’aereo che cadono nel prato è un qualcosa da applausi scroscianti ed inchino, un piccolo capolavoro che non deve essere dimenticato e che allieta l’amarezza data dalla rivelazione non shockante.
Per quanto ho scritto sopra può sembrare che “General Ludd” non sia un buon episodio ma invece lo è, non è eccelso e nemmeno da annoverare negli annali ma è esattamente funzionale per la trama orizzontale e nel lungo periodo visto che permette di capire alcune cose, non ultima che Mr. Keen non abbia la minima idea di chi sia Red. In pratica una puntata più che sufficiente che prepara il terreno per ciò che verrà.

 

PRO:

  • Rivelato il mistero tra Liz e Red
  • Caso del giorno e scena iniziale molto intriganti
  • Dialogo Mr. Keen – Reddington
CONTRO:
  • Rivelato il mistero tra Liz e Red
  • Personaggi secondari come al solito totalmente inutili anche come sfondo per un quadro di natura morta

Certo, l’amarezza pesa e non poco sul voto finale ma guardando nell’insieme l’episodio non è da bocciare completamente. Purtroppo passa in secondo piano la guest star del giorno, un Justin Kirk in versione drammatica che ben si distacca dalle performance in Weeds ed Animal Practice, ma alla fine essere guest star significa anche non avere tutte le attenzioni che ci si merita.

 

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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