The Blacklist 1×10 – Anslo Garrick (No. 16) Part 2TEMPO DI LETTURA 3 min

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Se la prima parte di “Anslo Garrick” ci aveva lasciati con il fiato sospeso per la rapida successione, nonché importanza, degli eventi, la seconda parte, non prosegue nel modo in cui potevamo pensare ma non per questo è qualitativamente inferiore, anzi. Più che di una seconda parte è meglio parlare di un lungo epilogo volto a far da ponte con il The Blacklist che ci sarà nel midseason.
L’irruzione nel covo dell’FBI si risolve molto prematuramente con la cattura di Liz e Red, l’irruzione delle squadre speciali per ripulire il casino e la fuga di Garrick con ostaggi annessi e, da questo momento, si può cominciare a parlare dell’episodio perché tutto quello che è successo prima era pronosticabile.
Ciò su cui va posta l’attenzione è la scelta di Orci (si, sempre quello di Fringe e di “Frederick Barnes (No. 47)”) e Reiter (noto ai più per The Practice, Boston Legal nonché “Wujing (No. 84)”) di approfondire ciò che sta dietro le scelte di Reddington e l’assalto di Garrick. Le motivazioni che queste 4 sapienti mani ci danno fanno capo direttamente a delle forze ancora sconosciute rappresentate da un individuo, presentato con il nome di Mr. Fitch (Alan Alda ed i suoi 6 Emmy e 6 Golden Globe sono l’ennesimo ottimo acquisto per lo show), che ha una notevole influenza su Reddington.
L’introduzione di Mr. Fitch ci svela l’altra faccia della medaglia, quella che ignoravamo e che ci dice che il buon Red non è poi così onnipotente come si pensava e non è nemmeno in cima alla catena alimentare, è abbastanza in alto ma sicuramente non al vertice a giudicare dalle parole che sono volate nell’incontro trai due. Mr. Fitch è il diretto rappresentate di una cordata di brutta gente, probabilmente la stessa brutta gente per cui Red ha scelto di lavorare quando ha abbandonato improvvisamente il suo posto all’FBI, e questa brutta gente non ha ovviamente gradito l’improvvisa ed inspiegabile scelta di lavorare come informatore dell’FBI spifferando segreti ed identità a destra e a manca.
Quindi non c’è da meravigliarsi per le torture e per gli sforzi che sono stati fatti per portare Reddington al faccia a faccia con Mr. Fitch, tuttavia, come già sapevamo, ci sono altre forze interessate attivamente alla vita di Red e di Liz, forze che hanno uno studio di osservazione dall’altra parte dell’appartamento di Miss Keen, che sono amanti delle mele e che hanno una talpa all’interno dell’FBI, giusto a dimostrare la sicurezza delle agenzie di spionaggio americane secondo Hollywood. Nessuno sa ancora di chi si tratta ma intanto l’amante delle mele è stato fatto fuori senza tenta domande.
Quello che invece sorprende è la domanda con relativa risposta che Liz pone a Red: “sei tu mio padre?”. E anche se noi sappiamo la verità circa la paternità, per la Keen non è ancora venuto il tempo di scoprirla (cosa di cui comunque avrà modo anche nella seconda stagione) ma in alternativa alla risposta tanto bramata ne arriva un’altra che riaccende un vecchio fuoco di paglia: “tieni d’occhio tuo marito Liz, non è chi dice di essere”. Insomma di carne al fuoco ce n’è in abbondanza per mandare avanti in maniera eccelsa questa serie, tuttavia guardando The Blacklist si ha più l’idea di essere su una qualsiasi macchina a diesel piuttosto che su una Maserati che sta scaldando il motore. La carrozzeria c’è, gli interni pure, manca solo la prova su strada, ma una prova concreta, non il giro di pista per scaldare le ruote come questa prima parte di stagione.

 

PRO:

  • Mr. Fitch
  • Ottima interpretazione di Spander, al solito
  • La scelta di non proseguire tutta la puntata all’interno del bunker è una cosa da apprezzare per non cadere nella ormai consueta routine dei police-drama
CONTRO:
  • Si può osare di più, molto di più, e questa è più di una semplice impressione, è una certezza…

Possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti da questo inizio di The Blacklist, ora però vogliamo di più perchè da una Maserati non vogliamo sentire solo il rombo del motore.

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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