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Tra le serie più interessanti della stagione spicca, e prevale tranquillamente, Arrow. Con una trama avvincente, intrighi sempre più complessi ed interazioni tra i vari personaggi, Arrow è sicuramente l’appuntamento seriale che non può essere saltato.
Dimostrazione di ciò sono gli episodi come “Suicide Squad”, dove non accade assolutamente nulla e la trama orizzontale resta ferma dov’era (furbata degli autori dopo aver spiattellato lì Slade come se nulla fosse) mentre ciò che si muove sono i personaggi secondari, coloro che ruotano intorno ad Oliver. In particolare spetta a Diggle l’onore di spezzare la lunga serie di flashback dedicati ad Oliver per giungere invece a scoprire qualcosa di più sul passato del suo amico fidato; lo stesso arciere mascherato compare poco anche nella storia presente, per lo più per questioni di cuore che tanto ci piacciono. L’episodio è un occhiolino fatto nei confronti di David Ramsey che sempre più ultimamente è stato messo in disparte in virtù di una maggiore attenzione data agli altri comprimari, un occhiolino che vale però anche per i fan del Green Arrow fumettistico che hanno l’occasione di vedere in azione la Suicide Squad e di intravvedere Harley Quinn.
Il susseguirsi di azione, piani e sparatorie aiuta sicuramente il ritmo della narrazione, ma al centro ci sono loro, la Suicide Squad della quale fanno parte volti noti al pubblico di Arrow e che, anche se veri e propri antagonisti in passato, riescono a farci tifare per la riuscita della missione. In particolare colpiscono molto le scene tra Diggle e Deadshot, un rapporto che sembra così semplice ad occhi esterni, ma che gioca tutto il suo esistere sull’onore, quell’onore che impedisce uccisioni affrettate che potrebbero
interrompere in qualsiasi momento la lunga battaglia tra i due. Purtroppo però bisogna essere obiettivi ed ammettere che l’episodio non funziona del tutto, o meglio non funziona come quelli che lo hanno preceduto. Fino ad ora, a mio avviso, Arrow non ha sbagliato un colpo, riuscendo ad intrecciare le meno coinvolgenti trame verticali con la più succulenta trama orizzontale con l’aggiunta della giusta dose di problemi di cuore. Diverse volte è capitato che una puntata fosse incentrata su personaggi secondari, sui loro sentimenti e sul loro rapporto con Oliver (recentemente, Felicity), ma purtroppo con Diggle non funziona. Perché? Perché Diggle è la spalla di Oliver, indispensabile per la riuscita della missione, ma non indipendente da esso. Felicity è l’amica/qualcosa di più, Laurel è l’ex, Sara è il passato e attualmente il suo presente, Roy è il suo protetto, ma Diggle è semplicemente la sua spalla. Ed è forse il ruolo più importante tra quelli dei personaggi che circondano Mr. Queen, ma non così autonomo da poterci dedicare un’intera puntata.
Sia chiaro: Diggle è sempre Diggle e la serie, senza di lui, non avrebbe quel supporto e quel pizzico in più che ci fa amare Oliver perché lo rende più umano di fronte al rapporto di amicizia con lui piuttosto che tramite le sviolinate con Sara. Il punto però è che Diggle e Oliver camminano di pari passo, non esiste l’uno senza l’altro e la serie ne va a perdere parecchio. Nei pochi minuti dedicatigli, Oliver è alla ricerca di Slade ma ovviamente non è roba facile e tra giochetti e provocazioni torna scoraggiato alla base, rendendosi conto di non aver lontanamente immaginato quanto Slade avesse a lungo preparato la sua vendetta. E volente o nolente, Sara fa parte della vendetta, non avrebbe senso allontanarla ora se era presente sull’isola, colpevole almeno un po’ -dal punto di vista di Slade- della morte di Shado.
interrompere in qualsiasi momento la lunga battaglia tra i due. Purtroppo però bisogna essere obiettivi ed ammettere che l’episodio non funziona del tutto, o meglio non funziona come quelli che lo hanno preceduto. Fino ad ora, a mio avviso, Arrow non ha sbagliato un colpo, riuscendo ad intrecciare le meno coinvolgenti trame verticali con la più succulenta trama orizzontale con l’aggiunta della giusta dose di problemi di cuore. Diverse volte è capitato che una puntata fosse incentrata su personaggi secondari, sui loro sentimenti e sul loro rapporto con Oliver (recentemente, Felicity), ma purtroppo con Diggle non funziona. Perché? Perché Diggle è la spalla di Oliver, indispensabile per la riuscita della missione, ma non indipendente da esso. Felicity è l’amica/qualcosa di più, Laurel è l’ex, Sara è il passato e attualmente il suo presente, Roy è il suo protetto, ma Diggle è semplicemente la sua spalla. Ed è forse il ruolo più importante tra quelli dei personaggi che circondano Mr. Queen, ma non così autonomo da poterci dedicare un’intera puntata.
Sia chiaro: Diggle è sempre Diggle e la serie, senza di lui, non avrebbe quel supporto e quel pizzico in più che ci fa amare Oliver perché lo rende più umano di fronte al rapporto di amicizia con lui piuttosto che tramite le sviolinate con Sara. Il punto però è che Diggle e Oliver camminano di pari passo, non esiste l’uno senza l’altro e la serie ne va a perdere parecchio. Nei pochi minuti dedicatigli, Oliver è alla ricerca di Slade ma ovviamente non è roba facile e tra giochetti e provocazioni torna scoraggiato alla base, rendendosi conto di non aver lontanamente immaginato quanto Slade avesse a lungo preparato la sua vendetta. E volente o nolente, Sara fa parte della vendetta, non avrebbe senso allontanarla ora se era presente sull’isola, colpevole almeno un po’ -dal punto di vista di Slade- della morte di Shado.
PRO:
- Suicide Squad: Diggle e Deadshot insieme
- Azione, che nella serie non manca mai
- Oliver alla ricerca di Slade
CONTRO:
- Puntata troppo incentrata su Diggle, questo non aiuta il ritmo della storia che avrebbe potuto essere meglio sviluppata
- Laurel che dispensa consigli d’amore ad Oliver
Episodio di stallo che ha tutto il diritto di esserci dopo l’irrefrenabile corsa della stagione.
The Promise 2×15 | 2.21 milioni – 0.7 rating |
Suicide Squad 2×16 | 2.42 milioni – 0.8 rating |
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.