The Big Bang Theory 7×18 – The Mommy ObservationTEMPO DI LETTURA 5 min

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Questi giorni è stato annunciato il rinnovo di The Big Bang Theory per ben tre stagioni. Qualcuno se ne sarà rallegrato, qualcun altro potrebbe aver iniziato ad urlare e maledire. Però bisogna anche interrogarsi del perché è stata data una tale fiducia ad una sit-com che sta facendo storcere il naso ai più (anche se gli
ascolti da soli giustificherebbero la scelta del rinnovo). Vorrei porre alcune questioni e, sicuramente, un’analisi su alcuni aspetti dell’episodio più recente mi aiuterà in questo intento.
Si accusa TBBT di mantenere sempre un certo piattume facendo scadere l’identità dei personaggi al rango di macchiette da due soldi (lo feci io stesso). Vorrei fermarmi a riflettere su questo concetto. Come si era partiti? Quattro nerd tanto efficaci nella loro vita professionale quanto sfigati in quella sentimentale (con derive inquietanti, vedi Howard) incontrano la nuova vicina di casa, classica bionda superficiale di matrice holliwoodiana. Cosa ci dice Stewart in questa 7×18? Che la coppia Leonard-Penny è cambiata in meglio, grazie proprio al loro rapporto. Uno si è aperto verso il mondo, l’altra affronta il tutto con più profondità. Già un’affermazione del genere sarebbe significativa, per quanto forse non immediatamente comprensibile nella sua profondità. Significative sono le circostanze in cui Stewart si trova a parlare. Innanzi tutto, dalla sua posizione di “morto vivente” (è lui, in quanto personaggio secondario, quello che soffre meno il ruolo di macchietta) smorza totalmente una discussione che nella storia della sit-com ha toccato vertici di ripetitività unici. Stavo infatti già storcendo il naso come non mai, quando la discussione tra Leonard e Penny iniziava a sopraffare la surreale serata di giochi ideata da Raj. L’acceso confronto sulla carriera dei due membri di una coppia è forse il clichè più abusato nelle comedy e tuttora il confronto tra due compagni di vita, ai fini di una trama, può risultare pesante (se ne è già parlato). Oltretutto, sempre ricordandoci da dove si è partiti, c’è da notare che la serata di giochi in cui Stewart si ritrova a pronunciare la famosa frase, avviene davanti moglie e fidanzata rispettivamente di Howard (che abbiamo imparato a conoscere agli esordi come un quasi-maniaco nerd) e Sheldon (a cui è recentemente, addirittura, partito il bacio). Come se non bastasse, poi, il tutto avviene senza i due personaggi appena citati. In perfetta continuità con il precedente episodio, Sheldon e Howard si sono infatti diretti ad una conferenza della NASA per approfondire un’amicizia che, a detta di Howard, è sempre stata basata su sfottò e frecciatine. Andando a trovare la madre di Sheldon, ci sarà la scusa per i due per un profondo confronto su questioni tanto importanti quanto personali. Il tutto, condito dalle brillantissime, e poco sfruttate, battute di Howard, sfocerà poi nell’altrettanto brillante “discorsetto” di Sheldon con la madre.
Ci sarà un motivo se Woody Allen continua a fare film. Alcuni più riusciti, altri meno riusciti, tutti con un comune denominatore: il bisogno di dire qualcosa. Così è TBBT. Partito come una simpatica panoramica sul mondo nerd, è sfociato in un mezzo per proporre dialoghi su dialoghi su schemi già collaudati. Confronti tra un uomo e una donna, tra un figlio e una madre, tra due amici, tra due coinquilini. Dubbi di un’aspirante attrice che non vuole invecchiare (Penny continua ad aspettare l’occasione lavorativa della vita senza scendere a compromessi, dimostra nell’episodio un attaccamento verso il proprio corpo che la porta ad inorridire all’idea di avere figli), dubbi tra una carriera prestigiosa e il rifiuto ad un incarico difficile (il bistrattato Howard è l’unico ad aver avuto un particolare slancio di carriera). Il tutto però senza farci mancare la componente strettamente nerd, con l’assurdissimo “viaggio nel tempo da salotto”.
Solo Friends, tra le comedy, ha toccato le 10 stagioni senza mai cadere. Benché si guardi a TBBT come a un animale appestato, provando una bruciante nostalgia verso i primi episodi, questo non è mai cambiato granché tranne dove necessitava cambiare. Sposando la mia precedente teoria delle strisce fumettistiche, non aspettandocisi trame pazzesche, The Big Bang Theory rimarrà sempre un graditissimo appuntamento, ultimo baluardo di una televisione “teatrale” di qualità, fatta di dialoghi, battute (anche dozzinali), citazioni e vita quotidiana. Senza mai uscire dal seminato, in un conservatore stilema della più classica accezione di Commedia.

PRO:

  • Il “Sex Talk” di Sheldon alla madre
  • Ogni battuta di Howard, per come è scritta e per come è recitata, è un omaggio a tanti miti della tradizione televisiva ebraica (Groucho Marx e Woody Allen su tutti)
  • Stewart e il suo cognome
  • Stewart e l’inaspettata considerazione su Penny e Leonard come coppia
  • Continuità con il precedente episodio (dal punto di vista di Howard e Sheldon)
  • Viaggio nel tempo in salotto
  • Riferimento al padre di Howard. 
    CONTRO:
    • Le battute di Penny molto poco efficaci, quasi antipatiche. Bernadette e Amy, immobili nel divano, hanno avuto un’armonia molto maggiore con la sottotrama del salotto
    • Raj è il personaggio che si sta cercando sempre più maldestramente di mettere sotto i riflettori, non dandogli una granché evoluzione, ma potenziando la sua figura da macchietta. 
    L’enorme quantità di punti a favore rispetto a quelli contrari potrebbe far pensare ad un voto pazzesco. Mi terrò su un voto più che sufficiente, sebbene in contrasto con l’enorme sviolinata effettuata nella recensione. Il mio era un tentativo di far pensare lucidamente a cosa si sta guardando e ad accettarlo come show di genere. E’ disonesto e ingeneroso pretendere da TBBT qualità telefilmiche stile HBO. Detto questo, “The Mommy Observation” non è né un episodio da strapparsi i capelli, né da piegarsi in due dalle risate. E’ semplicemente ciò che si può aspettare qualunque fan di The Big Bang Theory.
    The Friendship Turbulence 7×17 17.91 milioni – 5.2 rating
    The Mommy Observation 7×18 17.34 milioni – 4.9 rating

    VOTO EMMY

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    Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
    Gli piace Doctor Who.

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