Chi avrà visto il trailer al termine di “Mako Tanida (No. 83)” non potrà che sentirsi deluso dopo aver visto l’intero episodio, d’altronde non si può biasimare nessuno se i trailer fanno bene il loro lavoro anche più dell’episodio o del film stesso che anticipano. Anzi il loro lavoro è esattamente questo: spacciare per epocale un prodotto seriale o cinematografico che in realtà non ha nulla di quelle caratteristiche paventate nel trailer. “Ivan (No. 88)” non rientra in questa categoria però si può dire che abbia ricevuto una sponsorizzazione leggermente superiore rispetto al risultato finale e dico così perchè sono gentile.
A conti fatti era prevedibile che il faccia a faccia tra Liz e Tom Keen non avvenisse realmente, sarebbe stato veramente irrealizzabile in fin dei conti perchè questo in fin dei conti è uno spy-drama, non una puntata di Homeland, qui le cose devono per forza funzionare in maniera diversa. La motivazione, innanzitutto riconducibile una mera questione temporale, deve però essere ricondotta alla vera natura dello show che si basa su doppi giochi, bugie e serial killer impensabili, non sarebbe The Blacklist altrimenti e noi non chiediamo che sia diverso da così. La scelta di evitare il faccia a faccia ma di far comunque scoprire a Liz la verità su suo marito è una scelta molto logica e studiata a tavolino in modo da dar il più ampio respiro possibile per una “vendetta” a tutto tondo. Tom non sa di essere stato scoperto e questo mette per la prima volta la sua dolce metà in una posizione di vantaggio, può condurlo dove vuole e soprattutto, se giocherà con astuzia, riusciremo finalmente a capire chi e quale organizzazione c’è dietro di lui. Ma soprattutto il perchè.
Mi rendo conto che sviscerare questa scelta la destrutturi a tal punto dal renderla una mera macchinazione del team degli sceneggiatori ma, a tutti gli effetti, è quello che è. Per muovere The Blacklist verso una nuova e necessaria direzione c’è bisogno di inserire nuovo carburante nel serbatoio e di evolvere le relazioni che intercorrono tra Tom, Liz e Red e l’unico modo è quello di approfondire il legame tra questi ultimi due per incoraggiare un team-up che si opponga a Tom in maniera definitiva e riesca lì dove l’FBI non è riuscita in “Gina Zanetakos (No. 152)“, ovvero smascherare Tom Keen.
Per il resto “Ivan (No. 88)” non offre grandi spunti di cui parlare, anzi scoprire che dietro l’identità del “vero” Ivan si celi un ragazzo di 17 anni non aiuta in termini di credibilità questo episodio. Si potrà pur dimostrare l’elevato quoziente intellettivo del ragazzo durante il compito di matematica ma la sensazione di essere davanti ad una buffonata a tutto tondo rimane, anzi aumenta se si pensa che l’NSA è stato gabbato interamente da un ragazzino che ha fatto saltare la luce a tutta Washington per amore. E meglio non parlare del solito brutto vizio di polizia ed FBI che, come in The Following, arrivano a sirene spiegate per fare un agguato. Rimaniamo confidenti per un miglioramento che riporti la serie ai primi gloriosi fasti perchè così rimane sempre un po’ di amaro in bocca.
PRO:
- Evoluzione rapporto Liz-Red
- Finalmente scoperta la doppia identità di Tom e finalmente ritorno sotto i riflettori per Elizabeth Keen
- Ivan o meglio Fake Ivan ha deluso
- Idiozia generale nell’uso delle sirene
Mako Tanida (No. 83) 1×16 | 11.12 milioni – 2.8 rating |
Ivan (No. 88) 1×17 | 10.8 milioni – 2.8 rating |
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.