Un eroe è un essere umano disposto a tutto pur di proteggere chi ama. Non è indispensabile essere dotati di abilità eccezionali quando l’unica caratteristica che conta è l’altruismo.
Il cuore della puntata è, appunto, l’eroe ed i suoi limiti. Gli autori sottolineano la difficoltà e l’impossibilità del supereroe di salvare tutto e tutti nonostante il cuore, la volontà e le abilità fisiche, cosa che ovviamente innesca una sensazione di impotenza e limiti. Questa tematica viene descritta in modo convincente, con una sceneggiatura impeccabile che si focalizza bene su questo punto in ambedue le linee temporali (presente e passato), e con l’ausilio di attori che fanno sfoggio di una buonissima interpretazione. Questa è la lezione importante che viene impartita da “Things You Can’t Outrun”, un episodio contraddistinto da una certa lentezza narrativa ma che riesce comunque a soddisfare pienamente le aspettative.
Siamo giunti alla terza puntata e sembra chiaro che l’agio con cui viene portata avanti la trama sia un elemento voluto, una sorta di marchio di fabbrica che distingue nuovamente The Flash da Arrow. Al contrario delle scene rapide, in cui accade tutto con vivacità e scioltezza, le vicende e gli scontri di The Flash vengono organizzati con delle dinamiche pacate ma con piccoli picchi di adrenalina. La sensazione che fino ad ora ha trasmesso questo serial è che gli autori non abbiano alcuna intenzione di rosicchiarsi velocemente gli eventuali assi nella manica, e sicuramente si stanno prendendo tutto il tempo necessario per esporre al meglio la trama principale e tutte le altre sottotrame. La scelta di raccontare la nascita del Velocista Scarlatto in modo curato e senza tralasciare nulla è ben chiara, così come lo è il fatto che questo espediente sia studiato per creare un climax ascendente che man mano esalti ogni scontro ed ogni problematica nel plot.
Il villain della settimana è un uomo condannato a morte la cui esecuzione era in svolgimento nel momento esatto in cui avvenne il famoso incidente del generatore di particelle. Kyle Nimbus (nel mondo fumettistico “The Mist” e per maggiori informazioni su di lui vi invitiamo a leggere la rubrica sottostante) è il metaumano del giorno in grado di trasformarsi in un veleno in stato gassoso; un nemico che non offre nessuna problematica particolare, fatta eccezione per la difficoltà nell’essere attaccato, ma che è utile per il training di Barry Allen per diventare un vero supereroe.
Un ulteriore step nella caratterizzazione dell’universo narrativo di The Flash viene fatto in questa puntata ed è un aspetto importante che potrebbe passare inosservato ma che invece è logico, razionale e quindi necessario per la veridicità della serie: l’esistenza di un carcere per metaumani. Se nei fumetti Marvel a New York esiste il carcere di Ryker’s Island, in Arrow ci pensa la A.R.G.U.S. a gestire i supercriminali, in The Flash non esisteva ancora una prigione in grado di contenere i metaumani contro cui si scontra Barry. È con The Mist che si porta alla luce la necessità di non uccidere i metaumani che da oggi in poi verranno stipati all’interno di celle contenitive del generatore, una svolta importante perchè lascia aperta la possibilità di rivedere tutti i villains in futuro.
Passando al vero protagonista, Grant Gustin, non possiamo non notare un certo miglioramento nella sua interpretazione. Se all’inizio l’attore poteva non sembrare pienamente a proprio agio nei panni dell’eroe, ora man mano Gustin sta dimostrando di avere delle buone abilità recitative, riuscendo a dare ad Allen il giusto mix di nerdismo e genialità che ben si legano all’aspetto del classico ragazzo acqua e sapone, mentre a The Streak/Flash il giusto grado di inadeguatezza per un ragazzo che fa il supereroe da poco. Pollice in su quindi per Grant Gustin.
The Flash però non è solo Barry Allen perchè c’è un lato dello show infido e misterioso che è rappresentato totalmente dal Dottor Wells che sul finale si fa protagonista del colpo di scena ambientato nel passato. Pare quindi scontata la deduzione che quest’uomo sappia molto più di quanto dica, però sembra precoce per ora pronunciarsi sul suo ruolo.
Nel frattempo nell’ambito dei supereroi abbiamo conosciuto il promesso sposo di Caitlin: Ronnie Raymond interpretato dal cugino di Stephen Amell, Robby, divenuto orfano di The Tomorrow People. Nell’Universo DC altri non è che Firestorm e la frase di Caitlin “He used to say we were like fire and ice” non è gettata lì a caso e fa supporre che ci siano dei piani a lungo raggio anche per loro due, o almeno lo speriamo.
Insomma, “Things You Can’t Outrun” è una puntata ben imbastita sia nella costruzione delle vicende sia nello svolgimento. Il supporto di un cast efficiente dà manforte ad un buon lavoro di sceneggiatura e ad una godibile regia che tra fotografia ed effetti speciali combina tutto in modo molto convincente.
- Sul palinsesto del cinema appaiono due titoli, uno di questi si intitola “The Rita Farr Story”; Rita Farr debutta su My Greatest Adventure #80 del 1963 e si presenza come una nuotatrice olimpionica fresca di medaglia d’oro che decise di provare la strada del cinema. Durante le riprese di un film ambientato in Africa, venne esposta a dei misteriosi gas vulcanici che le fecero perdere conoscenza, solo per risvegliarla dotata dell’abilità di controllare la statura e le dimensioni del suo corpo; non riuscendo a padroneggiare appieno i suoi poteri, venne avvicinata dal Dr. Niles Caulder che si offrì di aiutarla offrendogli un posto in cui stare insieme ad altre persone che, come lei, non controllavano i loro spaventosi poteri. Prendendo l’alias di Elasti-Girl, abbracciò il sogno di Caulder di aiutare altre persone ed, insieme agli altri due membri (Robotman e Negative Man) nacque il gruppo di supereroi Doom Patrol.
- L’altro titolo è invece “Blue Devil 2 – Hell To Play”; Blue Devil è l’alter-ego demoniaco di Daniel Patrick Cassidy: un ex-stuntman esperto in creazione di effetti speciali e macchine per realizzarli incaricato da uno studio cinematografico di impersonare tale Blue Devil, un personaggio del cinema che doveva ricalcare una sorta di supereroe demoniaco. La situazione precipita quando, per rendere più realistico il film, dei suoi collaboratori liberano il demone Nebrios con il quale Cassidy si ritrova a combattere per evitare disastri; Daniel riesce a respingerlo utilizzando l’esoscheletro che aveva creato per rendere più realistico il personaggio di Blue Devil, ma durante lo scontro, viene accidentalmente colpito da un raggio mistico di Nebrios che fonde l’armatura con il suo corpo rendendoli, così una cosa sola. Compare per la prima volta su Fury of Firestorm #24 del 1984.
- La Waid Boulevard della puntata è un omaggio al famoso scrittore di fumetti Mark Waid, acclamato sceneggiatore che ha lavorato su diverse testate supereroistiche Marvel e DC, finendo per scrivere un pezzo di storia di entrambe le case editrici; per quanto riguarda Flash, la gestione di Waid sul personaggio è considerata una delle migliori del Velocista e una delle più acclamate sia dal pubblico che dalla critica. Attualmente, Mark Waid è sotto contratto alla Marvel e scrive su Daredevil.
- Ad un certo punto, Barry ironizza sul suo scarlatto alter-ego dicendo che non vuole un museo a suo nome. Beh, spiace che non la pensi così, perchè Central City (per ringraziarlo del suo operato) costruirà in futuro il Flash Museum: un museo dedicato alla carriera del Velocista Scarlatto, dove saranno raccolte tutte le imprese più memorabili dell’eroe.
- Il fidanzato di Caitlin si chiama Ronnie Raymond, nei fumetti, conosciuto per essere il supereroe dai poteri di natura nucleare conosciuto come Firestorm. Prima con Multiplex la puntata scorsa, ora direttamente con lui: i riferimenti al suo imminente arrivo sono fin troppo palesi.
- Il “Caso Orloff” a cui ci si riferisce è quello legato a Pytor Orloff: un genetista sovietico che riuscì, tramite la manipolazione genetica, a donare a tre persone normali gli stessi poteri di Flash. Questo trio di eroi è chiamato Red Trinity e sono la risposta russa al Velocista Scarlatto.
- “Like fire ad ice” è una citazione dai tratti chiaroveggenti riguardante il futuro di Caitlin e Ronnie. Come già detto sopra, il primo diventerà Firestorm, la seconda invece diventerà Killer Frost, villain con poteri legati al ghiaccio. Se volete saperne di più sulla seconda, consultate lo specchietto delle curiosità dell’episodio pilota.
- Il nemico di questa puntata è Kyle “The Mist” Nimbus, figlio dell’originale The Mist, antagonista di lunga data del primo Starman e del primo Flash (alias Jay Garrick). Kyle, nei comics, avrà vita molto breve: farà la sua prima apparizione su Starman #0 del 1994, e solo tre mesi dopo, verrà ucciso da Jack Night (figlio dell’originale Starman) su Starman #3 del 1995 per vendicare la morte del fratello avvenuta per mano di Nimbus stesso.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Fastest Man Alive 1×02 | 4.27 milioni – 1.7 rating |
Things You Can’t Outrun 1×03 | 3.59 milioni – 1.4 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.