Sarebbe stato improponibile arrivare a fine stagione con episodi come il precedente. La visione di Resurrection si sarebbe trasformata da semplice passatempo a prova di stoicismo. “Afflictions”, sebbene di poco, corregge il tiro. Il grado di interesse verso la soluzione dei misteri si mantiene costante, affogato quasi del tutto da un funereo clima di soap opera.
Una tematica intrigante, mistica e curiosa come quella del ritorno dei morti e la loro relativa ed estemporanea scomparsa (questo sembra essere il punto focale della seconda stagione) si perde dietro a lunghe inquadrature, tonalità di colori spente e chiare, recitazioni compassate. Ciò che funzionava in The Leftovers – l’interazione tra personaggi a fronte di un episodio inspiegabile – non funziona più di tanto qui. Fabbriche di famiglia, gelosie parentali, cambi di identità, nonni giovani: questi ed altri elementi accrescono un clima che spinge sempre di più a pensare “ma a sto punto mi vedo Un Posto Al Sole”.
Ovviamente non tutto è da buttare in questo drama della ABC. Il convincente season finale della scorsa stagione – condito da un colpo di scena conclusivo abbastanza dozzinale, ma efficace – ha modo di riaffacciarsi per la prima volta in questa stagione. Non a caso, la parte più scorrevole dell’episodio vede come protagonista l’agente Bellamy, che ha modo finalmente di essere sempre più il centro della narrazione, lasciando sullo sfondo il piccolo Jacob. La scoperta della sua vera (e antica) identità porta l’ulteriore indizio che vede Arcadia come luogo comune del misterioso fenomeno. L’incontro con la sorellina aggiunge, sebbene sempre in un clima da “show televisivo dell’ora di pranzo”, quei caratteri dolcemente intimisti che probabilmente stanno portando Resurrection a buoni risultati di ascolti. Quindi un aspetto è sicuramente confermato: quello che era un osservatore interno nella prima stagione, nella seconda si trasforma (a dir la verità sin dall’inquadratura finale della 1×08) in centro attivo dell’azione e dell’indagine.
Nella precedente recensione è stata elogiata la figura di Michelle Fairley. È vero, la sua è una figura attoriale che ha elevato senz’altro il livello del cast. Tuttavia, in forma ben più pessimistica, si può rigirare il punto di vista. Il suo interpretare un ruolo di crudeltà matriarcale, la proietta nella top 3 degli stereotipi da telenovela. Vederla digrignare i denti, manipolare gli ingenui personaggi, intimidire chi osa accusarla di qualcosa, oltre che dare tanta importanza a proprietà familiari, la raffigurano come personaggio già abbondantemente visto e rivisto. La domanda è quindi la seguente: Michelle Fairley eleva il cast di Resurrection (che comunque si mantiene senza infamia e senza lode, con le dovute eccezioni) oppure il cast e la scrittura di Resurrection sviliscono e appiattiscono Michelle Fairley?
Una cosa è certa: con una tematica dall’altissimo potenziale, le scelte stilistiche non regalano allo spettatore una grande voglia di andare avanti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Will 2×05 | 4.39 milioni – 1.3 rating |
Afflictions 2×06 | 4.95 milioni – 1.4 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.