“Another day, another dollar.”
La pausa natalizia è finita, i panettoni anche (o forse c’è chi, come me, ne ha ancora un paio nella credenza), fatto sta che Gotham ritorna sui nostri schermi piatti e lo fa in modo tutto sommato positivo, anche se non così tanto come speravamo.
Il midseason ci lasciava con l’ingresso di Jim al manicomio di Arkham e qui lo ritroviamo, ma cosa veramente non funziona? L’idea di vedere Gordon, tra le mura dell’istituzione criminale per eccellenza della città, è molto buona sulla carta ma sviluppata in modo banale: gli sceneggiatori avevano la possibilità di ridurre al minimo la presenza del “cattivo” settimanale e cogliere l’occasione di consolidare la trama orizzontale, cosa che non è successa. Abbiamo assistito alla trasformazione di Jim nella cara Jessica Fletcher, quindi più che una puntata di Gotham, è sembrata una de La Signora in Giallo.
La caratterizzazione di Gordon, resta comunque ben fatta: vediamo l’uomo essere animato da quel senso di giustizia granitico e anche in queste nuova situazione lavorativa, sfida i poteri forti per arrivare alla verità, cosa che attira l’attenzione della dottoressa Leslie Thompkins (Morena Baccarin). L’introduzione di questo nuovo personaggio è positivo, sia come possibile love interest di Jim, sia per il suo ruolo all’interno della narrazione. Chi segue le storie dell’Uomo Pipistrello, conosce l’importanza che ricoprirà la donna nel percorso di vita di Bruce: possiamo affermare che, insieme ad Alfred, Leslie sarà una guida per il giovane miliardario, influenzando la sua moralità nel migliore dei modi.
Fin da subito notiamo il feeling tra la dottoressa e Gordon, nonostante Barbara sia ancora presente nella mente del detective. Proprio questo personaggio continua a non convincere e si conferma punto morto della serie: con pochissima spina dorsale e incoerente, la Kean non ha più nulla da aggiungere alla storia, risultando insulsa e stucchevole. Quindi a meno di improvvise vampate di carisma sarebbe il caso di considerare un suo allontanamento perenne dalle scene.
L’interesse maggiore lo destano però le due new entry tra le fila dei villains: Aaron Helzinger, l’Amygdala di batmaniana memoria, e Jack Gruber, manipolatore d’elettricità tutto da scoprire.
I personaggi “neri”, quelli destinati a diventare importanti nel futuro di Batman, sono i meglio delineati dagli sceneggiatori ma se non supportati da un racconto avvincente, rischiano di perdere il loro appeal. Guardiamo ad Oswald: senza dubbio Penguin è il protagonista del secondo filo su cui si svolge la puntata (e la serie stessa), ma in “Rogue’s Gallery” è poco efficace perché le dinamiche mafiose sono trascurate, il racconto ha poco mordente e non basta un’interpretazione forte per la buona riuscita della storia. Per fortuna, la sonora batosta che Cobblepot riceve è funzionale a riaccendere proprio questa parte della racconto: sarà molto curioso vedere la reazione di Penguin a questa, momentanea, sconfitta e porterà una bella scossa alla parte “mafiosa” di Gotham.
Non ci saremmo mai aspettati di dirlo ma, chi convince di più è Butch, in una veste che ricorda l’immensa serie The Sopranos: ovviamente, Tony resta inarrivabile, ma lo spunto è ben fatto.
Di Bruce, in questa puntata, neanche l’ombra, ma Cat e Ivy sono una coppia potenzialmente vincente: la Kyle, ogni volta che si rapporta a qualcuno, ha la capacità di accendere il lato intrigante dei personaggi; se poi questi sono dei futuri cattivoni, ancor meglio.
- La recita bislacca messa in scena dai detenuti, è “La Tempesta”: commedia in cinque atti scritta da William Shakespeare.
- Il personaggio di Jack Gruber è stato inventato ex-novo per lo show, ma il modo in cui è caratterizzato ricorda molto vecchie conoscenze Batmaniane come Maxie Zeus (per la sua ossessione per l’elettricità) e Hugo Strange (per aspetto fisico e tendenze a sperimentare sui pazienti).
- Anche Gerry Lang (il direttore della prigione) e Dorothy Duncan (l’infermiere calpestata dalla massa di detenuti) sono personaggi inventati per lo show.
- Fa il suo debutto, come già citato sopra, Aaron “Amygdala” Helzinger, saltuario nemico di Batman delle facoltà mentali ridotte. E’ incline a scoppi di violenza e possiede una superforza dovuta ad alcuni esperimenti medici condotti sul suo cervello, principalmente dediti a rimuovere la sua amigdala; esperimenti che peggiorarono la situazione e lo resero più instabile di quanto già non lo fosse prima. Comparso per la prima volta su Batman: Shadow Of The Bat #3 del 1992, Amygdala è meglio conosciuto per esser stato occasionalmente la guardia del corpo del Ventriloquo, ruolo che ottenne durante la saga “Knightfall”, ma inizialmente debuttò il cane da guardia di Jeremiah Arkham durante la saga “The Last Arkham”. Dopo “Knightfall”, comparì decisamente poco nelle pagine del pipistrello e poco o niente si sa sui suoi futuri spostamenti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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LoveCraft 1×10 | 6.05 milioni – 2.3 rating |
Rogue’s Gallery 1×11 | 6.89 milioni – 2.5 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.