Dopo i ritmi più concitati della sesta eccoci di fronte a una puntata che, se da una parte gioca molto sull’alternanza di scene differenti, anche temporalmente, dall’altra non riesce a creare e mantenere nello spettatore lo stato d’ansia totale che lo avvolgeva nel precedente episodio.
E’ forse anche il tema principale della puntata, più intima e personale rispetto a quelle a carattere prettamente politico, nel contribuire a questa percezione di maggior lentezza. La dichiarazione pubblica di Claire infatti, oltre ad aver fatto sfumare le sudatissime trattative di pace con Petrov, ha originato una crepa profonda nel rapporto con il marito, crepa che tutto l’episodio è incentrato a sanare. Chi attendeva trepidante questa terza stagione di House Of Cards avrà certamente visto i video promozionali degli episodi pubblicati nei mesi precedenti alla release da parte di Netflix. Una scena che aveva sicuramente catturato l’attenzione, insinuando il dubbio che il rapporto con la moglie, roccia sulla quale Underwood aveva costruito la sua scalata, avrebbe vacillato era quella della foto ufficiale in cui Frank sente la moglie ritrarsi al suo tocco. Non poteva che far parte di questo episodio dove, nonostante i sempre moderati alti e bassi, si tocca il picco di freddezza e distacco per gli Underwood. A sottolinearlo è la solita ambientazione resa, se possibile, ancora più cupa, grigia e ombrosa del solito, grazie alla scelta di inquadrature simmetriche, che nemmeno ci fosse Wes Anderson dietro la macchina da presa. Claire e Frank sono raffigurati in una disposizione scenica studiata per rendere l’idea del muro figurato che si è venuto a creare tra di loro e che li rende distanti e distaccati anche quando si trovano nella stessa stanza. Muro che lo stesso Frank nota separare le statue di Franklin ed Eleanor Roosevelt e che gli fa capire di non voler essere come loro e quindi di voler rinnovare le promesse nuziali.
Sono appunto le scene della cerimonia quelle che si alternano, come si diceva a inizio recensione, alle scene completamente opposte precedentemente descritte. I dettagli non sono mai lasciati al caso in House of Cards, così alle scene di tensione coniugale alla Casa Bianca in cui Claire è bionda e vestita in nero così come Frank, si accostano quelle più limpide e serene nella Chiesa bianca con i coniugi entrambi di bianco vestiti e Claire che per l’occasione torna al suo castano naturale, “il colore che avevo quando ho conosciuto Francis“. Il tutto intervallato dall’incessante e paziente lavoro certosino dei monaci tibetani (che fino all’ultimo ci chiediamo quale scopo abbiano nell’economia dell’episodio) che si dedicano al Mandala di sabbia, l’opera d’arte sacra che nel finale viene distrutta con lo scopo di ricordare a chi guarda la caducità di tutte le cose. Nulla di più appropriato e ispirante per Frank che ne regala una copia a Claire scrivendole: “Nulla è eterno. Tranne noi“. Tutti accorgimenti che rivelano un’attenzione particolare da parte di Willimon e soci nel rendere lo spettatore sempre più partecipe delle vicende, facendolo immedesimare nei personaggi che vede sullo schermo fino a simpatizzare, come già detto, e parteggiare per loro nonostante la comune morale ci imporrebbe il contrario. Così come vogliamo che i piani politici degli Underwood abbiano successo, sentiamo di dover fare il tifo per loro anche sul piano sentimentale.
Nonostante i tanti aspetti accattivanti di House of Cards presenti in questa puntata non si possono tralasciare alcune lievi storture. Si è già detto sopra che il tema della puntata era più personale che politico e quindi è andato a vertere principalmente sugli effetti del disastroso esito della vicenda Michael Corrigan-Russia sul loro rapporto. Ma cosa dire delle conseguenze su Frank come uomo politico? Se i giornali possono permettersi di dare dell’eroina a Claire per la sua dichiarazione non possono fare lo stesso i commentatori politici e gli esponenti del governo considerando il negativo impatto sulla figura del Presidente! Sembra un po’ irrealistico che non si sia alzato un certo polverone anche dagli insider della Casa Bianca.
Inoltre, parallelamente alle vicende “sentimentali” di Frank e consorte ci aspettiamo che si vada avanti con il piano AmericaWorks recentemente messo un po’ in stand-by ma l’unica mossa in questa direzione sembra essere il famoso libro che Thomas dovrebbe scrivere e per il quale il suo personaggio sta acquistando pian pian una certa importanza nell’insieme dello show, prendendo contemporaneamente il ruolo (come accompagnatori delle vicende del protagonista) che era stato dei personaggi di Doug, Seth e Remy, contemporaneamente o in maniera individuale. Sicuramente avrà un ruolo più importante che quello di semplice scrittore del libro-propaganda, ma scene come quella della “confessione notturna” post-sbronza non sembrano aggiungere niente di rilevante alla sua storyline.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Chapter 32 3×06 | ND milioni – ND rating |
Chapter 33 3×07 | ND milioni – ND rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora