Ogni volta che ci ritroviamo a commentare l’ultimo episodio della serie comedy più seguita d’America, ci ritroviamo (quasi) puntualmente a dover affrontare il “problema” di trovare qualcosa di nuovo da dire, che non sia stato già stato scritto nelle precedenti recensioni. Questa non è una dichiarazione d’incapacità critica da parte di chi scrive, quanto, piuttosto, la presa di coscienza di come certi immancabili e ormai cronici difetti siano ormai la prassi per lo show di Chuck Lorre, mentre i casi positivi ed entusiasmanti che ci hanno subito fatto gridare al miracolo siano, invece, da considerarsi sporadici ed eccezionali.
Se, dopotutto, a salvare la baracca ci devono essere solo e sempre i siparietti e le iterazioni tra Penny e Sheldon (l’epico “Knock” al cubo, stavolta inverso) qualcosa vorrà pur dire. La coppia che ha apportato maggior fortuna, sia in termini di marketing quanto qualitativi, lo sappiamo, funziona. Le dinamiche tra l’ingenuo e cinico dottor Cooper e la navigata ed impulsiva first lady della serie sono irresistibili. La chimica tra i pluri-pagati Kaley Cuoco e Jim Parsons sulla scena è palese ed innegabile. Tutto normale, se già non avessimo avuto, in questa stessa stagione, “The Intimacy Accelaration“, dove il duo si è ritrovato ancor più al centro della trama, e noi a compiere più o meno le medesime valutazioni. Non è un caso se la scena forse più divertente dell’episodio ha luogo in un ambiente inusuale alle location classiche dello show, ovvero quella di Penny in sala d’attesa per i provini del prossimo film di Kevin Smith. A proposito del casting, il fatto che la ragazza, malgrado lo sconforto che l’esperienza le ha fatto riprovare, il provino poi lo abbia comunque effettuato, può essere letto come un segnale di una promettente svolta della trama generale. Le speranze per assistere ad una nuova strada per il personaggio e per la sua relazione con Leonard ci sono tutte, anche se il timore di trovarsi di fronte all’ennesimo accenno di una rottura degli equilibri ormai impostati (vedi la fuga di Sheldon dello scorso season finale), che sarà subito dimenticato all’inizio della prossima stagione, è altrettanto forte.
E qui entra in gioco un paradosso insito nel genere al quale il serial appartiene, da cui risulta difficile uscire. The Big Bang Theory è, in fondo, una “sit-com”, quindi statica per definizione, perciò il desiderio di vedere approntato chissà quali plot twist alla trama generale può apparire, ai più, quantomeno fuori luogo. Per questo va chiarito, non stiamo cercando la rivoluzione del genere approntata da How I Met Your Mother, ma almeno di veder concludere degnamente una serie che abbiamo tanto amato, da troppo tempo stabilizzatasi sullo standard del semplice “compitino” (a fronte, soprattutto, delle altre due stagioni, se non di più, che ci aspettano). Perfino gli indimenticabili Scrubs e Friends hanno accusato periodi di stanchezza nel giungere alla fine del proprio cammino, riuscendo però a mantenere sempre vivo anche l’interesse dello spettatore saltuario, quello che, in fondo, vuole solo “vedere come finisce”. E lo hanno fatto con l’aiuto di piccole, ma precise e mirate, scosse alla trama (non sempre azzeccate certo, vedi il breve, per fortuna, affair Joey-Rachel). Ma in The Big Bang Theory tutto questo è assente, praticamente dal matrimonio di Howard (scomparsa della madre, a parte) non c’è stata una svolta perlomeno significativa. Come detto finora, comunque, nessuno pretende di restar sulle spine fino all’ultimo, sperando, per esempio, che Leonard e Penny riescano davvero a vivere felice e contenti. No, l’essenza dello show è un’altra, è il mero intrattenimento, fine principale dai tempi della sua prima messa in onda. Se, però, l’intento dichiarato dallo stesso modus operandi degli autori è da una parte sicuramente inattaccabile, cosa succede quando tale intrattenimento perde gran parte della sua efficacia?
Arriviamo così all’altro paradosso, quello più emblematico. Il ritorno del gruppo “nerd”, attuato progressivamente negli ultimi episodi, grazie alla centralità sempre maggiore concessagli dal plot settimanale, è stato ben visto da ogni storico fan dello show. Gli autori lo hanno capito, è questo che gli spettatori desiderano vedere maggiormente. Eppure, la cosa non funziona se poi la componente scientifica, riservata stavolta all’affascinante incarico affidato a Raj, è trattata fugacemente e con una fastidiosa superficialità (Howard e Sheldon che pensano a cosa mangiare nella riunione). Così facendo, si riduce il tutto a classiche e reiterate dinamiche come la lotta interna su chi deve avere la leadership del progetto, le gelosie e le ripicche da coppia sposata di Raj e Howard, l’inguaribile (e, purtroppo, non più così divertente) egocentrismo di Sheldon. Esplicito segnale di una tale mancanza di idee, un Howard Wolowitz addirittura abbastanza out of character, dato che quest’ultima mania di considerarsi una persona che emerge in qualsiasi situazione si trova, non si capisce proprio da dove possa esser saltata fuori (come, infatti, fa notare la stessa Bernadette). Come già si faceva presente nella recensione di “The Skywalker Incursion“, non basta quindi strizzare l’occhio alla tematica puramente “nerd” per soddisfare automaticamente lo spettatore. Ma, chissà, forse siamo noi ad essere troppo esigenti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Fortification Implementation 8×20 | 14.78 milioni – 3.5 rating |
The Communication Deterioration 8×21 | 14.82 milioni – 3.9 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.