Billions si prepara per il suo primo season finale regalandoci due puntate dense di rivelazioni, colpi di scena e svolte significative che non solo preparano il terreno per l’ultimo appuntamento stagionale, ma conferiscono alla serie uno slancio significativo in vista della prossima annata telefilmica. “Quality Of Life” e “Magical Thinking” si configurano come prima e seconda parte di un unico segmento narrativo culminato con due eventi chiave per l’economia della serie: l’auto-accettazione di Bobby per ciò che concerne la sua natura cinica e calcolatrice, e quindi un passo avanti verso una simbolica “redenzione”, e il furto di dati dal computer di Wendy a opera di Chuck, primo passo verso una discesa all’inferno che certamente porterà al procuratore vantaggi in termini investigativi a discapito della serenità coniugale, già da tempo minata a causa della sua ossessione per Axelrod.
In “Quality Of Life” la storia prende forma e si incastra all’interno di due momenti cruciali: la scoperta e la condivisione della malattia di Donnie, ad inizio puntata, e il silenzio di Bobby in merito alla possibilità di prolungare di qualche mese la vita del povero collega, in coda. Un cinismo che finisce per non sorprenderci più di tanto, ma che semplicemente acutizza quel lato della personalità di Axelrod già emerso – in maniera comica e brillante – nel finto battibecco con Bill “Kaiser” Stearn, ma reso meno detestabile, appunto, dal piglio ironico che la sequenza acquista.
Anche qui, naturalmente, possiamo osservare l’immancabile parallelo tra Bobby e Chuck. Utilizzando il funerale di Donnie come nucleo centrale della narrazione – struttura in qualche modo inconsueta rispetto ai precedenti episodi – i due personaggi si trovano a percorrere strade diverse, giungendo però al medesimo risultato: il proprio compiacimento a discapito di qualcun altro. Nel caso di Chuck con l’arresto del giudice Wilcox, nel caso di Bobby con l’incontro faccia a faccia con i giovani della Ionosphere, ennesima dimostrazione della sua cieca determinazione.
Con “Magical Thinking” si cerca invece di indagare sulla vera natura di Axe, scavando a fondo alla ricerca del lato umano rimasto sepolto sotto le macerie a Ground Zero e qui riemerso soltanto attraverso la scioccante presa di coscienza in merito alla mancanza di empatia dimostrata nei confronti del suo presunto amico Donnie. Atteggiamento che non può far altro che ricordare quanto Axe fece durante gli attacchi dell’11 Settembre, evidenziando ancora una volta il suo bisogno incontrollabile di sentirsi una divinità in ambito finanziario, oltre che intoccabile proprio in virtù di questo suo status.
Le osservazioni di Wendy e la conclusione in merito all’auto-sabotaggio di Axe dovuto al senso di colpa, rimettono nuovamente in discussione l’assegnazione del ruolo di buono e cattivo da attribuire ai due protagonisti. Se al termine del precedente episodio la scelta apparisse quasi obbligata, in seguito alla sopracitata presa di coscienza di Bobby e all’ammissione della sua “stitichezza emotiva”, lo spettatore si trova nuovamente di fronte a una scelta, resa ancora più difficile dalla piega che la storia prende per Chuck pochi minuti più tardi.
Il pensiero di una possibile liaison tra sua moglie e Bobby Axelrod rappresenta per Chuck un incubo ancora peggiore dei recenti fallimenti processuali. La sola vista della sua nemesi in atteggiamenti apparentemente intimi con sua moglie scatena in lui un sentimento di rabbia talmente forte da portarlo a “trasgredire” al patto di non frequentare quel genere di locale. Trasgressione che, nonostante venga interrotta dal senso di colpa (ennesimo parallelo tra i due protagonisti), porterà il procuratore a mettere in serio pericolo la sua carriera e, di conseguenza, la sua credibilità.
Infine, non resta che notare il perdurare dei “soliti” aspetti negativi, già sottolineati più volte nelle precedenti recensioni. In queste due puntate, forse in maniera ancor più significativa che nelle precedenti, appare evidente l’artificiosità di alcuni dialoghi – in particolar modo dei diversi monologhi di Axe e Rhodes – farciti di storielle (ad esempio, quella sugli scacchi) utili solo a conferire teatralità a discorsi già segnati da una forte artificiosità. Artificiosità che spesso e volentieri porta lo spettatore a chiedersi se il ricevente dell’atto comunicativo non sia l’interlocutore stesso.
Per quanto riguarda le storyline secondarie, se la love story tra Bryan e Kate, a una puntata dal finale di stagione, fa ancora fatica a spiccare il volo in termini di coinvolgimento spettatoriale, che dire dell’insulso segmento narrativo dedicato a Lara e Lou? La mole di insulti sarebbe tale da trasgredire al decoro mantenuto finora, dunque ci asterremo da un’analisi di tipo qualitativa, limitandoci a dire che, senza ombra di dubbio, sarebbe stato preferibile dedicare quella porzione di minutaggio alle conquiste via Tinder di Ira.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Where The Fuck Is Donnie? 1×09 | 1.12 milioni – 0.4 rating |
Quality Of Life 1×10 | 1.10 milioni – 0.3 rating |
Magical Thinking 1×11 | 1.08 milioni – 0.3 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.