“Se io fossi un fiore senza nome
Che cresce in mezzo ai campi
Mi accontenterei di ondeggiare
Investita dal vento
Ma sono nata con il destino delle rose.”
(Bara Wa Utsukushiku Chiru – Versailles No Bara OST)
“La rosa è senza perché, fiorisce perché fiorisce, a sé non bada, che tu la guardi essa non chiede.”
(Silesius)
Di ispirazione in ispirazione, di spunto ripreso in spunto ripreso, anche Blindspot ambienta un episodio nel mondo delle gallerie d’arte, come già aveva fatto The Blacklist qualche settimana fa (le coincidenza nella rete del Pavone si sprecano). Tra una reinterpretazione del quadro La Grande Odalisca di Ingres e un’altra di American Gothic di Grant Wood, spunta The Burning Rose, l’opera da cui prende il via la trama della puntata. La rosa è un simbolo quanto mai adeguato a descrivere Jane Taylor, perché, a parte le citazioni di cui sopra, la Rosa Bianca era un movimento di resistenza al nazismo capitanato dai giovani Hans e Sophie Scholl, condannati a morte durante la Seconda Guerra Mondiale. Il ricordo di Lady Oscar, inoltre, è solo uno dei momenti di gioia riservati da questo episodio a chi ama i cartoni animati d’epoca. Il gesto con cui Kurt Weller, appena subita un’operazione chirurgica, si veste e va a soccorrere i colleghi lo pone di diritto nella galleria dei personaggi eroici come il principe Actarus e Hiroshi Shiba.
Altri punti positivi sono l’interpretazione di Rob Brown e le ampie rivelazioni sul gruppo di Taylor e Oscar. L’agente Reade, infatti, occupa il maggiore spazio che gli viene accordato in modo migliore di quanto non abbia fatto Tasha Zapata nello scorso episodio, perché mostra umanità e sensibilità. Si è poi visto come anche nel gruppo di ribelli, se così li vogliamo chiamare, ci sia la mela marcia, proprio come fra i governativi nonostante il giro di Taylor e Oscar ci venga presentato come un affiatato gruppo di amici in campeggio. Niente di originalissimo, per carità, ma almeno si cerca di rendere un po’ più interessante la trama.
L’elemento deviante in questione è Cade, interpretato da un Tom Lipinski arrivato fresco fresco dalla collaborazione con Sorrentino nel film Youth. Non è stato prontamente eliminato e questo fa già ben sperare. Se sopravviverà anche alla prossima puntata o, come osiamo a malapena augurarci, all’arco narrativo in tre episodi, potrebbe darci le sue soddisfazioni. Fra l’altro, Oscar ora sa che è stato lui a sparare al Ruggedly Handsome Man, mentre un paio di puntate fa aveva dichiarato di non sapere chi fosse stato. Il ragazzo quindi ha fatto i compiti, bravo. Ultima nota gioiosa, vedere come il legame tra Jane e Kurt funzioni anche a distanza, lo dimostra la premura con cui, ad esempio, lei si informa di come stia lui fingendosi la sorella.
Veniamo ora a quello che non funziona: in poche parole tutti i cliché troppo triti e usati male. Si può cominciare dalla voce malamente distorta della persona che minaccia l’agente Reade, mostrandogli la foto di Sarah Weller e del figlio. Si può continuare con la ragazza presentatasi come segretaria del misterioso artista che vive recluso e non si fa vedere da nessuno che in realtà è la vera mente dietro tutta la macchinazione, nonché coautrice delle opere d’arte. Un po’ il vecchio luogo comune per cui il colpevole è sempre il maggiordomo. Molto meglio, a questo proposito, il macchinoso sistema di comunicazione via bigliettini. Quello, almeno, è aderente alla realtà come si è visto nei casi riguardanti boss mafiosi ai massimi livelli. Bisognerà poi trovare un nuovo metodo per registrare nella rubrica del telefonino eventuali numeri segreti, legati per esempio a grandi criminali. Oramai in molti hanno capito che, nel caso, sono da cercare sotto la dicitura “Pizza”. Abbiamo anche un nuovo momento MacGyver dopo quello visto nel quarto episodio. Stiamo parlando della porta fatta esplodere col gas. Tra i tanti momenti di eroismo che piacciono ed esaltano, questo invece lascia quasi indifferenti, se non annoiati.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Rules In Defiance 1×14 | 5.89 milioni – 1.5 rating |
Older Cutthroat Canyon 1×15 | 5.99 milioni – 1.6 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).