Grey’s Anatomy 12×24 – Family AffairTEMPO DI LETTURA 6 min

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Partiamo da un presupposto: Grey’s Anatomy è una serie ormai vecchia, che non ha più niente da dire e quel poco che ha da raccontare lo racconta male. Quest’ultimo episodio, “Family Affair”, è l’emblema della carneficina che è ormai il mondo diegetico di questa serie: caos, incoerenza e sbagli.
Ci deve essere coerenza all’interno di un racconto e qui, ormai da molto tempo, ciò manca: se pensiamo ad uno show come ad un corpo, questo è un fisico ormai logorato dall’interno, fiaccato dall’età e dalla malattia. Quando i medici/autori si accorgono della cancrena cercano ti tamponare il danno, risistemando gli arti danneggiati: una sorta di Frankenstein spaventoso.
In “Family Affair” le storie sono inserite in un robot da cucina e il risultato è un mix di pezzi di carne che cuciti insieme producono solo una parodia di ciò che è un corpo. Il corpo seriale una volta giovane, atletico ora è raggrinzito, molle, caduco perché al suo interno c’è solo un anelito di vita. C’è poco di umano dunque in Grey’s Anatomy, ci sono solo situazioni che si ripetono stancamente in un canto funereo di una diva sul viale del tramonto, incapace di dire: “E’ finita”. Un matrimonio, una fuga, storie che terminano e altre che forse iniziano: cose già viste insomma; è anche vero che le narrazioni sono fatte appunto di corsi e ricorsi, ma è anche vero che a rendere una narrazione speciale rispetto ad un’altra, la differenza cioè, sta proprio nel modo in cui viene scritta. Un “Sì” bisbigliato con trepidazione su un altare può essere la più bieca dimostrazione di finto romanticismo o un inno all’amore.
Luigi Tenco nel 1962 racconta di un amore nato per coprire i vuoti, le mancanze, per riempire la notti e i sogni; il cantautore non tesse parole di miele ma mostra un amore per lenire le ferite. Grey’s Anatomy ci aveva insegnato che l’Amore è uno solo, che c’è un’anima gemella che ti spinge e sospinge da cercare e ricercare, nonostante gli ostacoli, i dolori. Ora invece alla ventiquattresima puntata di questa dodicesima stagione lo show ha deciso che l’amore ha confini e che l’unica possibilità per noi è reinventarci innamorati, riscoprirci pronti all’altro. I personaggi all’interno di una serie rappresentano ciò che narra la serie stessa e dunque Meredith, Amelia e tutti gli altri sono incoerenti, vecchi e immaturi al tempo stesso, pezzi di discorsi detti da altri, coazione a ripetere di se stessi, figurette rabberciate, statue che imitano opere d’autore.
Meredith alla fine di “At Last” si è mostrata pronta almeno a farsi toccare di nuovo da un altro uomo senza poi pentirsene. Qui la vediamo arrabbiata, indiavolata, indispettita di dover andare al matrimonio della cognata Amelia e di Owen per tutti i motivi per cui ha sempre mal sopportato la donna. Augura loro un temporale – che ben sappiamo è cattivo presagio, o almeno foriero di cambiamenti -, stesa sull’erba assieme a Karev – ci ricordiamo che la Grey faceva la stessa cosa con Cristina -, parlando di amore e di vita. Ricordano Derek e Izzie, ma lo fanno senza profondità; non c’è alcun tipo di emozione nelle loro parole. Meredith ha parlato di Derek, del dolore per la perdita, ma ora invece cambia rotta e ci fa capire che non c’è un solo amore, ci sono più possibilità.
Non contenta la donna incoerente fino alla fine prima cerca di far cambiare idea a Owen e poi con Amelia fa il contrario, rendendosi disponibile: “Just let me know what you need, I’m here for you. I’m your family”. Dopo averci raccontato di un’amicizia profonda, quella tra Mer e Cristina, ora si improvvisa la persona della sorella Shepherd, perché in fondo loro sono uguali – nonostante le avesse detto che lei le aveva rubato la vita. La serie avrebbe potuto lavorare su questa sororità dettata dalla comunanza che lega le due, invece il risultato è un racconto fioco e labile. Questa storyline si conclude in maniera surreale e priva di senso: Mer, Amelia e Maggie fuggono in una sorta di viaggio alla Thelma e Louise. Non c’è nulla della ribellione e della voglia di fuggire da un mondo fatto di imposizioni e regole delle due donne, qui ci sono solo tre giovani vecchie o vecchie giovani che parlano di cose inutili e fanno cose senza senso – basta pensare che Amelia se la prende con la cognata perché l’ha costretta a scappare, come se fosse incapace di prendere decisioni da sola.
Un’altra storyline priva di senso è quella che lega fortemente le vite di April e Jackson: se in precedenza li abbiamo visti odiarsi, urlarsi addosso, ora li vediamo uniti più che mai. Dimostrazione di mancanza di creatività è la narrazione del parto di April. E’ grottesco che Ben – colpevolizzato per la morte di una partoriente e del bambino che portava in grembo – ora sia l’unico che possa far nascere la creatura di April (podalica, in sofferenza fetale, sul tavolo di una cucina). La serie più di una volta ha mancato di rispetto al suo pubblico ma in “Family Affair” ha raggiunto il massimo; l’urlo disumano che la povera April ha lanciato è il nostro stesso quando ci rendiamo conto della pantomima a cui stiamo assistendo.
Un’altra umiliazione per l’intelligenza dello spettatore è quella che riguarda la storia di Callie e Arizona: le due donne sono state protagoniste di un episodio in cui sono andate in tribunale per l’affido della figlia. Ora invece dopo poche puntate le vediamo solidali, anzi la bionda dottoressa “cede” come un pacco la figlia alla ex moglie per la felicità di Callie. Quella patetica frase detta con un sorriso sulle labbra prende le forme di un discorso da bipolare: “Sofia deserves to have two happy moms”. Il bipolarismo è una delle caratteristiche di queste ultime stagioni: ognuno dice tutto e il contrario di tutto, dimostrando che può accadere qualunque cosa.
In “Family Affair” ci sono poi alcuni indizi su ciò che succederà nella prossima stagione: la scoperta che il nome di Jo non è questo, che era già sposata (scelta balzana e insensata) e i sentimenti che Maggie prova per Riggs (mal interpretando lo sguardo di intesa dell’uomo). Comprendiamo che l’inarrestabile fluire di questa storia di medici e amore ha ancora molto con cui tormentarci.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il figlio di April e Jackson
  • Le storie
  • Un altro matrimonio
  • L’incoerenza e l’immaturità dei personaggi
  • Il finale da cui capiamo che il futuro di questa serie sarà un lunghissimo e barboso litigio tra Mer e Maggie per Riggs.

 

“Family Affair” è un brutto episodio, senza capo né coda, che diventa ridicolo e grottesco in più di un’occasione (la rissa tra Karev e DeLuca). Questa è una puntata deludente, come l’intera stagione del resto; è incomprensibile, surreale pensare che un gruppo di autori abbia pensato di poter colpire il pubblico con questo marasma di azioni, situazioni e storie. Se per molti episodi Grey’s Anatomy non ha raccontato nulla, in questi ultimi ha fatto succedere di tutto e di più, riciclando cose già viste, tritando le vite dei suoi personaggi, sminuzzando le loro carni e le loro coscienze e frullando il tutto.

 

At Last 12×23 7.7 milioni – 2.1 rating
Family Affair 12×24 8.1 milioni – 2.3 rating

 

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