“Rubber baby buggy bumpers.”
C’erano una volta, nell’Ottocento, storione strappalacrime di bimbi ricchi rubati dagli zingari, oppure fatti sparire da qualche parente invidioso che voleva ereditare. Basti pensare a Oliver Twist o a Remì. Finivano sempre ed immancabilmente in mano a qualcuno che insegnava loro ad andare a rubare. All’alba dell’anno 2016, però, il prodotto non è un dolce ragazzino che conserva il suo buon cuore attraverso mille peripezie, ma Tom Keen. D’altro canto, mamma Susan non gira su di un battello a forma di cigno, come la signora Milligan, ma è la dirigente di una compagnia multinazionale con sezione Gray Matters, nientemeno. La sua battaglia quotidiana è gestire i propri affari dribblando gli attacchi di ansia e panico di cui soffre da una trentina d’anni, cioè dalla scomparsa del figlio. In questo l’aiutano lo scioglilingua di cui sopra e una specie di coroncina – rosario, quasi sicuramente ricordo del suo piccolo Christopher. Un tratto che rende subito più umana la signora, anche se forse non propriamente simpatica.
Qui si aprono scenari di puro delirio, ad esempio su come potrebbe essere il ricevimento se Lizzie non fosse morta, tornasse e insistesse nel perseguire il suo insano progetto di sposare Tom (abbiamo deciso di chiamarlo sempre e solo così, d’ora in poi, per risparmiarci il gran mal di testa di star dietro alle sue varie identità alternative, per quanto Christopher sia un bel nome, molto meglio di Howard Jr. o Pier Howard.) Mettere insieme questa nuova famiglia di lui con il Vecchio dell’Alpe Dom Rostov, nonno di Heidi Lizzie, potrebbe produrre risultati strepitosi. L’unica cosa che ci fa piacere è sapere come la piccola Agnes sia ora una vera e propria ereditiera: almeno dal punto di vista economico e materiale, mai nulla le mancherà. Suo padre, forse, può aspirare ad un posto di vice presidente della Halcyon Aegis, l’azienda di famiglia. Lo si scoprirà di certo meglio in Blacklist: Redemption, lo spin off che ora è stato ufficialmente ordinato e ha un titolo. La messa in onda è prevista per il 2017. Non se ne capisce pienamente l’utilità, ma dovrebbero esserci anche rivelazioni inerenti la serie madre.
Per adesso, Tom si è esibito in una rapina in banca con tanto di bimba coinvolta, perché non si può fare una rapina in un film o telefilm senza mettere di mezzo una bimba, o una donna incinta e quello che si fa partire l’embolo e attacca a sparare a casaccio. Sempre Mr. Keen, nel corso di questo episodio che funge da backdoor pilot per lo spin off, si produce in un numero alla Mission: Impossible. Dà persino un contentino agli spettatori sparando a Mr. Solomon, anche se la soddisfazione piena è ancora da rimandare per chissà quanto tempo. Molti spettatori, irritati, si sono chiesti perché, se nel caso di Red e Lizzie non ci siamo arresi nemmeno davanti al diniego di lui, continuando imperterriti a credere che sia il padre di lei, ci dobbiamo bere in tre secondi che Susan sia la madre di Tom. Semplice, perché siamo convinti che Red sia il padre di Lizzie da dieci secondi dopo il loro primo incontro, nell’episodio pilota. Probabilmente è per diversificare serie madre e spin off: due serie che la tirano all’infinito senza rispondere allo stesso tipo di Domandone sarebbe troppo. Intanto però a Tom è stato consigliato caldamente di non farsi riconoscere: questo sarà certamente funzionale a mantenere lo spin off sui binari previsti di serie cupa e muscolare come l’originale.
“Masha, I’m your father.”
Purtroppo queste parole, davanti alle quali non si può non pensare a Darth Vader, non vengono dalle labbra da cui molti le attendono sin dall’inizio. Concludono comunque una seconda parte ricca di momenti dove la tensione si fa insopportabile. Moltissimi nodi vengono al pettine. Prima di tutto, la finta morte di Liz organizzata da Kate Kaplan. Niente di sorprendente per carità, molti spettatori se lo aspettavano da settimane, ma rimane il problema di cosa farà Reddington della sua fidata collaboratrice.
Ci permettiamo di suggerire di non farne niente, perché non si sa, in realtà, chi dei due abbia fatto gli sbagli più enormi, in pura buona fede. Tensione e problemi affliggono anche tutti gli amici della task force, chiamati a conciliare principi personali, operato e desiderio di vendetta. Primo fra tutti Ressler: l’essersi trovato al punto di sparare a Reddington e di essere tenuto sotto tiro contemporaneamente da Dembè, per difendere Alexander Kirk, avrà certamente delle conseguenze, a livello se non altro interiore.
Ora però è tempo di bilanci, prima dei nuovi episodi previsti per il prossimo autunno. Questa stagione ha dimostrato una sua compattezza: il filo conduttore è stato prima la fuga, poi la ricerca di Katarina Rostova mentre si organizzava il matrimonio e infine la vendetta. Non si sa se per compensare l’assenza per maternità di Megan Boone o meno, negli episodi senza di lei sono fioccate le rivelazioni, con l’apparizione di tutto un parentado di cui ignoravamo l’esistenza, ma ci ha fatto molto piacere conoscere e certamente rivedremo.
Questo però non ha impedito a personaggi già noti di brillare sempre più, conquistandosi un posto ancora più grande nel cuore del pubblico. Stiamo parlando di Dembé (protagonista di uno dei momenti più epici dell’intera stagione) e di Aram, il quale sa mescolare competenza professionale e tenera goffaggine in modo unico. Il colpo di scena finale, inoltre, apre un’estate di felicità per chi shippa Lizzington: non abbiamo ancora la certezza che l’oligarca russo sia davvero il padre della ragazza, ma date le precarie condizioni di salute dell’uomo verranno sicuramente condotti al più presto esami clinici per appurarlo. Al di là di questo, però, si apre il grandissimo problema dei ricordi di Lizzie, quelli dove lei ha sparato al padre. A parte l’ovvia spiegazione delle memorie alterate e la giustificazione di averlo fatto per proteggerla che già sentiamo Mr. Reddington addurre, quando ritroverà la sua amatissima, bisognerà trovare una spiegazione consistente e valida per illustrare cosa sia realmente successo la notte dell’incendio.
Megan Boone, in un’intervista, ha dichiarato che ormai il suo personaggio ha capito di dover cercare le risposte alle sue domande da altri, perché da Red non le avrà mai, anche se non si intravede per lei all’orizzonte una vita senza di lui. Restano in buona sostanza vive le ipotesi fatte a ottobre, riguardo alla possibile conclusione dell’intera vicenda. Stiamo parlando dell’ipotesi settecentesca, in cui Red diventa il signor marito – zio di Lizzie e di quella Candy Candy, con lei lasciata su di un’isola, o comunque in un posto fuori mano, a gestire ad esempio una fattoria con Ressler piuttosto che col dottor Nick. Certo, date le ultime rivelazioni sulla ricchezza della famiglia da cui la ragazza proviene, forse diventerebbe allevatrice di cavalli a Cuba, ma lo scopriremo solo vivendo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Susan Hargrave 3×21 | 6.65 milioni – 1.2 rating |
Alexander Kirk Part I 3×22 | 6.44 milioni – 1.3 rating |
Alexander Kirk: Conclusion 3×23 | 6.88 milioni – 1.3 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).