Suits 6×03 – Back On The MapTEMPO DI LETTURA 3 min

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Nonostante la nuova declinazione carceraria che identifica questa sesta stagione, Suits non rinuncia a due elementi costitutivi da sempre del suo DNA: il Percorso di Miglioramento Personale intrapreso da quasi tutti i membri del cast principale e il gioco del fregarsi l’uno con l’altro in cui si trasformano immancabilmente il 99.9% degli affari trattati dalla Pearson – Specter – Litt.
Sul primo fronte, in prigione abbiamo Julius (se vi sembra di averlo già visto da qualche parte, Malcom-Jamal Warner era il figlio dei Robinson nell’omonima sitcom). Lo psicologo fa quello che può per Mike, con quali risultati lo scopriremo in futuro. Il suo personaggio certo tiene alta la bandiera dell’eleganza, a cui i costumisti della serie tengono molto, ma per ora non è ancora ben delineato. Così come non è ancora ben definito il personaggio di Kevin Miller (a cui dà vita Erik Palladino, da E.R. passando per NCIS: Los Angeles): cerca di barcamenarsi, di arrivare alla fine della pena col minor numero di scossoni possibile, ma non sempre ci riesce, come dimostrato dal pestaggio nei bagni. Il maggior numero di punti, nella speciale classifica della crescita interiore, stavolta però lo fa Rachel: messa a confronto con le difficoltà della vita, sta piano piano imparando a cavarsela. Anche perché, come le ricorda Jessica, per chi vuol essere avvocato di alto livello certi conflitti sono pane quotidiano.

Jessica: “Rachel, I don’t know if you’ve been paying attention, but I go through something like this every damn day.” 


I colloqui d’affari sono invece complicati dal fatto che lo studio legale rischia di chiudere. Il povero Harvey sta fra l’incudine e il martello, cioè tra Nathan Burns e William Sutter. Non sa quale dei due disprezzi di più e sceglie, senza grandi sorprese, Mike che ha bisogno di lui. Alla fine, comunque, si allea con Burns, ma questa sottotrama ha tutta l’aria di non essere finita qui, anzi di essere un potenziale filo conduttore, almeno per la parte estiva della stagione. William Sutter potrebbe candidarsi al ruolo di villain di turno, con adeguata trama orizzontale a lui dedicata, ne ha tutti i requisiti.
Per fortuna, in un ambiente dove tutti si sentono con l’acqua alla gola, ci pensano Donna e Louis a tenere alto il morale della squadra, con il loro consueto senso dell’umorismo e le loro trovate spesso un po’ bizzarre ma azzeccate. Adesso, inoltre, c’è tutto un nuovo gruppo di “inquilini” negli uffici, capitanati da Stu Buzzini, a portare una ventata di novità, rendendosi utile sia per i momenti più comici sia per le faccende che contano.
Come pensavano molti tra il pubblico, Mike Ross non resterà in prigione per tutti i due anni della sua pena. Ragioni di logica e di economia della narrazione suggeriscono di farlo uscire prima. La proposta, su cui si è chiusa la puntata, di concedergli uno sconto purché egli diventi un informatore non sembra però la strada giusta da intraprendere. Egli, infatti, diventerebbe un infame proprio come il suo persecutore Frank Gallo e addio Percorso di Miglioramento Personale. Per non parlare della scarsa soddisfazione che ne avrebbero molti spettatori. I toni della serie, almeno finora, si sono sempre mantenuti abbastanza leggeri e questo non sarebbe in linea con essi.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Donna e Louis pimpanti
  • La crescita psicologica di Rachel 
  • I nuovi “affittuari”, capitanati da Stu Buzzini, potrebbero rivelarsi una scelta premiante
  • La figura di Kevin Miller
  • Far diventare Mike un infamone informatore non sembra la via più coerente per non prolungare oltre il dovuto il suo soggiorno in carcere

Si capisce: essere messi in prigione è evento traumatico, che lascia spaesato chi lo vive e comporta massicci riaggiustamenti di vita, ma questa stagione stenta un pochino a decollare. Come si deduce dal promo, drammatici sviluppi sono in serbo per il futuro. Vedremo se serviranno a rendere tutto più scorrevole.

Accounts Payable 6×02 1.65 milioni – 0.5 rating
Back On The Map 6×03 1.78 milioni – 0.5 rating

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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