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Suits 6×11 – She’s GoneTEMPO DI LETTURA 3 min

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La seconda parte di questa sesta stagione di Suits inizia in una giornata di sole, con immagini per le quali non vengono usati i soliti filtri blu e con sottofondo delle struggenti note di “I’ve been loving you (for too long)” cantata da Otis Redding.
Tra i personaggi (soprattutto tra Harvey e Donna, anche se è solo un sogno) ci sono più coccole in tre minuti che, probabilmente, in tutte le sei stagioni fin qui trasmesse. Insomma, si capisce subito come questa puntata si dedicherà allo sviluppo del Percorso di Miglioramento Personale dei personaggi principali, tralasciando l’altro tema fondamentale della serie, cioè il gioco del fregarsi l’uno con l’altro. (Date le circostanze, concediamo come pausa questo episodio e magari anche il prossimo, in attesa di tornare alle care, vecchie e sane schermaglie, fonte di dialoghi spumeggianti e spericolati giochi di mosse e contro mosse.)
Ovviamente, la via di ognuno presenta degli ostacoli: Mike fa fatica a trovare lavoro, dato il suo status di ex galeotto (Jean Valjean docet). A meno di sviluppi davvero sorprendenti, finirà per accettare il ruolo di consulente del suo caro studio legale. Peccato per come velocemente si chiuda la storyline dell’insegnamento, perché da quei ragazzi si sarebbe potuto ricavare moltissimo, soprattutto una volta convinti ad utilizzare per gli studi la stessa abilità e velocità impiegata per scoprire che il loro nuovo insegnante era stato in prigione. Comunque, egoisticamente, meglio così: la cattedra non fa per Mike.
Alla Pearson Specter Litt, intanto, c’è tutto da rifondare, la mancanza di Jessica si sente tantissimo e questo sfocia in una scenata, fin troppo violenta, di Harvey a Louis. Non c’è più l’arbitro, capace di gestire e mediare le tensioni fra i due anche a costo di sembrare una maestra alle prese con bambini di quinta elementare.
Mr. Specter intanto, è di nuovo sull’orlo di una crisi di panico. Senza un punto fermo nella sua vita come Miss Pearson, si sente mancare la terra sotto i piedi, così come avvenuto quando non c’era Donna. Mr.Litt, dal canto suo, è in corsa lanciata verso la santità. Sia detto in senso sarcastico, davanti alla sua repentina decisione di far da padre ad un futuro figlio non biologicamente suo. Dato per assodato, o almeno così sembra, che Louis non è ancora in grado di essere managing partner, vedremo come cambierà la partita con l’arrivo dei nuovi giocatori, cioè i nuovi associati. Una, per ora, la conosciamo già, cioè Katrina e la cosa fa ben sperare per il futuro.
In tutto questo, non risulta particolarmente simpatica la figura di Robert Zane. Si può capire il suo desiderio di garantire un futuro sicuro e felice alla figlia, ma sembra fin troppo ansioso di papparsi inglobare lo studio rivale. Per fortuna c’è la grande Gretchen, pronta a scendere in difesa con le unghie e con i denti.
Per quanto riguarda Rachel, infine, la ragazza sembra scegliere la fedeltà al suo uomo e alla sua “famiglia professionale” rispetto al garantirsi un “alone di rispettabilità” di fronte alla commissione giudicante, step da affrontare prima di diventare un avvocato a tutti gli effetti. Ciò le fa sicuramente onore.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Coccole Darvey
  • Scartata la soluzione di far diventare Mike un insegnante
  • Gretchen
  • Jessica manca tanto a tutti
  • Mr. Zane
  • Troppa foga nella scenata di Harvey a Louis
Il neo sposo Patrick J. Adams passa dietro la macchina da presa, ed è la terza volta, per dirigere un episodio ricco di emozioni e sentimenti. Il ritmo un po’ blando fa scendere il voto, conoscendo le velocità vorticose a cui sono giunti certi episodi del passato. La prossima puntata promette di non essere da meno, con Harvey che dovrà affrontare sua madre. 
P.S.L. 6×10 1.92 milioni – 0.5 rating
She’s Gone 6×11 1.37 milioni – 0.3 rating

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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