Son Of Zorn 1×12 – The Quest For CraigTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Whiskey and Zorn…”

Da un paio di episodi a questa parte, Son Of Zorn scongiura il peggior spauracchio di una comedy: non far ridere. Abbiamo già avuto modo, nelle precedenti recensioni, di analizzare il perché la comicità sia arrivata a funzionare. E’ possibile in questo dodicesimo episodio, però, individuare un ulteriore confortante aspetto. Le risate non seguono una linea retta, bensì si diramano in diverse direzioni.
Indubbiamente una comedy ha le sue trame primarie, oltre che il suo soggetto comico principale. Inutile ripetere per l’ennesima volta come la particolarità del personaggio di Zorn – e in generale della serie intera – se sfruttata come unica sorgente di eccentricità e comicità rischiava di cadere nel ripetitivo. Ciò che a suo tempo consacrò serie comiche del calibro di New Girl o Brooklyn Nine-Nine, invece, fu proprio la capacità di estrapolare momenti esilaranti anche in brevissime scene, con battute pronunciate da personaggi destinati a comparire solo per pochi istanti. In questo caso, l’intero background di Craig con il fratello, in scena per pochissimo, oppure il coach di Alangulon (con la distruzione del suo appartamento della sua macchina) costituiscono scene di per sé inutili nell’economia della serie ma, proprio per questo, utilissime ad arricchire lo scenario folle che ogni comedy dovrebbe avere.
Quando poi si viaggia in sicurezza è anche facile creare una reazione a catena che possa in qualche modo aumentare la quantità di situazioni e scene esilaranti. “The Quest For Craig” è infatti caratterizzata da un altissimo ritmo scenico, in cui si avvicendano situazioni sì assurde, ma anche completamente fuori da ogni previsione. Durante la visione viene da chiedersi: Edie e Zorn torneranno insieme? Craig tornerà da Edie? Linda c’entrerà mai qualcosa in questo triangolo, quasi rettangolo? Se spesso è prevedibile indovinare dove una comedy potrà andare a parare, in questo caso, soprattutto nella sequenza del motel, lo spettatore tende a cambiare idea rapidamente. La comicità dove sta, in tutto ciò? Nell’aggiunta di momenti pregni di demenzialità, tutti propinati molto velocemente: Zorn che scambia il corpo con un falco, montage musicale, Zorn che ricorda che tale potere gli fa sanguinare i capezzoli, Edie e Zorn sembrano riavvicinarsi ma ognuno ricorda il proprio partner, ulteriore montage, viene conclamato che Edie e Zorn non possono e non intendono più stare insieme. Questa rapidissima successione di capovolgimenti di fronte, oltre a disorientare lo spettatore, legittimano anche il personaggio di Craig come figura predominante all’interno dello scenario zephiro-americano.
Da adesso in poi si saprà che il tema fondante della serie non è la coppia Edie-Zorn, bensì tutta la vita intorno a questa disfunzionale famiglia, con una lente di ingrandimento sul rapporto tra Zorn e il figlio, non a caso in questo episodio appellato insistentemente come Son of Zorn. Non un nome a caso.
Se quindi nel precedente episodio sembravano essere stati posti dei semi per una microscopica trama orizzontale che poteva essere portata avanti e che poteva dare uno scossone alla serie, anche nell’ottica di una probabile seconda stagione, la tempesta nonsense di questa 1×12 sembra poi riportare il sereno nello status quo di Son Of Zorn. E se è possibile accogliere di buon grado il decollo umoristico dello show, non si può che rabbrividire nel veder ripiombare tutto in uno stato di normalità, addirittura legittimando la grottesca love story tra Zorn e Linda.
Era la serata dei Grammy, è vero, tuttavia l’incredibile calo di ascolti e la possibilità di una trama più a lungo termine, ormai tagliata via con l’accetta, non possono che far sorgere dei dubbi sul prosieguo della serie. Quindi, se la caciara generale ha favorito l’episodio in sé, la rapida (rapidissima) risoluzione sembra avviare senza scossoni questa prima stagione verso un season finale che ha il sapore di series finale.
A conferma di quanto notato in precedenti recensioni, ciò che sta funzionando bene è l’apporto comico dato da personaggi che avevano tutte le carte in regola per annoiare. Si può tranquillamente dire che Edie sia la “migliore in campo” di questo episodio, pur non facendo niente di particolare. La sua complicità con Zorn, per lo più mostrata grazie a racconti e a descrizioni di eventi passati, aiuta a valorizzare la caratterizzazione comica dell’ex moglie del protagonista. Scene come l’ipnosi al poliziotto o i racconti delle orge funzionano proprio grazie al contrasto tra il non visto (ma raccontato) e ciò che è possibile vedere: una madre di famiglia in pieno stile stelle e strisce.
Il discorso appena portato avanti è valso anche per il lato adolescenziale della serie, ovvero quello di Alangulon, il figlio di Zorn. Con il suo essere impacciato, Alan ha sempre garantito un angolo di awkwadness niente male, anche in quel caso scongiurando la latente banalità dell’angolo teen. Possiamo tranquillamente dire che in questo episodio la storyline di Alangulon risulta essere quella più debole, proprio perché sottoposta a situazioni discretamente stereotipate (lo sfigato accettato dalla gang che però in questo modo trascura la ragazza che si era innamorata di lui proprio perché sfigato), ovviamente se si esclude il fatto che la sua progressione sociale deriva dal coming out delle sue gambe cartoon.
L’epilogo in cui tutte le storyline si uniscono non fa che porre la ciliegina sulla torta al caos che questo episodio ha portato. Il violentissimo calcio di Alan alla palla da football è un mix di potenza, demenzialità e crudezza che giusto il figlio di uno zephiriano poteva possedere.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Caos e mancanza di punti di riferimento per le aspettative dello spettatore
  • Ipnosi al vigile
  • Il coach e il suo appartamento la sua macchina
  • I montage musicali
  • La musica di sottofondo
  • Edie e la sua comicità di riflesso
  • Per gli amanti di The Wire: il fratello di Craig
  • Il coro da stadio di Zorn
  • Alan e la sua storyline leggermente stereotipata
  • Aria di series finale?

 

Son Of Zorn, con la sua pesante premessa, ha piano piano cancellato i preconcetti che le additavano una latente ripetitività. Si spera che si possa consolidare il tutto in futuro, andando avanti per qualche stagione. Non troppe però.

 

The Battle Of Self-Acceptance 1×11 2.00 milioni – 0.9 rating
The Quest For Craig 1×12 1.44 milioni – 0.6 rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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