“Either you’re part of the problem or you’re part of the solution or you’re just part of the landscape.” [dal film Ronin, 1998]
Con il termine ‘ronin’ si fa riferimento ad un samurai decaduto, rimasto senza padrone, o per la morte di quest’ultimo, o perché ne aveva perso la fiducia. Chi è quindi il ‘ronin’ da cui prende titolo quest’ultima puntata di Colony? Il nostro amato samurai decaduto non è altri che Alan Snyder.
L’ex proxy del blocco di Los Angeles, dopo avere avuto l’ennesima dimostrazione che non ricevi mai nella stessa misura che dai, decide di voltare le spalle agli Host per puro interesse personale. E, ovviamente, per salvaguardare la sua stessa salute.
Relegato nella panchina più nascosta della colonia, Snyder è riuscito a risalire la classifica delle persone che contano all’interno del blocco anche grazie alla propria maestria nell’approcciarsi alle persone ed al suo innato talento di doppiogiochista.
Eppure si tratta di un percorso a vuoto, considerato che, per il blocco per cui tanto si è messo in gioco, è stata decretata la “total rendition“.
Ma veniamo alla frase sopra menzionata, tratta dal film omonimo della puntata, in cui compaiono Robert De Niro e Jean Reno: applicandola alla serie tv e, nello specifico, a questa seconda stagione, è possibile fare un veloce censimento di quei personaggi che sono il problema di Colony, di quelli che ne costituiscono la soluzione e di quelli che invece fanno da blando contorno.
“…you’re part of the problem…”
Di Bram abbiamo ampiamente parlato nelle scorse puntate, specialmente della sua evoluzione in Arma Letale (o Cucciolo Maledetto, a seconda del recensore) e di quanto questa si discosti da ciò che mente umana possa concepire. Anche di Katie abbiamo fatto menzione, specialmente riguardo a determinati dialoghi con il marito nei quali sembrava non rendersi conto di quanta confusione fosse riuscita a portare all’interno della famiglia Bowman con questo suo desiderio di voler giocare alla rivoluzionaria.
Pur essendo parte del problema, Broussard, Maddie e Nolan potrebbero farci un regalo non indifferente: non tornare nella terza stagione. Sarebbe un aiuto non da poco. Soprattutto se si considera quanto questi personaggi rappresentassero solo un peso a livello narrativo: è già complicato riuscire a gestire una trama su più fronti, se a questo aggiungiamo l’inutilità dei personaggi e attori non così bravi otteniamo una formula chimica altamente nociva.
“…you’re just part of the landscape…”
Noa, Charlie, Morgan, Hennessey, Jennifer McMahon, Gracie, Devon. Se qualcuno di questi nomi non dovesse dirvi niente non sentitevi in colpa: sono semplici personaggi-paesaggio. Potrebbero scomparire offscreen e non ricomparire nella prossima stagione e nessuno se ne renderebbe nemmeno conto. Alcuni di questi (come Noa e Devon) sono comparsi a stagione in corso. E’ stato concesso loro minutaggio e un vago background per poi essere eliminati senza un’apparente motivazione.
Altri ancora (Hennessey, Charlie e Gracie) compaiono in un paio di scene e sembrano far parte del mobilio, tanto la loro staticità li rende utili alla causa.
“…you’re part of the solution…”
Forse gli unici due personaggi degni di qualche nota di merito sono rappresentati dal protagonista indiscusso, Will, e da un altro personaggio a cui è stato concesso spazio narrativo sempre maggiore e che ha ripagato (per quanto poco abbia pesato sul resto della trama, purtroppo): l’ex proxy Snyder.
Il finale ha la peculiarità di presentare il primo membro delle forze armate collaborazioniste con un effettivo cuore, visto e considerato che fino a questa puntata quelli incontrati sembravano dei semplici automi da combattimento (non troppo bravi nemmeno in quello).
Questo finale, così come la stagione in sé, lascia l’amaro in bocca ed un senso di vuoto nello spettatore: vale davvero la pena continuare a sperare in un qualche scossone narrativo in Colony?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Seppuku 2×12 | 0.82 milioni – 0.2 rating |
Ronin 2×13 | 0.82 milioni – 0.2 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.