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Ci sono casi nei quali uno show porti recensori diversi a scrivere, magari a distanza di una sola settimana, cose molto simili tra loro. “The Last Man On Earth”, soprattutto nei suoi (ultimamente molti) momenti di grazia, rientra in questa categoria. Soltanto sette giorni fa, infatti, un collega della persona che vi sta scrivendo ora, analizzando “Stocko Syndrome“, ha tessuto le lodi del prodotto di Phil Lord e Chris Miller, che rappresenta uno dei pochi esempi di comedy broadcast di alto livello. Uno dei pregi della serie, oltre alla scrittura di alto livello e un Will Forte sempre sugli scudi, è rappresentato dall’audacia narrativa, con una trama orizzontale in costante evoluzione. ”
Non si può che ripetere quanto detto nello scorso appuntamento settimanale: TLMOE è una serie coraggiosa, che non si perde (quasi mai) in chiacchiere e che viaggia sempre ad un ritmo sostenuto, e “Skeleton Crew” lo dimostra forse ancora di più rispetto al suo predecessore. L’arrivo di Glenn, uno dei temi centrali di questa prima parte di stagione, avrebbe potuto rappresentare, potenzialmente, una trappola per lo show. Nel tentativo di dare tridimensionalità al personaggio, infatti, si sarebbe dovuto scavare nella sua psicologia, indagare sul suo passato e, forse, anche andare nella sua vecchia casa in cerca dei figli. Inoltre, prima o poi, si sarebbe dovuto porre il problema relativo alla sua eventuale immunità al virus (essendo stato in un’isola deserta per tutto questo tempo, non è mai stato esposto alle radiazioni).
Non si può che ripetere quanto detto nello scorso appuntamento settimanale: TLMOE è una serie coraggiosa, che non si perde (quasi mai) in chiacchiere e che viaggia sempre ad un ritmo sostenuto, e “Skeleton Crew” lo dimostra forse ancora di più rispetto al suo predecessore. L’arrivo di Glenn, uno dei temi centrali di questa prima parte di stagione, avrebbe potuto rappresentare, potenzialmente, una trappola per lo show. Nel tentativo di dare tridimensionalità al personaggio, infatti, si sarebbe dovuto scavare nella sua psicologia, indagare sul suo passato e, forse, anche andare nella sua vecchia casa in cerca dei figli. Inoltre, prima o poi, si sarebbe dovuto porre il problema relativo alla sua eventuale immunità al virus (essendo stato in un’isola deserta per tutto questo tempo, non è mai stato esposto alle radiazioni).
In linea di principio, questi sviluppi narrativi sarebbero potuti risultare interessanti ed intriganti, se non fosse per un dettaglio alquanto significativo: pur con alcune differenze, tutto ciò sarebbe stato somigliante in maniera piuttosto netta alla storyline di Mike Miller, il fratello di Tandy, protagonista della seconda metà della seconda stagione. Gli autori avrebbero potuto sfruttare comunque la situazione, battendo un filone che già si è rivelato vincente (le parti con Suidekis sono state tra le migliori, nonostante la serie non stesse vivendo il suo momento migliore dal punto di vista qualitativo) e apportando alcune modifiche per riportare la sensazione di già visto su livelli più bassi. Fortunatamente, niente di tutto questo è accaduto, e si è deciso di congedare il personaggio di Glenn poco dopo essere arrivati a Zihuatanejo.
Un rischio abbastanza analogo era rappresentato da Pamela, interpretata da Kristen Wiig. La donna, infatti, è sembrata sin da subito una sorte di versione femminile di Tandy, e le sue azioni lo hanno confermato: umorismo discutibile, egoismo (in lei molto più evidente che in Tandy), scelte scriteriate che portano a farla odiare, pentimento, ostracismo, tentativi esagerati e piuttosto puerili di farsi perdonare. Essendo giunti addirittura al famigerato “C to the T” (episodio che provocò la scrittura di una recensione alquanto accorata ed appassionata), la strada intrapresa sembrava ormai rettilinea e senza possibilità di svolta. Anche in questo caso, però, si è deciso di evitare di ripetere storyline e sequenze già viste, congedando dunque anche la Wiig, che segue Glenn nella sua ricerca dei figli. Nonostante sia apparsa per poco tempo, il suo character ha comunque vissuto una sua evoluzione, e la scelta finale (seguire un uomo che rischia seriamente di essere contagiato) rappresenta il degno finale di questo mini percorso.
Un rischio abbastanza analogo era rappresentato da Pamela, interpretata da Kristen Wiig. La donna, infatti, è sembrata sin da subito una sorte di versione femminile di Tandy, e le sue azioni lo hanno confermato: umorismo discutibile, egoismo (in lei molto più evidente che in Tandy), scelte scriteriate che portano a farla odiare, pentimento, ostracismo, tentativi esagerati e piuttosto puerili di farsi perdonare. Essendo giunti addirittura al famigerato “C to the T” (episodio che provocò la scrittura di una recensione alquanto accorata ed appassionata), la strada intrapresa sembrava ormai rettilinea e senza possibilità di svolta. Anche in questo caso, però, si è deciso di evitare di ripetere storyline e sequenze già viste, congedando dunque anche la Wiig, che segue Glenn nella sua ricerca dei figli. Nonostante sia apparsa per poco tempo, il suo character ha comunque vissuto una sua evoluzione, e la scelta finale (seguire un uomo che rischia seriamente di essere contagiato) rappresenta il degno finale di questo mini percorso.
“Damn you, Zihuatanejo! You lied to me! All of you! The entire production team of The Shawshank Redemption”
Avendo congedato questi due nuovi personaggi, la situazione vede di nuovo il gruppo composto soltanto dai membri “storici”, che ci accompagnano dalla prima stagione, e da Jasper. Il bambino, tra l’altro, rappresenta uno dei nei di questa quarta stagione: dopo aver avuto un ruolo di discreta importanza sul finire della terza, in questi primi episodi il suo apporto è praticamente nullo, dato che le sue battute sono estremamente ridotte, e le sue azioni ancora più limitate. A trovarsi sotto i riflettori, invece, è stato Todd, il quale ha finalmente raggiunto il suo scopo: arrivare a Zihuatanejo. I riferimenti a “Shawshank Redemption” suoi tentativi di coprire la delusione derivata dalla condizioni della città (piena di cadaveri) e la consolazione da parte di Melissa sono positivi per vari motivi: richiamano i fatti della scorsa stagione e, in un certo senso, li capovolgono (ora è Melissa a prendersi cura del marito) e, soprattutto, conferiscono nuova rilevanza al personaggio di January Jones, anch’esso (esattamente come quello di Jasper) molto trascurato di recente. Senza contare i riferimenti alla passione comune per il citato lungometraggio che aveva in passato fatto innamorare i due personaggi.
Avendo chiuso una storyline e trovato una nuova sistemazione, la speranza è che la serie si concentri su alcuni punti deboli oramai divenuti cronici, che si sono già potuti intuire dalle righe di cui sopra: infatti, nonostante un cast ridotto, lo show ha sempre faticato a dare risalto a tutti i personaggi, con alcuni di loro che raramente sono stati protagonisti; in questo senso, Erica è forse il caso più eclatante. Risolvendo anche questo problema, si raggiungerebbero davvero vette di eccellenza che in casa Fox non si vedono da diversi anni.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Last Man On Earth si conferma come uno dei migliori show attualmente in circolazione, contraddistinta da un grande attore protagonista e un notevole coraggio per quanto riguarda le scelte narrative. Facendo un piccolo step, si benedirebbe tutte le settimane; per il momento, bisogna accontentarsi, ogni tanto, di un sentito ringraziamento (che non è poco, anzi).
Stocko Syndrome 4×02 | 2.23 milioni – 0.9 rating |
Skeleton Crew 4×03 | 1.96 milioni – 0.8 rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.