The Walking Dead 8×01 – MercyTEMPO DI LETTURA 4 min

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Tra le poche sane certezze di cui si può fregiare The Walking Dead, la buona riuscita della season premiere è una di quelle. O lo era.
“Mercy” è chiaramente un episodio speciale per la serie, non solo in quanto season premiere, ma anche e soprattutto perché viene raggiunta la fantomatica cifra dei 100 episodi che nei canali via cavo, per via delle stagioni da 10-12 episodi, è difficilmente raggiungibile. The Walking Dead non ha avuto ovviamente fatica a spegnere queste candeline grazie agli ascolti mastodontici, ma qualche pezzo (showrunner, attori, credibilità) si è perso per strada e con esso anche un bel po’ di qualità, specialmente nelle ultimissime stagioni. All’ottava season premiere bisogna cominciare a porsi qualche domanda ma si deve anche celebrare degnamente il traguardo raggiunto: Scott Gimple alla scrittura e Greg Nicotero alla regia ci hanno provato ma qualcosa è andato storto.

When I first met him Jesus said that my world was gonna get a whole lot bigger.
Well, we found that world. We found each other. That “bigger world” is ours by right.
[…] Any person who would live in peace and fairness, who would find common ground it’s their right, too. But those who use and take and kill to carve out the world and make it theirs alone — we end them.
We don’t celebrate it. We don’t have shame about it, either.
There’s only one person who has to die and I will kill him myself.
I will.

 

Andando velocemente a ripescare “The Day Will Come When You Won’t Be“, il paragone è impari. La scorsa stagione era infatti iniziata dal grossissimo cliffhanger, nonché toto-morto, e da li si era riusciti a costruire una premiere che, giustamente, è stata benedetta e santificata in ogni modo. Di tutt’altra fattura è stata “The First Day Of The Rest Of Your Life” e, per diretta conseguenza, “Mercy” non poteva partire avvantaggiato come il suo predecessore. Non che questo abbia mai fermato alcun sceneggiatore dallo scrivere un ottimo episodio ma, ovviamente, una buona base di partenza, nonché un certo hype, aiuta a lubrificare il tutto.
Bisogna ammettere che la ripartenza di quest’ottava stagione è stata confusa e forzata da eventi extra scenici quali la numerazione (100° episodio) e la tipologia della puntata (season premiere), fattori che hanno portato Gimple a scrivere uno script non facilissimo né da interpretare né da capire. Se da un lato si sentiva la necessità di dare vita allo scontro con Negan il più velocemente possibile, dall’altro nella stanza degli sceneggiatori si è voluto rendere omaggio ad alcune scene chiave della mitologia della serie (e del fumetto). Ecco allora che un Rick invecchiato si presenta addormentato in un letto che ricorda moltissimo il suo risveglio dal coma nella celebre series premiere oppure Carl che, ripercorrendo le orme del padre, rivive una scena simile in una stazione di benzina. Omaggi carini ma non necessari, soprattutto se tolgono tempo e spazio a momenti potenzialmente più importanti. C’è infatti il rovescio della medaglia relativo alla presenza di questo flashforward onirico che, in aggiunta ad un Rick piangente di fronte ad un albero in un’altra scena, rende di difficile discernimento il tutto. Sogni? Futuri prossimi? Scene alla cazzo di cane? Non è dato saperlo ma di sicuro il montaggio e la loro utilità non possono che lasciare interdetto lo spettatore.
Criticato quello che c’è da criticare, bisogna elogiare quello che ha reso questo episodio più che salvabile. Tutta la strategia, i preparativi, i dialoghi e la battaglia stessa (se di battaglia si può parlare visto che il conflitto a fuoco è solo da parte di Rick & Co.) sono strutturati e resi molto bene, esattamente come tante altre volte in passato. La stessa CGI (esclusa la parte iniziale della sparatoria) e l’enorme mole di zombie, finalmente usata a dovere, hanno conferito alla premiere quella qualità che tanto si andava richiedendo alla serie e che, presumibilmente, andrà nuovamente a scemare molto presto. Ecco quindi che l’attacco alla base dei Salvatori viene strutturato con minuzia di particolari, suddiviso in più parti e studiato per essere inaspettato ed efficiente. Chiaramente, ancora per una questione di numerologia, non ci si può né aspettare la morte di Negan (sempre immune ai proiettili come tanti altri personaggi) durante la season premiere, né la fine della guerra con i Salvatori prima di almeno un midseason finale, ma consci di questo si può perdonare qualche ingenuità e godersi un buon spettacolo. Anche se le macchie rimangono.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Easter eggs ed omaggi per il 100° episodio
  • Strategia e realizzazione dell’attacco a Negan ben fatti
  • Dialoghi finalmente interessanti
  • Montaggio imbarazzante delle scene oniriche
  • Difficoltà nella compressione e nell’utilità delle sopracitate
  • Solite ingenuità
  • Effetti speciali della sparatoria

 

The Walking Dead celebra 100 episodi in maniera discreta, senza esagerare sia nel bene che nel male. Ci si poteva chiaramente aspettare molto di più ma va fatto notare che la puntata comincia a scadere esattamente quando il suo showrunner riflette troppo per autocelebrarsi. Un maggiore attaccamento alla componente action è senza alcun ombra di dubbio la chiave di volta per avere sempre episodi della serie sopra le righe. Ormai dovrebbe essere chiaro…

 

The First Day Of The Rest Of Your Life 7×16 11.31 milioni – 5.4 rating
Mercy 8×01 11.4 milioni – 5.0 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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