Cosa succede quando una serie tv viene costruita interamente attorno ad uno o due episodi chiave (midseason e season finale)? Succede che le aspettative verso quel paio di episodi chiave diventano molto alte. Se la serie tv è How To Get Away With Murder, la situazione è ancora più delicata. Le aspettative nei confronti di questo show si sono abbassate notevolmente da tempo ormai, ma il midseason finale è comunque l’episodio più importante della prima parte di stagione. Generalmente è l’episodio in cui vengono concentrate tutte le energie della serie, per renderla appetibile e creare quel cliffhanger necessario per spingere gli spettatori a sintonizzarsi nuovamente sul canale dell’ABC a distanza di due mesi. Considerata l’estrema precarietà della serie, sia in termini di ascolti sempre più al ribasso che in termini di solidità della trama, ci si aspettava di vedere un episodio più forte di quello che è effettivamente stato o ci si aspetterebbe di percepire almeno l’impegno. Quello che si avverte invece è noncuranza, superficialità e probabilmente anche mancanza di voglia. How To Get Away With Murder è una serie che procede ad alti e bassi, a questo ormai il pubblico si è abituato e rassegnato, ma vedere come un episodio potenzialmente importante come questo rientra nei “bassi” è avvilente persino per il più disilluso degli spettatori.
“He shot himself!”
“Nobody’s gonna believe that!”
“But it’s true!”
Cosa c’è di profondamente sbagliato in questo midseason finale? Non sono i continui e fastidiosi rewind, che servivano più a fare minutaggio, per riempire 40 minuti che altrimenti non avrebbero saputo come riempire, che ad alimentare la suspense; non è stata nemmeno Bonnie e la sua scontata dichiarazione d’amore ad Annalise; non è stato nemmeno lo strano rapporto tra Annalise e lo psicologo (dal triste sapore di dejavu). Quello che c’è di profondamente sbagliato in questo Winter Finale è stato il “morto” di questa prima parte di stagione ed il come è avvenuto il tutto. E’ già stato detto nelle precedenti recensioni come quest’anno, a parte una fisiologica ma appena sufficiente curiosità, i flashforward non siano perfettamente riusciti nel loro intento come nelle scorse stagioni. Un po’ per la stanchezza generale nei confronti di uno show la cui gloria è già terminata, un po’ per la troppa confusione, un po’ per l’apparente mancanza di un cadavere, l’interesse nei confronti dei flashforward è calato molto. Detto ciò, si era comunque ben lontani dall’aspettarsi un risvolto così trash. La tragicomicità della vicenda è da farsi venire il latte alle ginocchia, oltre al fatto che a morire è un personaggio di cui non importava un fico secco a nessuno, probabilmente nemmeno all’attore che lo interpretava. Patetico è stato il tentativo di renderlo più umano per far empatizzare il pubblico con lui all’ultimo minuto. Veramente ridicolo, considerando che per una stagione e mezzo è stato un semplice elemento di tappezzeria, usato solo come antagonista professionale dei protagonisti. Risulta del tutto indifferente se i dettagli sulla sua vita (buttati lì in modo completamente random nello scorso episodio) e la sua (scontata) dichiarazione ad Oliver siano stati inseriti per fare minutaggio o per cercare di farlo conoscere al pubblico per rendere più drammatica la sua morte. Probabilmente entrambe le ipotesi sono valide, il fatto è che questa svolta narrativa è un totale flop. Il suo spararsi per sbaglio è solo la ciliegina sulla torta che rende il tutto molto, ma molto trash. Se a questo poi si aggiunge Asher, che in un attimo regredisce e prende la pistola incurante di qualsiasi impronta, si capisce perfettamente perché, a visione ultimata dell’episodio, l’unica cosa che verrebbe spontanea da fare è strapparsi i capelli.
Gli aspetti positivi dell’episodio sono ben pochi. Il primo fra tutti è Michaela. La sua capacità di ragionare a mente fredda nonostante lo shock appena subito è lodevole, se confrontata all’inerzia dei suoi compagni di sventure. Sebbene l’evoluzione del suo personaggio si sia decisamente arrestata, la ragazza sembra l’unica ad aver veramente imparato qualcosa da Annalise e colei che più le assomiglia in termini di tempi di reazione e logica. Ironico, visto che è quella che più cerca di prendere le distanze dalla Keating. Una rondine non fa certo primavera, dato che il suo personaggio spicca semplicemente in quanto gli altri restano per lo più nell’anonimato. Fatto salvo ovviamente per Laurel, a cui è riservato il tipico cliffhanger finale, partorendo in un mare di sangue, chiusa in un ascensore degli anni ’80.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Nobody Roots For Goliath 4×07 | 3.71 milioni – 0.9 rating |
Live. Live. Live. 4×08 | 3.72 milioni – 0.9 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.
Bisogna essere del tutto lobotomizzati però per accettare tutto quello che succede in una puntata piena di eventi così idioti messi assieme eh…
1) un cretino si ammazza a caso maneggiando una pistola (certo, perché la tengono tutto dentro la borsetta senza la sicura. Ma dai, su.)
2) Laurel ha un aborto spontaneo (o il bambino è vivo, non ci è ancora dato saperlo) con una semplice bracciata? Ok, non voglio offendere l’intelligenza di nessuno insistendo su questo punto
3) in un grand hotel non c’è campo ma GUARDA CASO Annalise è al telefono con l’ospedale? Ma siete seri?
4) FATALITÀ si bloccano le porte dell’ascensore proprio in quel momento.
Va bene tutto, ma non siamo dei coglioni che accettano tutto quello che viene propinato. Dovrebbero scrivere le sceneggiature in modo più credibile, perché c’è un limite anche alle cretinate.
Innanzitutto grazie per il commento. Fa sempre molto piacere avere un feedback da voi lettori, oltre ad essere una buona occasione per scambiarsi opinioni.
Hai ragione, dovrebbero assolutamente impegnarsi di più nella scrittura delle sceneggiature, cosa che non hanno assolutamente fatto in questo midseason finale.
Comprendo perfettamente il tuo fastidio…
Succede quando impronti una stagione intera sui filler e cerchi di farcire 40 minuti di tutto pur di stupire. Ecco, hanno stupito sì, ma nella maniera più negativa possibile, con dei buchi di sceneggiatura paurosi.