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Direttamente dal Canada, approda nel palinsesto delle recensioni di RecenSerie un crime drama adagiato sulle forti spalle di un abile investigatore: signore e signori, ecco a voi Cardinal. Gli stilemi narrativi richiamati da questa serie tv ricordano in maniera molto decisa serie di altri Paesi e, sicuramente, maggiormente conosciute. Basti pensare a Luther oppure a Sherlock.
Al termine della prima ed entusiasmante stagione, Cardinal ha ricevuto un rinnovo doppio: una seconda ed una terza stagione sono state infatti richieste da CTV, che ha riscontrato nel nuovo prodotto proposto al proprio pubblico degli elementi validi e funzionanti. Infatti, nonostante l’archetipo narrativo sia obsoleto (e forse un po’ fatiscente) come si faceva poc’anzi notare, la narrazione in sé, i personaggi e la cornice completa della storia riescono a confezione una serie avvincente sotto molti punti di vista.
Le somiglianze con Luther non sono solo da ricercare nella blanda costruzione generale, ma anche nel difficile rapporto che lega il personaggio di Cardinal (così come quello di Luther) alla moglie ed in generale ai personaggi femminili portati in scena. Tuttavia, a fare da pezza a questo deja-vù ci pensa un ottimo Billy Campbell (The Killing, Helix) che anche in questa première riesce a portare in scena tutte le problematiche legate al proprio personaggio, a volte anche avvalendosi semplicemente di uno sguardo.
Dopo questa breve introduzione relativamente al carattere crime-drama di Cardinal, è d’uopo avvicinarsi al primo episodio della seconda stagione.
“Red” cerca di mantenere saldi i contatti con lo scorso season finale, sfruttando anche determinate situazioni per rinfrescare la memoria allo spettatore relativamente a quanto avvenuto nelle precedenti sei puntate. Tuttavia, il distacco risulta evidente anche dal solo primo sguardo: spariti i luoghi completamente innevati ed avvolti dal più nitido bianco, ad Algonquin Bay è arrivata l’estate, con conseguente immediata impostazione di un grossolano filtro giallo/verde per le riprese in esterno che non recano gloria alla fotografia di sicura bellezza che Cardinal ha portato in scena nel suo recente passato. La variazione climatica della location scalfisce solamente in parte il livello narrativo ed il caso della stagione, come è giusto che sia trattandosi di un particolare, non ne risente: la giovane redhead a cui è stata fatta una vera e propria lobotomia “al volo” (con un proiettile) risulta essere un caso dagli infiniti risvolti. Si constata, in particolare, il fatto che anche in questa seconda stagione la vittima sia anagraficamente vicina alla figlia di John, Kelly, esattamente come era stato nella prima stagione: certo, rappresenta forse un elemento ripetitivo a suo modo ma che, tuttavia, aveva funzionato talmente bene, mettendo in connessione lo spirito di padre e quello di investigatore di John, che non ci si potrebbe lamentare se la situazione si dovesse ripresentare.
Momentaneamente sospeso il giudizio relativamente al personaggio di Lisa Delorme: nonostante nel finale della scorsa stagione avesse riabilitato ed eliminato ogni sospetto a carico di Cardinal, chiudendo il caso che stava gestendo con gli Affari Interni, il detective Delorme al momento risulta un ectoplasma di difficile collocamento. Allo spettatore viene mostrata invisa ai suoi stessi colleghi, decisa a cambiare area, calata in un diverso contesto sociale al di fuori della polizia (la palestra), ma qualcosa sembra ancora mancare. D’altra parte i fantasmi del passato non risultano essere stati scacciati del tutto, quindi è lecito aspettarsi qualche ritorno di fiamma relativamente sia al suo coinvolgimento nell’insabbiamento del caso di Cardinal, sia al caso stesso nel quale il suo partner fu coinvolto per salvaguardare la moglie.
Una première robusta e solida sotto molti aspetti, che sfrutta i validi meccanismi delle problematiche sociali/famigliari ed il caso stagionale, lasciando da parte forse troppi particolari e mettendo in scena il tutto senza quella naturale verve che ha contraddistinto la narrazione della passata stagione.
E’ da segnalare, come nota a margine, che la serie Cardinal è basata sui romanzi dello scrittore Giles Blunt. La prima stagione affondava le proprie radici nel romanzo Forty Words for Sorrow, mentre questa stagione verterà sul terzo romanzo della saga di John Cardinal scritto dallo scrittore: Black Fly Season.
Al termine della prima ed entusiasmante stagione, Cardinal ha ricevuto un rinnovo doppio: una seconda ed una terza stagione sono state infatti richieste da CTV, che ha riscontrato nel nuovo prodotto proposto al proprio pubblico degli elementi validi e funzionanti. Infatti, nonostante l’archetipo narrativo sia obsoleto (e forse un po’ fatiscente) come si faceva poc’anzi notare, la narrazione in sé, i personaggi e la cornice completa della storia riescono a confezione una serie avvincente sotto molti punti di vista.
Le somiglianze con Luther non sono solo da ricercare nella blanda costruzione generale, ma anche nel difficile rapporto che lega il personaggio di Cardinal (così come quello di Luther) alla moglie ed in generale ai personaggi femminili portati in scena. Tuttavia, a fare da pezza a questo deja-vù ci pensa un ottimo Billy Campbell (The Killing, Helix) che anche in questa première riesce a portare in scena tutte le problematiche legate al proprio personaggio, a volte anche avvalendosi semplicemente di uno sguardo.
Dopo questa breve introduzione relativamente al carattere crime-drama di Cardinal, è d’uopo avvicinarsi al primo episodio della seconda stagione.
“Red” cerca di mantenere saldi i contatti con lo scorso season finale, sfruttando anche determinate situazioni per rinfrescare la memoria allo spettatore relativamente a quanto avvenuto nelle precedenti sei puntate. Tuttavia, il distacco risulta evidente anche dal solo primo sguardo: spariti i luoghi completamente innevati ed avvolti dal più nitido bianco, ad Algonquin Bay è arrivata l’estate, con conseguente immediata impostazione di un grossolano filtro giallo/verde per le riprese in esterno che non recano gloria alla fotografia di sicura bellezza che Cardinal ha portato in scena nel suo recente passato. La variazione climatica della location scalfisce solamente in parte il livello narrativo ed il caso della stagione, come è giusto che sia trattandosi di un particolare, non ne risente: la giovane redhead a cui è stata fatta una vera e propria lobotomia “al volo” (con un proiettile) risulta essere un caso dagli infiniti risvolti. Si constata, in particolare, il fatto che anche in questa seconda stagione la vittima sia anagraficamente vicina alla figlia di John, Kelly, esattamente come era stato nella prima stagione: certo, rappresenta forse un elemento ripetitivo a suo modo ma che, tuttavia, aveva funzionato talmente bene, mettendo in connessione lo spirito di padre e quello di investigatore di John, che non ci si potrebbe lamentare se la situazione si dovesse ripresentare.
Momentaneamente sospeso il giudizio relativamente al personaggio di Lisa Delorme: nonostante nel finale della scorsa stagione avesse riabilitato ed eliminato ogni sospetto a carico di Cardinal, chiudendo il caso che stava gestendo con gli Affari Interni, il detective Delorme al momento risulta un ectoplasma di difficile collocamento. Allo spettatore viene mostrata invisa ai suoi stessi colleghi, decisa a cambiare area, calata in un diverso contesto sociale al di fuori della polizia (la palestra), ma qualcosa sembra ancora mancare. D’altra parte i fantasmi del passato non risultano essere stati scacciati del tutto, quindi è lecito aspettarsi qualche ritorno di fiamma relativamente sia al suo coinvolgimento nell’insabbiamento del caso di Cardinal, sia al caso stesso nel quale il suo partner fu coinvolto per salvaguardare la moglie.
Una première robusta e solida sotto molti aspetti, che sfrutta i validi meccanismi delle problematiche sociali/famigliari ed il caso stagionale, lasciando da parte forse troppi particolari e mettendo in scena il tutto senza quella naturale verve che ha contraddistinto la narrazione della passata stagione.
E’ da segnalare, come nota a margine, che la serie Cardinal è basata sui romanzi dello scrittore Giles Blunt. La prima stagione affondava le proprie radici nel romanzo Forty Words for Sorrow, mentre questa stagione verterà sul terzo romanzo della saga di John Cardinal scritto dallo scrittore: Black Fly Season.
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Una sospensione di giudizio è cosa buona e giusta, considerato che Cardinal è un diesel che parte lento (si pensi al pilot ed a “Edie and Eric”) e che si prende i propri tempi, accelerando poi in maniera forsennata ed ossessiva come lo scorso finale di stagione insegna. Non resta che attendere, quindi.
Catherine 1×06 | 1.05 milioni – ND rating |
Red 2×01 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.