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A due soli episodi dalla conclusione Cardinal decide di mettere in campo la famigerata puntata turning point: l’identità del killer viene svelata; il pubblico inizia a venir messo a conoscenza delle motivazioni alla base degli omicidi fin qui compiuti; inizia a delinearsi un punto d’arrivo. Ed anche in questo sviluppo, per quanto compresso all’interno dei consueti quaranta minuti, lo show si regge perfettamente sulle proprie gambe mantenendo in linea con quanto di buono mostrato fino ad ora in questa quarta stagione.
Alla soluzione del caso della stagione ci si avvicina in maniera costante, ma con velocità calmierata e contenuta: la vera debolezza di questo terzo anno di messa in onda, infatti, era stata quella di essersi giocati il villain in un concentrato di poche sequenze in un singolo episodio, predisponendo poco o niente (per il pubblico) durante i rimanenti episodi. Questo quarto ciclo (dal romanzo Until The Night) rappresenta una corale esposizione: le problematiche personali vengono affrontate, il caso procede ed i personaggi chiamati in causa (John e Lise, ma anche Scott e Neil) vengono lentamente presentati, con attenzione e parsimonia di dettagli, specialmente se si tratta dei bad guys di stagione.
Un demerito, se proprio si vuole essere puntigliosi, di questa 4×04 è sicuramente quello di aver tralasciato proprio la sottotrama di cornice riguardante Lise ed il suo nuovo lavoro: il suo controverso rapporto con John, il loro avvicinamento, quel sentimentalismo palesatosi ormai chiaramente nel finire della scorsa puntata, sembra essere accatastato, anche se solo momentaneamente. Bisogna anche puntualizzare, però, che la puntata è riuscita esattamente come “Robert”, la prèmiere di quest’anno, un ritmo ben sostenuto senza far notare la mancanza di un ramo secondario della trama. Complice, sicuramente, l’introduzione di maggiori dettagli relativi al desiderio di vendetta di Scott (questo il nome della mente dietro tutti questi omicidi): i flashback appaiono sicuramente fuori contesto e difficili da collocare temporalmente, eppure iniziano a delineare un avvenimento del passato in grado di distruggere la vita di una persona (Scott avrebbe ingiustamente passato 20 anni in carcere). Mancano le motivazioni ed il fulcro di tutto, ossia cosa sia davvero avvenuto.
Si delineano, tuttavia, alcune somiglianze (per costruzione narrativa e di sceneggiatura) tra questa stagione e la pellicola del 2009 di Gary Gray, Law Abiding Citizen (Giustizia Privata), se si volesse cercare un elemento seriale/cinematografico di rapporto. Anche se in questo caso la cattiveria mostrata non colpisce direttamente la persona colpevole agli occhi di Scott, bensì una persona a loro cara (per adesso un marito, una madre ed un figlio): l’applicazione della legge del contrappasso, quindi.
Con la morte del killer e l’esposizione dello schema che collega i vari parenti delle vittime, appare improbabile che Scott possa mantenersi in fuga ancora per tanto tempo, specialmente se si considera che il prossimo episodio ha come titolo proprio “Scott” e fino ad ora ogni persona a cui era dedicato il titolo della puntata è macabramente morta nell’omonimo capitolo. Le gelide mani della giustizia canadese, quindi, sembrano stringersi attorno al fuggitivo: Josh (l’ex marito di Lise) è stato fortunosamente tratto in salvo e potrebbe essere fondamentale riuscire a recuperare proprio Ken (il padre) per fare in modo che la verità sul passato venga definitivamente portata a galla, dando maggiori informazioni proprio a John e Lise.
Alla soluzione del caso della stagione ci si avvicina in maniera costante, ma con velocità calmierata e contenuta: la vera debolezza di questo terzo anno di messa in onda, infatti, era stata quella di essersi giocati il villain in un concentrato di poche sequenze in un singolo episodio, predisponendo poco o niente (per il pubblico) durante i rimanenti episodi. Questo quarto ciclo (dal romanzo Until The Night) rappresenta una corale esposizione: le problematiche personali vengono affrontate, il caso procede ed i personaggi chiamati in causa (John e Lise, ma anche Scott e Neil) vengono lentamente presentati, con attenzione e parsimonia di dettagli, specialmente se si tratta dei bad guys di stagione.
Un demerito, se proprio si vuole essere puntigliosi, di questa 4×04 è sicuramente quello di aver tralasciato proprio la sottotrama di cornice riguardante Lise ed il suo nuovo lavoro: il suo controverso rapporto con John, il loro avvicinamento, quel sentimentalismo palesatosi ormai chiaramente nel finire della scorsa puntata, sembra essere accatastato, anche se solo momentaneamente. Bisogna anche puntualizzare, però, che la puntata è riuscita esattamente come “Robert”, la prèmiere di quest’anno, un ritmo ben sostenuto senza far notare la mancanza di un ramo secondario della trama. Complice, sicuramente, l’introduzione di maggiori dettagli relativi al desiderio di vendetta di Scott (questo il nome della mente dietro tutti questi omicidi): i flashback appaiono sicuramente fuori contesto e difficili da collocare temporalmente, eppure iniziano a delineare un avvenimento del passato in grado di distruggere la vita di una persona (Scott avrebbe ingiustamente passato 20 anni in carcere). Mancano le motivazioni ed il fulcro di tutto, ossia cosa sia davvero avvenuto.
Si delineano, tuttavia, alcune somiglianze (per costruzione narrativa e di sceneggiatura) tra questa stagione e la pellicola del 2009 di Gary Gray, Law Abiding Citizen (Giustizia Privata), se si volesse cercare un elemento seriale/cinematografico di rapporto. Anche se in questo caso la cattiveria mostrata non colpisce direttamente la persona colpevole agli occhi di Scott, bensì una persona a loro cara (per adesso un marito, una madre ed un figlio): l’applicazione della legge del contrappasso, quindi.
Con la morte del killer e l’esposizione dello schema che collega i vari parenti delle vittime, appare improbabile che Scott possa mantenersi in fuga ancora per tanto tempo, specialmente se si considera che il prossimo episodio ha come titolo proprio “Scott” e fino ad ora ogni persona a cui era dedicato il titolo della puntata è macabramente morta nell’omonimo capitolo. Le gelide mani della giustizia canadese, quindi, sembrano stringersi attorno al fuggitivo: Josh (l’ex marito di Lise) è stato fortunosamente tratto in salvo e potrebbe essere fondamentale riuscire a recuperare proprio Ken (il padre) per fare in modo che la verità sul passato venga definitivamente portata a galla, dando maggiori informazioni proprio a John e Lise.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Qualche piccolo particolare fuori posto, qualche deus ex machina sparso in modo casuale all’interno della puntata, ma Cardinal confeziona un’altra puntata d’ottimo intrattenimento. Miglior stagione fino ad ora? Considerate le premesse, tutto era lecito aspettarsi tranne che una stagione di questo livello.
Barry 4×03 | ND milioni – ND rating |
Neil 4×04 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.