Trust 1×02 – Lone StarTEMPO DI LETTURA 4 min

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La nuova serie antologica targata FX, Trust, possiede un enorme vantaggio che ben pochi prodotti televisivi possono vantare, ossia il premio Oscar Danny Boyle alla regia. Le improvvise accelerazioni registiche, tipiche del regista inglese fin dai tempi del celebre Trainspotting, sono state uno degli elementi più interessanti del primo episodio. Dal punto di vista prettamente tecnico, è notevole l’uso della luce, fredda e opaca per le scene riguardanti la dimora del magnate della famiglia Getty, calda e accesa da mille colori per tutte le altre scene esterne, specialmente quelle riguardanti John Paul Getty III aka golden hippy. “Apri tutto!” direbbe Renè Ferretti all’amato Duccio Patanè.
La cura per i dettagli è maniacale, con la scena di Topo Gigio che passa alla tv o i flashback in stile documentaristico ad inizio puntata che mostrano come tutto sia stato studiato in ogni minimo particolare.
La regia è notevole e fuori dalle righe per un prodotto televisivo, tanto che in realtà sembra di essere al cinema e ogni episodio risulta essere un breve film agli occhi degli spettatori. Le scene girate a Roma tra Rione Monti, Campo De Fiori e Piazza Navona sono a dir poco meravigliose ( si, chi scrive questa recensione potrebbe essere un attimo di parte) e la scrittura di Boyle, insieme a  Simon Beaufoy, risulta essere più che mai all’altezza delle aspettative.
E’ da segnalare poi un ottimo cast, dove troneggia una splendida interpretazione di Donald Sutherland, già interprete del capofamiglia di una grande dinastia miliardiaria in Dirty Sexy Money, che si arricchisce in questo episodio della star hollywoodiana Hilary Swank e di un Brendan Fraser in stato di grazia.
Infatti, in questo secondo episodio il personaggio interpretato da Fraser, James Fletcher Chace, ex agente della CIA e capo della sicurezza della famiglia Getty, viene mandato a Roma per risolvere la situazione. Uomo di fiducia di John Paul Getty, in poco tempo riesce ad entrare in contatto con la mafia siciliana, pur non riuscendo, tuttavia, a capire veramente cosa sia successo al nipote del suo capo, da poco designato erede dell’azienda petrolifera più importante del mondo.
Rispetto al precedente episodio il ritmo è meno serrato, ma la narrazione procede rapida e ancora una volta viene fuori, in tutta la sua drammaticità, la complessità della famiglia Getty, ricchissima e potente ma funestata da innumerevoli problemi; due figli morti, un nipote scomparso e dei rapporti interpersonali tra i vari componenti della dinastia a dir poco burrascosi e problematici, non certo un paradiso idilliaco che ci si potrebbe aspettare da una delle famiglie più importanti del mondo, divisa in realtà da atavici conflitti. Un dramma famigliare ai limiti della telenovela che si intreccia ad un raffinato puzzle sociale ed economico, con i problemi finanziari dell’epoca del Regno Unito e non solo a fare da sfondo. Le assurdità di taluni aspetti dei Getty sono raccontate attraverso eventi paradossali ma più veritieri che mai, per una famiglia che in nome del Dio denaro sembra aver perso ormai completamente la propria umanità.
Tuttavia, nonostante i tanti pregi dell’episodio, bisogna anche sottolineare come ci sia stato pochissimo screen time per i character secondari, soprattutto per i figli di J.P. Getty, non adeguatamente approfonditi a livello psicologico, sperando che in futuro possano trovare maggiore spazio nel proseguo della storia. Inoltre è da sottolineare anche come, nonostante siano stati trasmessi solo due episodi, la carne al fuoco è veramente tanta e la trama orizzontale avanza più rapidamente che mai, forse troppo. È giusto quindi chiedersi se la serie riuscirà a reggere questo ritmo narrativo per ben altri otto appuntamenti seriali, non annoiando mai lo spettatore e non cadendo in ripetitività narrative. La sfida è grande e di non facile riuscita, ma gli elementi per superarla ci sono tutti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Danny Boyle
  • Scene romane
  • L’uso della luce
  • Cura dei dettagli
  • Brendan Fraser e Donald Sutherland
  • Complessità famiglia Getty
  • Carne al fuoco? Forse troppa
  • Poco spazio per i character secondari

 

Trust si conferma essere una serie dall’altissimo potenziale che ha iniziato alla grande  con questi primi due episodi. La mano di Danny Boyle c’è e si vede tutta e a lungo andare potrebbe fare tutta la differenza del mondo. Tuttavia, manca ancora qualcosa per la benedizione finale, motivo per cui è lecito aspettarsi un ulteriore salto di qualità nelle prossime puntate. Le premesse per una grande stagione ci sono tutte ed il nuovo prodotto targato FX potrebbe essere una delle rivelazioni dell’affollatissimo mondo seriale di questo 2018.

 

The House Of Getty 1×01 ND milioni – ND rating
Lone Star 1×02 ND milioni – ND rating

 

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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