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Barry 1×08 – Chapter Eight: Know Your TruthTEMPO DI LETTURA 6 min

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Il passato non si può cancellare: è come il sangue che, se illuminato con il luminol, ti guarda sfacciato e provocatorio. Il passato lo puoi mettere da parte, tra parentesi, travestirlo da qualcos’altro ma poi, ad un certo punto, torna a galla, come i corpi che i serial killer gettano nel mare sperando di essersene sbarazzati. Questo avrebbe voluto fare Barry, dimenticarsi tutto, cancellare il sangue raggrumato sulle nocche, la faccia del suo amico a cui ha sparato, il rumore degli spari, eppure non si può, è impossibile. All’inizio dell’ottavo ed ultimo episodio di Barry, intitolato “Chapter Eight: Know Your Truth”, il protagonista ha le più buone intenzioni, lo ha detto a Fuches che avrebbe lasciato “il lato oscuro”, glielo ha ridetto quando lo salva e lo porta in aeroporto. Il giovane è sicuro fin dall’inizio, o almeno così sembra, per lui c’è solo una strada: allontanarsi dalla vita da serial killer, prendere la sua parte di soldi e scappare verso non si sa quale meta. Basta poco però, una telefonata e Barry riprende il ferro, non può abbandonare Fuches – anche se lo ha incastrato in questa vita – in pasto a Goran Pazar e ai suoi.
Barry, nonostante sia un assassino, è un bravo ragazzo – lo dice lui stesso nel finale di questa puntata al Detective Janice Moss – e ci sono vari episodi in cui si dimostra questo; infatti quando riceve la chiamata di Hank che lo vuole salvare da Goran ma che gli racconta anche che Fuches è nelle loro mani, l’uomo molla tutto e, come un grottesco e violento principe azzurro, arriva sul suo cavallo bianco per aiutare il suo capo. Dovrebbe lasciare la città e ripiegare da un’altra parte, uccide ancora e ancora e ancora. In quel garage, la mattanza: Barry fa fuori Pazar e i suoi.
Questo episodio, come tutti gli altri, percorre due filoni, quello del killer e quello dell’attore, quello del cecchino e quello dell’uomo innamorato. La storia di Barry è intrisa di ironia (come vengono narrate le morti di Pazar e degli altri) e melodramma, di rabbia e lacrime, di riso grottesco e tenera commozione.
Il detective Moss e la polizia di Los Angeles scoprono la scena del massacro di Barry e così giungono alla conclusione che è tutta opera dei boliviani, si convincono di aver chiuso il caso invece il vero colpevole è in giro a vivere una vita normale. Lo spettatore tira un sospiro di sollievo perché Barry è salvo ma una delle caratteristiche dello show è proprio quella di sparigliare le carte, di prendersi gioco del protagonista e di chi guarda.
Il fato aveva dato a Barry la possibilità di salvarsi, di cambiare vita ma niente, non può andare via senza salutare Sally. La necessità di amore, di tenerezza, la spinta di quegli occhi lo portano a rimanere. La volubile bionda dagli irresistibili occhi azzurri lo ringrazia un’altra volta dell’aiuto che le ha dato durante lo spettacolo, lo invita a lavorare di nuovo assieme a lei; non c’è via di scampo per Barry: se è tanto bravo a parare i colpi, a sparare prima di essere colpito, nell’amore non è lo stesso. Lui e Sally finalmente iniziano una relazione stabile; l’uomo ha tutto, forse troppo.
Se in Barry c’è un grande pregio, sicuramente è il suo protagonista, sintesi di un dualismo esasperato: da una parte quelle mani sporche di sangue, dall’altra quello sguardo perso e tenero; da una parte quella spietatezza propria del killer più scafato, dall’altra la fragilità di un uomo che vive in bilico. Barry si è costruito proprio su questa polarità uomo buono – killer spietato: il protagonista è colpevole (tutto il sangue che è versato ne è una prova) ma lo è soprattutto verso se stesso, incapace di allontanare le persone che si approfittano di lui (Fuches, Sally e così via); è anche dolce e tenero (le scene di vita quotidiana con Sally, sull’amaca a baciarsi e a ripetere le battute); è violento e instabile (è su un’altalena tanto grottesco quando distruttiva) però è anche capace di grandi gesti di umanità.
La serie segue il bipolarismo – anche dal punto di vista narrativo e contenutistico -, perfettamente dosato, di violenza e tenerezza, di strazio e ironia; più volte il protagonista e lo spettatore sembrano poter tirare un sospiro di sollievo, per un umorismo beffardo sembra essere andato tutto per il verso giusto. Invece no, proprio no.
Mentre Barry e Sally sono mollemente adagiati un un’amaca tra un bacio ed una prova teatrale a casa del professore Gene Cousineau, arriva ad assistere a tali prove proprio l’agente Moss (l’unica ad aver insistito nell’indagine sulla morte di Ryan, l’unica dotata di intuizione ed intelligenza nel cogliere i legami tra persone e avvenimenti e nel trarre le debite conclusioni) che finalmente si è potuta riunire a Gene.
Nell’incontro con la detective è chiaro ancora che Barry riesce proprio grazie ai tentennamenti del suo protagonista: il colpevole e la donna di legge sono finalmente l’uno di fronte all’altra: l’uno consapevole che dovrà fare qualcosa affinché la sua vita non venga rovinata nuovamente e l’altra consapevole, dopo le ultime ricerche, di chi ha davanti. Lui non vorrebbe agire, le chiede di fingere di non aver scoperto niente, con la voce rotta la implora di chiudere un occhio, lei, d’altra parte, deve fare il suo lavoro, non può retrocedere, neanche per il suo amore, neanche per la sua vita. Barry in questa sequenza si mostra ancora per la dicotomia che è: uno con l’animo molle del romantico (è disarmato, prega Janice di non costringerlo a fare ciò che deve) ma mosso quando serve dal freddo pragmatismo del cecchino (basta uno sguardo, vede un’arma e non aspetta altro che il segnale per usarla).
In Barry si racconta la storia di un ragazzo che sembra normale e di come reagirebbe in una situazione non regolare, uno schema che viene spesse volte utilizzato nel cinema e nella serialità; qui il risultato è particolarmente riuscito perché raccontato in maniera onesta e nuova.
“Chapter Eight: Know Your Truth” è la giusta conclusione di un percorso breve ma molto intenso: il suo protagonista, interpretato dallo strepitoso Hader, tenta disperatamente di uscire dal circolo vizioso in cui è rimasto intrappolato proprio a causa sua, è sopraffatto dal mondo che lo circonda e dalle dinamiche dell’età adulta: è spaventato e inorridito dai compromessi, è incapace di avvicinarsi agli altri; ma è impossibile non notare che un passo avanti, in qualche distorto e grottesco modo, Barry l’ha fatto. All’inizio l’uomo si portava dietro una piccola vita (pochi amici, nessuna vita privata) ora ne ha una più ricca (amici, una donna, un lavoro, o meglio, il sogno di un lavoro); insomma Barry non è tanto o solo la vicenda di un serial killer che vuole fare un passo indietro o quella di un ragazzo che improvvisamente riesce a prendere delle decisioni, è lo show di chi è in grado di costruirsi un’esistenza piena di cose e di persone.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il personaggio di Barry ben scritto
  • La costruzione dell’episodio che esplicita perfettamente il concetto di bipolarità
  • I personaggi secondari costruiti alla perfezione, con la stessa attenzione di quelli principali 
  • L’ironia che fa sorridere anche quando non si dovrebbe
  • Praticamente nulla

 

“Chapter Eight: Know Your Truth” è un ottimo episodio che chiude alla perfezione una stagione brillante, divertente e malinconica.

 

Chapter Seven: Loud, Fast and Keep Going 1×07 0.6 milioni – 0.2 rating
Chapter Eight: Know Your Truth 1×08 0.5 milioni – ND rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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