“But maybe faking a little religion is a fair trade for safety.”
Colony continua con il proprio percorso ricostruttivo ma lo fa presentando solo ed esclusivamente personaggi e contesti nuovi: buona parte dell’episodio, infatti, si concentra su Broussard e sul ruolo che il suo personaggio continua a giocare all’interno del blocco ormai completamente deserto di Los Angeles. Non era un ritorno forse necessario e nemmeno auspicabile, tuttavia al momento non pare eccessivamente claudicante come ritorno in scena. Lo si poteva ritenere non necessario perché, visto e considerato che Colony sembrava aver messo in piedi un vero e proprio reboot narrativo concedendosi la possibilità di un vero nuovo inizio, Broussard era un ramo non necessario ed utile nel panorama narrativo della famiglia Bowman. Preso a sé, però, Broussard potrebbe portare avanti una narrazione parallela, svincolata (almeno fino ad un certo punto) dagli altri personaggi di scena. Aspettative alte, quindi, ma se e come verranno rispettate non è dato saperlo.
Ricompare in scena la Resistenza, invece, dal lato dei Bowman e continua a palesarsi di fronte agli occhi dello spettatore la consueta domanda: tra Resistenza e l’ordine prestabilito post guerra, qual è la vera differenza?
Ciò che osserviamo, infatti, è una Resistenza organizzata gerarchicamente e con linee di comando dure ed imposte dall’alto, senza troppo spazio per proposte e nuovi piani. Concettualmente molto lontano da un costrutto sociale basato, come ci si poteva aspettare, sul libero intervento di tutti e di conseguenza l’assenza di una linea di comando. Un apparato puramente democratico, quindi.
A conti fatti, quindi, la Resistenza si presenta similare al comparto governativo, da cui si differenzia per il fatto di essere infinitamente meno organizzati, meno numerosi e meno armati. Come si possa considerare “guerra” un conflitto tra queste due fazioni così organicamente distanti non è dato saperlo.
Lo spettatore viene messo a conoscenza dell’arrivo imminente (anche se in termini di puntate se ne riparlerà sicuramente più avanti) della guerra: la Terra potrebbe rappresentare il contesto fisico in cui due organizzazioni aliene entrerebbero in conflitto. Ma si tratta di una vera bozza narrativa questa, visto e considerato che non viene aggiunto nient’altro se non la distruzione totale della Factory, dove molti coloni venivano spediti e di cui lo spettatore ha avuto solo qualche accenno nelle passate due stagioni.
Insomma, Colony porta in scena “Puzzle Man”, una puntata che introduce quella che potrebbe essere tranquillamente considerata la seconda linea narrativa della stagione e che vede come focus centrale le disavventure di Broussard (e della sua nuova compagna di viaggio). L’incontro tra Bowman e la Resistenza si consuma negli ultimi minuti a disposizione e sembra voler fare da ponte verso il prossimo episodio. Ma un interrogativo permane nell’aria: i Bowman contattano la Resistenza (che sanno essere tale) per consegnare il famoso marchingegno e vengono giustamente accolti con cauta diffidenza e timore sia al campo, sia durante le scene sul ponte. Ma perché, se i Bowman erano certi di contattare la Resistenza durante l’incontro sul ponte rimangono tesi e paurosi da ciò che li attendeva? E’ giustificabile una certa sfiducia nel prossimo, ma dato il contesto il tutto risulta eccessivo. Soprattutto perché a contattarli in precedenza erano stati loro stessi.
Una puntata sufficiente ed estremamente introduttiva, quindi meglio non emozionarsi troppo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Maquis 3×01 | 0.58 milioni – 0.2 rating |
Puzzle Man 3×02 | 0.44 milioni – 0.2 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.