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Orange Is The New Black 6×07 – Changing WindsTEMPO DI LETTURA 3 min

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Con la visione del settimo episodio si sorpassa ufficialmente la linea di metà stagione, portando lo spettatore ad avere una prima analisi sommaria di ciò che ha visto finora e ciò che potrebbe aspettarsi dalla seconda parte.
In realtà, guardando indietro ai sei episodi precedenti, ben poco emerge classificandosi come filo conduttore; con la svariata quantità di personaggi presenti, finora ci si è limitati a far arrancare ognuna delle detenute attraverso piccole storyline che, in attesa di una degna continuazione, si sono perse nel caos generale scaturito dalla guerra civile tra i vari blocchi.
Eppure, di materiale da approfondire ce ne sarebbe: da Red designata come capro espiatorio, alla complicata situazione di Maria Ruiz, fino a Gloria ormai risucchiata dal club della ginnastica. Tra tutte queste storyline apparentemente appetibili non ancora spremute poi, spicca senza ombra di dubbio la questione Taystee, con la ragazza pronta ad affrontare il processo (seppur questa trama, tra tutte le altre, appare la più probabile per monopolizzare buona parte del finale di stagione).
Con queste storie messe in stand-by dunque, ci si chiede cosa abbia raccontato finora Orange Is The New Black. La risposta è la costruzione di tante piccole scene disperse durante l’episodio che alla fine servono a ben poco all’interno del quadro generale. Ci si ritrova così con personaggi con ben poco da raccontare, o comunque con così poco sviluppo da passare quasi inosservati.
Un esempio lampante è il caso di Dayanara; qualche recensione fa, si sottolineavano le potenzialità di tale personaggio, auspicandone un risveglio in piena regola. Quanto visto in questa puntata invece, riporta la Diaz in uno stato di mediocrità a livello di storyline: forse la vicinanza con un carattere più attivo come Daddy potrà portare dei benefici nel lungo corso, ma la strada intrapresa verso una possibile dipendenza da ossicodone, seppur verosimile, appare scoraggiante e anche ripetitiva come dinamica propria della serie.
Come si sottolineava ad inizio recensione poi, quest’anno l’attenzione sembra essersi spostata, mettendo in secondo piano le ex detenute della minima sicurezza di Litchfield. Questa lotta interna tra i vari blocchi infatti, inizia ad occupare prepotentemente gran parte del minutaggio, tentando anche di scavare a fondo al nuovo contesto attraverso i vari flashback che recentemente hanno iniziato a riguardare i nuovi character. Un modo questo, utile per ampliare il raggio delle trame interne, ma che allo stesso tempo frena prepotentemente lo sviluppo di eventi maggiori: la guerra tra i blocchi al momento sembra semplicemente un diversivo per occupare minuti in attesa di qualche importante evento futuro che possa riguardare i personaggi messi momentaneamente in panchina.
Ma se c’è un lato positivo scaturito da “Changing Winds”, è sicuramente il piccolo passo, non voluto, di Alex verso un qualsivoglia movimento. Trascinata nell’abisso dell’inutilità della sua spalla Piper, che proprio non riesce a non risultare fastidiosa con nessuna sua mossa o idea, Alex potrebbe finalmente risvegliarsi, spinta dagli eventi e da Badison, e chissà, ripiombare al centro del gioco. Qualsiasi cosa sarebbe gradita al momento, rispetto alla noiosissima versione nella quale la Vause è ultimamente piombata.
In questo gran caos, una cosa emerge però ben chiara: Orange Is The New Black è una serie che ci sa fare. Con delle storyline attualmente poco consistenti, personaggi che ciondolano da una parte e dall’altra e con ancora nessuna trama orizzontale ben chiara da seguire, questo show si lascia comunque guardare, generando nonostante tutto una sana curiosità che spinge a lasciar partire l’episodio successivo, alimentando il desiderio di scoprire dove si andrà a parare. Se non è classe questa.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Possibile risveglio dal letargo di Alex
  • Le dinamiche Caputo – Figueroa
  • Luschek Chris Pratt dei poveri 
  • Piper proprio non ce la fa
  • Delusione storyline Daya: qualcosa di già visto
  • Il focus sulla battaglia interna porta in secondo piano le trame personali delle detenute

 

Checché ne dica il titolo, nonostante metà stagione ormai andata, questi venti mutevoli non soffiano ancora poi così forti.

 

State Of The Uterus 6×06 ND milioni – ND rating
Changing Winds 6×07 ND milioni – ND rating

 

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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