The Haunting Of HIll House non è stato certo uno dei prodotti Netflix pubblicizzati maggiormente dalla piattaforma streaming che, anche logicamente, in queste ultime settimane si è concentrata su prodotti circondati da molto più hype, come il film Sulla Mia Pelle e la terza stagione di Daredevil. Una scarsa promozione, però, non implica assolutamente che si tratti di una produzione di serie b, anzi: stando a quanto visto nelle prime tre puntate, lo show di Mike Flanagan si sta confermando sempre più come una delle sorprese dell’anno, aspirando anche a diventare una delle migliori nuove serie tv del 2018 (quasi sicuramente dietro prodotti come Trust, Killing Eve, The Terror, Patrick Melrose e Counterpart, ma comunque in una posizione molto privilegiata).
“See, when I was little, I was afraid of a lot of things. I didn’t have to be, though. They were all in my head. I just didn’t know that yet. But when I was scared, I would imagine myself building a big wall all around me made of the strongest bricks in the whole world. And when I got scared I would imagine myself putting another one on, one after the other until that wall was so thick and so strong I knew I’d be safe in there forever. And that’s what you do too, right? It’s okay. It’s good. ‘Cause kids like us have been through more than other kids. We’re tougher than other kids. We’re great builders. We make ourselves really safe. And no one ever gets in.”
Il secondo episodio aveva reso molto chiaro il meccanismo di questi primi episodi di Hill House: in ognuno di essi, infatti, l’attenzione viene rivolta verso uno dei fratelli Crain. Dopo essere venuti a conoscenza delle esperienze di Steven e Shirley, seguendo l’ordine decrescente dell’albero genealogico (dal figlio più grande ai due più piccoli), questa volta non poteva che essere il turno di Theodora.
Sia chiaro, le prime due puntate sono state ben accolte dai recensori di RecenSerie (soprattutto il pilot), come dimostrato dalle due valutazioni assolutamente positive. È indubbio, però, che l’appeal delle varie vicende sta aumentando man mano che si passa ai membri più giovani della famiglia: come ammesso dallo stesso Steve, infatti, egli non ha mai visto un fantasma (fino alla vista dello spettro di Nellie, quantomeno), e anche la vicenda di Shirley non era certo intrisa degli aspetti più spinosi di questa vicenda (si intravedono le emicranie della madre ma, a parte quello, la storia dei gattini non sarà propriamente centrale nella narrazione futura). Già con Theo, invece, si inizia a parlare seriamente di apparizioni e ricordi traumatici. Molto probabilmente, lei è il membro più intelligente della famiglia, e ciò è in parte causato da una rara capacità da lei posseduta, ossia la comprensione delle caratteristiche intrinseche di un oggetto (come il valore, o il suo essere contenitore di attività illecite) e degli stati d’animo di una persona (il che le permette anche di capire anche la veridicità di quanto detto da qualcuno) grazie al semplice contatto con la sua mano. Questa peculiarità viene introdotta con gradualità e con equilibrio, in modo da non far sembrare il personaggio una macchietta simile ad una veggente. In questi 50 minuti, infatti, si decide di non abusare di ciò come espediente narrativo, ma di farne un uso sapiente. Ecco, in questo modo, che lei capisce immediatamente che il patrigno della bambina da lei in terapia la violenta ripetutamente e, analogamente, tende a credere alla versione di Luke circa il seminterrato.
Quest’ultimo aspetto è senza dubbio significativo, perché aggiunge un altro mistero alla già lunga lista di domande riguardanti la casa. Ora, infatti, non c’è solo la curiosità relativa alla porta rossa, ma anche al piano di sotto e, in particolare, a quello che sembrava uno zombie. Nell’attesa di avere risposte riguardo a questi aspetti, non si può non citare quanto accaduto nei minuti finali. La sua visione riguardo la madre è molto chiara, in quanto prevede quello che probabilmente accadrà nell’ultima notte nella casa; meno chiaro è, invece, quanto visto proprio in quella fatidica notte. La sua reazione spaventata verso il padre, infatti, potrebbe indicare un suo coinvolgimento nella vicenda, ma è davvero troppo presto per avanzare ipotesi plausibili. C’è molta curiosità, infine, per capire cosa sia successo al contatto con il cadavere di Nellie. Da un lato si potrebbe supporre che, toccandola, si sia resa davvero conto della sua dipartita; d’altro canto, però, sembra difficile che si sia ideata una scena così potente solo per questo motivo. In ogni caso, non si può che riconoscere a questo episodio di aver definitivamente dato il via alle danze, introducendo molti elementi interessanti e lanciando al meglio le prossime due puntate, che avranno come protagonisti i due personaggi più colpiti dal soggiorno a Hill House, ossia Luke e Nellie.
Menzione finale per gli autori che hanno deciso di inserire, a mo’ di easter egg, dei mostri e dei fantasmi sullo sfondo di molte inquadrature.
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.