How To Get Away With Murder 5×08 – I Want To Love You Until The Day I DieTEMPO DI LETTURA 5 min

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Non sarebbe How To Get Away With Murder se al termine di un mid-season finale non lasciasse tutti così: con un mix indecifrabile di sentimenti, divisi tra elementi che colpiscono al punto giusto ed altri che invece lasciano un po’ più perplessi.
Come è giusto che sia, “I Want To Love You Until The Day I Die” non ha di certo dato tutte le risposte, permettendo così all’episodio di concludersi con un cliffhanger ben giocato che sarà il punto di maggior interesse alla ripresa dello show. Tuttavia, nell’economia generale della puntata, gli eventi che si attendevano maggiormente sono stati contenuti, dividendosi tra scoperte potenzialmente interessanti ed altre dalle quali ci si aspettava decisamente di più.
Innanzitutto, la puntata è stata trainata dal matrimonio di Connor e Oliver, che ha scandito tutti i 40 minuti regalando una faccia nuova alla serie. L’attenzione catalizzata su un certo tipo di eventi, infatti, esula dai soliti canoni che questo drama ha fatto conoscere nel tempo, ma il discostarsi dal solito schema questa volta non ha guastato, anzi, vedere tutta la preparazione, l’ansia e la messa in atto del “sì” da parte dei due sposi, si è rivelato un piacevole diversivo che è stato anche ben reso sullo schermo, sia dai protagonisti che dalla messa in scena complessiva.
Ma, dato che la linfa vitale dello show risiede nel drama puro e semplice, in questo contesto, da apprezzare è sicuramente il parallelismo utilizzato nel allontanarsi dalle scene di festa per spostarsi sulla parte crime; il post delitto, con lo spostamento del corpo da parte di Nate e la “pulizia” della scena del crimine, è stato infatti reso in maniera decisamente più forte emotivamente grazie al sottofondo di All Of Me intonata da Oliver solo a pochi passi di distanza, ma in un contesto totalmente opposto all’accaduto.
Matrimonio a parte, però, era la questione inerente l’omicidio consumatosi durante la cerimonia l’evento chiave della serata, che ha caratterizzato tutti i flashforward ottenuti (col contagocce) in tutti i sette episodi precedenti. Seppur con un fluire debole da parte degli indizi, l’attesa e la curiosità di scoprire chi fosse questa volta la vittime, era tanta. La scoperta però, non rientra di certo tra quelle più sensazionali avvenute finora. Se da un lato non ci si aspettava davvero la dipartita di un altro tra i personaggi principali, la morte del procuratore Miller non sconvolge, in quanto viene fatto fuori un personaggio entrato in scena da poco e che, seppur presentato in maniera un po’ più attenta grazie alla sua vicinanza con Bonnie, lascia comunque il tempo che trova. Senza dubbio poi, non si può considerare scioccante neanche la rivelazione riguardo la presunta interferenza di Miller nell’assassinio di Lahey senior: per quanto inaspettata, non rientra comunque in quelle grandi rivelazioni che lasciano sconvolti come è accaduto in passato ad esempio con la scoperta del doppio gioco da parte del procuratore Denver.
Se c’è qualcosa che lascia un impatto forte riguardo questo omicidio, però, più che riguardare la vittima riguarda i carnefici. Paradossale e scenicamente d’effetto è senz’altro la reazione di Nate, che si ritrova quasi ad uccidere un uomo prendendolo a pugni, nello stesso modo con il quale suo padre aveva ucciso tanti anni prima e che aveva dato vita all’intera questione del processo. D’altra parte, l’assassinio vero e proprio di Miller va attribuito a Bonnie, che è stata colei che ha dato il colpo finale. Anche qui appare tutta la tragicità di un personaggio che sembrava aver trovato un’oasi di normalità, ma che invece alla fine ha dovuto ricredersi. E, per quanto rivedere Bonnie nei panni del killer di turno, come già avvenuto stagioni fa, non spicchi positivamente più di tanto, va comunque ammesso che l’intera situazione sia la perfetta descrizione della vita della Winterbottom, incastrata tra un passato di dolore e tradimenti e un futuro nel quale le riesce difficile trovare una gioia. E il percorso intrapreso questa stagione, per la prima volta, riesce a mostrare diversamente il personaggio, lasciandole guadagnarsi una considerazione diversa e mai raggiunta finora agli occhi del pubblico.
Infine, sono gli ultimi istanti della puntata a catalizzare maggiormente l’attenzione e a dar vita al momento più intrigante tra tutte le trame presentate finora. Nelle scorse recensioni si era sottolineato fino alla nausea quanto la figura enigmatica di Gabriel Maddox iniziasse a risultare pedante; era indubbio che una tra le storyline presentate finora sarebbe stata la protagonista del cliffhanger di metà stagione e la candidatura di questo nuovo personaggio era in cima alla lista. La mancanza di una costruzione vera e propria o la non presenza di qualsiasi tipo di indizio fino all’ultimo momento, rimangono delle pecche nello sviluppo narrativo e nella creazione dell’hype, tuttavia, bisogna ammettere che l’entrata in scena di Gabriel nella parte finale, in stile fantasma del natale passato con il volto di Sam, ha ottenuto l’effetto desiderato, portando a far crescere una curiosità che ci accompagnerà fino a gennaio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Matrimonio Connor/Oliver ben portato in scena ed ottimamente inserito nel quadro generale
  • Nate e Bonnie e la tragicità dietro il loro gesto
  • Cliffhanger finale tutto da scoprire
  • Delusione sui risvolti del flashforward, con una vittima che non spicca particolarmente a livello di trama
  • Annalise nuovamente nel tunnel dell’alcol 

 

Con la trama inerente i flashforward che giunge alla rivelazione finale, un’altra inizia la fase di costruzione vera e propria e, vista così, forse forse sembra decisamente più accattivante di quella mostrata finora.

 

I Got Played 5×07 3.02 milioni – 0.7 rating
I Want To Love You Until The Day I Die 5×08 3.13 milioni – 0.8 rating

 

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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