“I soon realized that as well as it being a burden, it is a privilege to lead our people. The crown of Wessex is all-important. Wessex and England are all-important.”
Essere re non è facile. Si potrebbe pensare che sia una vita da sogno, ma in verità è un incubo fatto di responsabilità, sacrifici e rinunce, perché gli interessi e il benessere del regno hanno la priorità su tutto. E’ una lezione amara che Alfred ha dovuto apprendere a suo tempo, quando l’improvvisa morte in battaglia del fratello Æthelred lo rese il nuovo re del Wessex, e che adesso deve imparare anche suo figlio Edward. Le scene che riguardano il giovane principe mettono bene a fuoco quanto sia complesso e spregiudicato il gioco del trono: in nome della ragion di Stato tutto è lecito, persino calpestare un matrimonio, strappare a una madre i propri figli e rinchiudere la poverina in convento per il resto dei suoi giorni, in modo da liberare Edward da un’unione poco vantaggiosa e permettergli di sposare la figlia di uno dei più potenti vassalli. Nel contempo, l’urgenza di assicurare al futuro re l’appoggio di un tale vassallo dimostra quanto fosse fragile la monarchia feudale: il potere del re non era assoluto e la fedeltà dei nobili alla corona era spesso più nominale che effettiva, costringendo chi sedeva sul trono a cercare in ogni modo di tenerseli buoni e stretti.
In quel di Mercia, invece, la principessa Æthelflæd non ha fatto in tempo a rifugiarsi in un monastero per sfuggire alle grinfie del marito con manie uxoricide che subito deve fare i conti con Haesten, smanioso di mettere le mani su di lei; ma neanche il danese ha vita facile, perché al fianco della donna c’è già Uhtred e i sogni di un facile saccheggio lasciano il posto a un assedio sfibrante. Non mancano le solite esibizioni di violenza vichinga ai danni delle inermi religiose cristiane, ma c’è anche un palpabile senso di tensione che rende assai godibile questa parentesi claustrale, perché se è ovvio che i nostri eroi in qualche modo la spunteranno, non è altrettanto chiaro come possano riuscirci, vista l’inferiorità numerica. Alla fine, per una volta non vincono i muscoli o le spade ma l’intelligenza e la diplomazia e l’assedio non è rotto da una carica suicida ma da un baratto: una donna al posto di un’altra, e tutti contenti. Un po’ meno contenta sarà certamente Skade, che sbava dietro Uhtred fin dal loro primo incontro e si vede trattata come una merce di scambio, dopo aver toccato con mano quanto il sassone non se la fili dal punto di vista amoroso-sessuale. Diverso è il discorso per Æthelflæd, che con quel bacio nella stalla dimostra di provare un ben preciso tipo di interesse per il guerriero accorso in suo aiuto. Forse bisognerebbe ridimensionare questa tendenza di Uhtred di catturare l’attenzione di quasi ogni essere di sesso femminile che incontri, prima che diventi l’eroe di un Harmony.
Passando al campo vichingo, “Episode 4” decide di riservare allo spettatore un colpo di scena bello pesante, emotivamente parlando, e capace di scombussolare tutti gli equilibri: la morte di Ragnar (non il Lodbrok). Il personaggio interpretato da Tobias Santelmann era una di quelle poche figure di danesi “buoni” della serie, tratto rimarcato anche in apertura di episodio con la sua decisione di interrompere il duello mortale tra Uhtred e Sigurd, e quindi dispiace un po’ vederlo uscire di scena, ma a rendere davvero tragica la sua dipartita è la modalità: niente morte eroica sul campo di battaglia, ma un vile omicidio nel proprio letto, senza dargli la possibilità di difendersi. A vibrare il colpo è Æthelwold, ma i tempi in cui il pretendente al trono del Wessex sembrava il gran burattinaio degli eventi sono ormai passati, ammesso che ci siano mai stati: si illudeva di poter sfruttare i danesi a proprio vantaggio contro Alfred, ma in realtà sono loro a servirsi di lui per portare avanti i propri progetti, concedendogli di respirare fintanto che sarà utile ai loro interessi. La stagione si era aperta con l’illusione che i nomi da temere fossero quelli di Sigurd Bloodhair e del principino del Wessex, ma a ben guardare il vero pericolo viene dai manipolatori come Cnut e dagli opportunisti come Haesten.
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Episode 3 3×03 | ND milioni – ND rating |
Episode 4 3×04 | ND milioni – ND rating |
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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.