Meredith: “I’m glad for you, I’m glad you saw sunsets and built schools for people who needed them, and you stayed sober. You went and got a whole new life. Halfway across the world this time. But you didn’t give a crap about the people you left behind.”
Sembra incredibile, eppure è vero. Ci si sta davvero ritrovando di fronte al terzo buon episodio di Grey’s Anatomy di fila. Sia chiaro: non si sta parlando ovviamente di episodio del calibro delle prime stagioni, ma “The Winner Takes It All” potrebbe tranquillamente essere il miglior episodio della stagione. Non che ci volesse poi così tanto, ma questa undicesima puntata spicca particolarmente. La cosa ancora più sorprendente è che le parti migliori siano proprio quelle con Meredith (co-)protagonista. La Grey, pur essendo il personaggio principale dello show, se non altro quello da cui la serie prende il nome, è un personaggio che da tempo non riusciva a bucare lo schermo come un tempo. Vuoi perché la sua storia è stata ampiamente snocciolata nel corso delle millemila stagioni precedenti, vuoi perché il suo essere una carta moschicida per drammi di ogni sorta alla lunga l’ha resa fastidiosa ai più, fatto sta che il pubblico ha perso un po’ di interesse nei confronti di Meredith, preferendo concentrare la sua attenzione altrove.
Tra l’altro ultimamente è stata al centro di storyline per lo più amorose, con qualche accenno alla sua grandiosa carriera nel campo medico. Era da troppo tempo, però, che non veniva affrontata la tematica della famiglia, che è sempre stata il tallone di Achille del personaggio e che un tempo era una vera miniera d’oro per la sua scrittura. Le scene dedicate a lei e al padre morente rappresentano una chicca a cui gli spettatori del dramma medicale più famoso degli ultimi anni non erano più abituati. È tornato alla luce il travagliato rapporto tra Meredith e Thatcher, un rapporto che è sempre stato difficile. Gli autori hanno saputo saggiamente calibrare il tutto con delle scene che rappresentano l’essenza della relazione tra padre e figlia, relazione travagliata, dolorosa, fatta di mancanze reciproche, assenze e dolore.
Eppure c’è anche amore. Thatcher Grey è sempre stata una parte fondamentale per lo sviluppo del personaggio di Meredith, presa in esame più volte in passato e poi apparentemente accantonata fino a questo momento. La sua morte, tra le braccia della figlia, è riuscita ad essere emozionante e toccante al punto giusto, tanto da far commuovere coloro che credevano che non avrebbero più versato una lacrima per colpa di uno show ormai alla deriva.
Amelia: “Catherine, I’m so sorry.”
Catherine: “Sorry? I’m alive! I can live with this many years! We’ve all seen it happen.”
Tom: “You’re gonna have to get scans every three months to make sure the tumor doesn’t grow.”
Catherine: “And in between, I’ll operate, and I’ll hug my son, make love to my husband, chase my Harriet, make mistakes. […] You two have given me my life back.”
Dalla scoperta del tumore di Mamma Avery (inoperabile per tutti, tranne che per i più brillanti chirurghi che guarda caso lavorano al Grey Sloan Memorial), ci si è domandati se l’inserimento di questa sottotrama fosse l’antipasto al dramma della stagione o se la vicenda si sarebbe conclusa con il classico intervento miracoloso di uno dei chirurghi di Seattle, che avrebbe rimosso il tumore, salvandole la vita, a discapito di ogni pronostico. Gli autori hanno invece scelto la forse giusta via di mezzo. Certo, l’operazione effettuata da Amelia e Tom ha del miracoloso, ma il risultato è decisamente più con i piedi per terra. C’è da dire che la storyline del condrosarcoma di Catherine non è da considerarsi vincente. Ha puzzato sin dal principio di già visto e per certi aspetti ricorda anche troppo la vicenda di Izzie.
A questo punto la situazione può evolversi in due modi: potrebbe essere “dimenticata” oppure può essere tenuta in stand-by in attesa del momento propizio per essere tirata fuori. Non si sa per cosa varrebbe la pena sperare. Il risvolto inaspettato preso dalla vicenda è sicuramente apprezzabile, ma se fosse stato davvero pensato solo per avere una carta Jolly da giocare in caso di necessità o come tappa buchi, il tutto perderebbe di valore, andando a macchiare l’unico aspetto positivo di una sottotrama altrimenti mediocre. Certo, ci sarebbe una terza opzione, ovvero quella che la malattia di Catherine venga usata per un maggiore approfondimento su uno dei personaggi secondari più “forti” dello show, ma se non improbabile, non è una strada auspicabile, in quanto il rischio di ritrovarsi di fronte a un “Izzie 2.0” sarebbe dietro l’angolo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Help I’m Alive 15×10 | 6.98 milioni – 1.6 rating |
The Winner Takes It All 15×11 | 7.27 milioni – 1.7 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.