“If you have only two days left to live, where would you go?”
A soli due episodi dal season finale, The Umbrella Academy cala l’asso dal proprio mazzo di carte e mostra al pubblico uno dei momenti più attesi di tutta la storia.
Ovviamente, la frase appena riportata riguarda principalmente chi ha già letto i fumetti di Gerard Way da cui è tratta la serie, ma anche lo spettatore neofita si sarà ormai reso conto che, quasi inconsciamente, tutto era stato predisposto dagli autori per arrivare a questo punto.
Il cliffhanger finale (che è in realtà un abile plot twist orizzontale mascherato da cliffhanger) rappresenta un momento-chiave, in quanto sancisce quello che sembrerebbe essere il passaggio definitivo di Vanya al “lato oscuro”. C’è da aspettarsi, infatti, che i membri maschili del Team-Umbrella Academy (per la prima volta riuniti e con un obiettivo comune), e in particolare Luther, non prenderanno affatto bene quanto successo ai danni di Allison, contribuendo così a rendere ancora più difficili i rapporti con la “sorella” che credevano priva di superpoteri.
Si può notare come tutta la costruzione dell’episodio (e col senno di poi, dell’intera stagione) sia fatto apposta per arrivare allo “scontro finale” tra Vanya e Allison. Si parte fin da subito con un esemplificativo flashback in cui viene fuori un aspetto certamente non positivo dei poteri di Allison, la quale si serve della sua “voce suadente” per risolvere un problema con la figlia. Il che getta in una luce nuova il personaggi stesso, e fa rivalutare la stessa storyline con l’ex marito.
La grandezza dei due personaggi (Vanya ed Allison) sta proprio in questa loro dualità. Nessuna delle due può dirsi completamente innocente o colpevole, ma entrambe risultano sia vittime che carnefici di loro stesse. Se Vanya, infatti, non ha mai nascosto il suo rancore malcelato nei confronti dei fratelli (e soprattutto verso sua sorella maggiore), i flashback sulla sua infanzia mostrati in questo episodio dimostrano come, dopotutto, non avesse poi tutti i torti. Allo stesso modo, è indubbio che Allison sia stata quella che, più di tutti, ha cercato di ricucire i rapporti con la sorella, ma fino a che punto questo sentimento non è stato suscitato dai sensi di colpa per essere, in qualche modo, colpevole di averle fatto credere di non avere nessuno potere?
In questa dualità dei due personaggi femminili principali sta tutta la grandezza di una serie come The Umbrella Academy, in quanto non è possibile prendere interamente le parti di nessuna delle due.
Il cliffhanger finale diventa, quindi, solo la punta dell’iceberg narrativo messo in piedi da Gerard Way e soci. L’empatia messa in campo dai personaggi fin dal primo episodio ha certamente giovato a questo scopo, ed è il motivo per cui questo episodio è destinato ad essere sicuramente uno dei più “forti”, emotivamente parlando.
A questo proposito, però, c’è da tenere conto di una piccola nota: l’emotività messa in campo dall’autore e dagli sceneggiatori (oltre all’ironia, sempre presente anche in una puntata come questa) è certamente ciò che riesce a tenere incollato lo spettatore alla visione fino alla fine. E, tuttavia, appare evidente come il tutto sia forse un po’ troppo forzato e “artificiale”. A cominciare dai numerosi buchi di sceneggiatura che, come sempre, saltano subito all’occhio, forse proprio perché sono gli unici presenti in un mosaico pressoché perfetto.
Come fa, infatti, Allison a trovare immediatamente la casa nel bosco di Harold/Leonard quando l’unica sua abitazione conosciuta finora era la casa in città? Si tratta di un passaggio bypassato con una facilità impressionante, così come il fatto che, fino alla fine, non pensa minimamente di servirsi dei propri poteri per compiere tale indagine ma debba ricorrere (con un escamotage altrettanto semplicistico) ad un agente di polizia suo fan (anche qui viva le coincidenze), per poi non farsi neanche troppe remore quando si tratta di servirsene contro la sorella, con l’ovvia conclusione tragica.
La stessa conclusione tragica appare quasi messa lì apposta, in quanto niente del dialogo precedente tra le due lasciava presupporre che Allison dovesse per forza lasciarsi andare alla rivelazione finale che, a conti fatti, cambia completamente il loro rapporto. Anzi, lo scontro avviene dopo un momento in cui le cose tra le “sorelle” sembravano quasi distendersi.
Si tratta di considerazioni non da poco se si pensa che per fare spazio a questa storyline viene sacrificato tutto il resto. A cominciare dall’evoluzione del rapporto tra i membri del team maschile dell’Umbrella Academy, che avrebbe meritato molto più spazio. Ma anche la storyline riguardante i due agenti Hazel e Cha-Cha, che qui hanno il mero ruolo di tappa-buchi, usati semplicemente per rallentare il ritmo dell’episodio e far arrivare la puntata alla soglia dei fatidici 50 minuti. Risulta troppo irrilevante, infatti, mostrare qui il loro rincorrersi come cane e gatto, e l’unico lascito significativo alla puntata è un dialogo tra Hazel e la sua nuova compagna-barista (ribattezzati “la coppia più brutta del mondo”) sull’importanza di vivere ogni attimo come se fosse l’ultimo.
Si tratta, comunque, di elementi che passano in secondo piano rispetto al grande conflitto principale creatosi, per cui al momento non destano particolare preoccupazione, almeno ad una prima visione. Anche perché per il resto è veramente difficile trovare dei difetti ad un episodio del genere. La regia è curatissima, in particolare per quanto riguarda la soundtrack (come al solito), ma soprattutto gli effetti sonori, elemento non di poco conto considerando il potere di Vanya. La scena di addestramento nel bosco è senz’altro il punto più alto di tutto ciò.
Un episodio che si gioca tutto sul sonoro, dunque, cosa non facile in un mondo come quello della serialità contemporanea dove sempre di più sono gli effetti visivi e coreografici (il famoso “effetto WOW”) a dominare rispetto a tutto il resto. La puntata, invece, cattura l’attenzione proprio per la sua semplicità e per la raffinatezza dei propri elementi, messi in campo con sagacia e abilità artigianale. Solo per questo motivo l’episodio merita sicuramente un’occhiata.
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The Day That Was 1×07 | ND milioni – ND rating |
I Heard A Rumor 1×08 | ND milioni – ND rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!
Non è un buco di sceneggiatura Allison che trova la casa di Harold/Leonard …. ce l’ha scritto sul fascicolo della polizia che si porta dietro che le aveva procurato Diego! Mi pare uno due ep dietro lo dice che è la casa della nonna mi pare …. Avrò capito male io???
Sì era stato parzialmente (e sottolineiamo la parola “parzialmente”) accennato da Diego poco prima di separarsi da Allison. Però a questo punto pretendo che si spieghi anche che tra i poteri di Allison c’è anche un particolare acume investigativo XD!
Scherzi a parte il problema vero è che tutta questa storyline è molto raffazzonata e tirata via, come il fatto che Allison usi i suoi poteri solo quando pare a lei (con il poliziotto no ma con la sorella sì?) ed p più che altro questo il vero buco di sceneggiatura.
Poi oh, si tratta di piccoli problemi, tant’è che la puntata scorre bene lo stesso, però sembra comunque molto tirato via.