Chi scrive non è mai stato un fan di Ricky Gervais nel senso più neutrale del termine e, come tale, non ha pregiudizi o aspettative nei suoi confronti. Praticamente è un po’ come non avere un’opinione di Woody Allen ma averne sempre sentito parlare. Al terzo episodio di After Life, però, si comincia a riconoscere abbastanza serenamente quella causticità di base che accompagna le sue battute secche e letali, un tratto naturale che accompagna anche tutte le critiche positive intorno alla sua aura da comico nato e cresciuto con il dark british humour.
After Life è, in generale, un prodotto molto difficile da recensire e questo “Episode 3” non fa (sfortunatamente per chi scrive) eccezione in tal senso, anzi diventa decisamente più complicato il dover destrutturare lo scheletro dell’episodio per arrivare al suo vero DNA. La serie è un mix molto agro e poco dolce di sofferenza, cinismo e, in generale, di vita. Grazie alla solitudine di Tony, ma soprattutto alla sua schiettezza disarmante, si riescono a toccare temi di svariato genere che spaziano dall’esistenza di Dio alle discussioni con una prostituta circa il motivo del suo lavoro. E in tutto ciò Gervais sguazza totalmente a suo agio sparando a zero ma anche dimostrando tutta la sua sofferenza.Tra i vari “problemi” di questa puntata c’è anche l’enorme mole di frasi che andrebbero riportate per enfatizzare il taglio molto crudo della serie, un “problema” in quanto in genere in una recensione se ne riportano una o due, mentre qui ne andrebbero messe almeno sette.
Kath: “How can you not believe in God?”
Tony: “Which one?”
Kath: “What do you mean?”
Tony: “Well Zeus?”
Kath: “Who?”
Tony: “Greek god. Or Ra, or Ganesh?”
Kath: “No, not those ones, the real one in the Bible. Yahweh.”
Tony: “Just God! Well, you know how you don’t believe in all those other gods I mentioned? That’s how I don’t believe in yours.“
Il nichilismo di Tony può rappresentare una barriera per l’apprezzamento del personaggio ma, esattamente come noi spettatori siamo arrivati alla visione di questo terzo episodio, anche tutti i character secondari che gli ruotano intorno in fin dei conti lo apprezzano per questa sua assenza di filtri nel parlare. Ovviamente ci sono limiti e modi (tipo non durante una stand up comedy) ma in generale Tony piace ed è totalmente merito di Gervais, del suo modo di recitare e soprattutto di come ha scritto la sceneggiatura.
Far simpatizzare con una persona burbera come Tony è frutto di un lavoro estremamente raffinato che non deve essere sottovalutato. Non per niente va fatto notare che Tony cambia completamente atteggiamento con character secondari disagiati o comunque più affini alla sua sofferenza, tipo Daphne e Julian ma anche l’anziana vedova incontrata al cimitero, in quanto è proprio grazie a loro che l’acidità del personaggio si attenua e traspare leggermente il “vecchio” Tony.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episode 2 1×02 | ND milioni – ND rating |
Episode 3 1×03 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.