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Suburra 2×03 – Più VicinoTEMPO DI LETTURA 4 min

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Senza dubbio un avvio stagionale frenetico quello mostrato da Suburra in questo suo secondo atto. Amori, tradimenti, intrighi politici, corruzione e, immancabile, molta, moltissima violenza gratuita. Anche le produzioni italiane possono competere nell’oramai sconfinato bacino seriale in cui possiamo sguazzare liberamente con un click, e senza dubbio Suburra, naturalmente con i suoi difetti, rappresenta la prova tangibile che un’altra televisione, in Italia, è possibile. Con buona pace di Diego Lopez e del Dr. Cane.
Aureliano ora è solo. Samurai, come lui stesso afferma in questo terzo episodio, non si limita a minacciare, e a farne le spese, questa volta è proprio il nostro protagonista, desideroso di vendetta e per questo costretto a suggellare nuove alleanze, riavvicinandosi prima a coloro che, nonostante tutto, non hanno mai smesso di considerarlo un amico.
Trattandosi di un “terzo episodio”, non ci si aspettava certo di entrare a testa bassa nel cuore dell’azione. Ci troviamo ancora nella fase prettamente introduttiva, eppure qualcosa comincia a muoversi, i segreti iniziano a venire a galla e si comincia ad intuire quale direzione prenderanno le varie trame legate ai protagonisti. L’ascesa lampo di Gabriele viene finalmente giustificata e, come poteva essere facilmente pronosticato, a muovere le fila è Samurai, il quale necessita di un contatto d’alto livello in Polizia per portare avanti i suoi piani. Al nuovo vice ispettore, comunque, sembra non preoccupare molto la situazione, vista e considerata la totale noncuranza nei confronti di ciò che potrebbero pensare i suoi colleghi vedendolo in compagnia, in più di un’occasione, di loschi figuri e criminali conclamati. Era quindi soltanto una questione di tempo prima che Cristiana entrasse in azione, emblema di ciò che Gabriele dovrebbe rappresentare, ma che purtroppo deve combattere trovandosi in  costante equilibrio, per giunta molto precario, tra responsabilità e corruzione.
Tra sgomberi e raid notturni armati di molotov, tutti i nostri protagonisti si trovano nella medesima situazione di Gabriele, in costante conflitto tra ciò che sono e ciò che Roma – e le sue tenebre – chiede loro di diventare. Aureliano vuole la sua vendetta ed è disposto a tutto pur di avere la testa di Samurai, Spadino cerca riconoscimento e affermazione, più per se stesso che nei confronti della sua famiglia; Cinaglia vorrebbe essere un politico corretto, ma capisce ben presto che in questo paese l’unico modo per poter fare qualcosa di buono è quello di accettare compromessi con gente che di buono non ha nulla, mentre Samurai, ad un passo dal perdere il controllo, vuole sgomberare i terreni di Ostia per poter costruire il suo porto, fallendo miseramente nel suo piano “non-violento” (virgolette doverose vista l’esecuzione del suo sgombero) e sollevando un polverone che difficilmente potrà essere ignorato senza alcuna ripercussione.
Lo straziante addio alla sorella Livia innesca così la definitiva trasformazione di Aureliano, che da spietato criminale di borgata si trova costretto a prendere il controllo da vero leader, scatenando un vero e proprio massacro per poter mettere le mani sull’assassino di sua sorella. Così come, sul fronte opposto, Cristiana si trova costretta a riprendere in mano le redini della situazione denunciando i comportamenti sospetti di Gabriele nella speranza di mettere la parola fine alla corruzione dilagante che infesta il suo commissariato. Due percorsi opposti accomunati dalla medesima volontà di uscire da una situazione divenuta oramai insostenibile e che probabilmente finiranno per incrociarsi a breve.
I nostri tre protagonisti giungono così alla conclusione che l’unico modo per sbarazzarsi del nemico comune sia quello di collaborare, mettendo da parte il passato per poter finalmente essere liberi dalla presa implacabile dell’attuale Re di Roma. E lo fanno all’interno di uno scenario entro il quale è facile calarsi, specchio di una città piena di problemi e di persone pronte a mettere un prezzo sull’eventuale risoluzione degli stessi, un prezzo che il più delle volte esige più sangue che denaro. Ci troviamo ancora in fase di preparazione, eppure non è difficile capire in quale direzione si muoveranno gli eventi e, viste le premesse e l’avvio in grandissimo stile, ci aspetta una seconda stagione che, nel bene o nel male, finirà col lasciare il segno.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La trasformazione di Aureliano è ufficialmente cominciata
  • Giacomo Ferrara nel ruolo di Spadino è semplicemente perfetto
  • Cristiana in cerca della verità
  • Ruolo delle donne preminente all’interno di questa seconda stagione
  • L’assalto al campo profughi
  • Il vero problema del segmento narrativo di Gabriele è il personaggio stesso, da sempre caratterizzato in maniera superficiale rispetto ai suoi compagni d’arme

 

Una seconda stagione molto attuale, soprattutto per i temi trattati sullo sfondo di questa guerriglia urbana, che riesce nell’intento di catapultarci immediatamente all’interno di un mondo che avevamo accantonato in un angolino della nostra mente per un paio d’anni. Le aspettative sono altissime, la trama è ufficialmente entrata nel vivo, adesso non ci resta che aspettare per verificare se la nostra fiducia sia effettivamente ben riposta oppure frutto di un banale attaccamento ad una promettente produzione italiana.

 

Conseguenze 2×02 ND milioni – ND rating
Più Vicino 2×03 ND milioni – ND rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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