Fleabag 2×04 – Episode 4TEMPO DI LETTURA 3 min

/
3
(1)

“Grief clearly agrees with you.”

In un periodo storico animato da un prepotente ritorno al conservatorismo in ambito politico-culturale, una serie come Fleabag assume sempre più il ruolo di anticristo della società.
La serie di Phoebe Waller-Bridge si è sempre posta al di sopra di qualsiasi limite narrativo che, silenziosamente oppure no, la maggior parte delle altre serie tv sono riuscite sempre ad autoimporsi. La storia ha cercato di fare scalpore, colpendo il proprio spettatore cercando di addentrarsi in storie sempre più peculiari e mai approfondite. E questa seconda stagione sembra intenzionata a non essere da meno.
Dopo aver introdotto l’elemento religioso, così fortemente in contrasto con quanto detto e visto fino ad ora in Fleabag, in questo quarto episodio si è cercato di abbassare il livello morale, di portarlo a portata della protagonista: tutto ciò che è andato in onda altro non era che un’accurata opera di demolizione.
Il personaggio del prete, già accuratamente caratterizzato e mostrato così propenso all’amicizia nei confronti di Fleabag, appare molto più moderno e aperto mentalmente di quanto si potrebbe pensare: la serie targata BBC ha sempre tentato di estremizzare i propri personaggi mostrandoli o perfetti oppure dei veri e propri mostri. Ha colpito (forse anche per il tipo di ruolo che mano a mano è andato a ricoprire episodio dopo episodio), quindi, il voler presentare il giovane prete come un personaggio complesso e non banale. Una rappresentazione dicotomica tra sacro e profano che ha trovano il proprio apice proprio in questa quarta puntata: sacro e profano si mischiano in una scena, quella del confessionale, a metà tra l’erotico ed il religioso. Poi, tutto precipita. Il sacro viene inglobato dal profano e svanisce di scena: Fleabag ed il giovane sacerdote cedono alla così detta tentazione carnale ed il mondo, così come lo hanno conosciuto fino a quel momento, sembra svanire tra una frase raffazzonata ed un maldestro tentativo di slacciarsi i pantaloni. Il sacro torna però a galla per un ultimo, fondamentale, momento: il quadro appeso in chiesa cade ed i due vengono come risvegliati dal turbinio di emozioni e sentimenti in cui sembravano essere bloccati. Tutto ad un tratto la vita torna ad essere complicata e non più dettata dall’istinto. Il prete si rende conto di quanto stava per accadere e si allontana spaventato (da sé e da Fleabag) mentre la donna, in lacrime e affannata, fissa lo spettatore quasi in preda al panico.
Accantonato il concitato finale di episodio, il resto della puntata si concentra sul peculiare rapporto di Fleabag con la religione. Anzi, per essere più precisi con il lutto: viene mostrato il funerale della madre e viene più volte evidenziato come “il lutto la renda più bella”. Una frase tanto inusuale e strana quanto perfettamente abbinabile alla particolare protagonista di questa serie tv.
La morte, unitamente al sua connotazione religiosa, torna quindi a farla da padrona di questa serie dopo il folgorante colpo di scena che aveva agitato lo spettatore (e risvegliato Fleabag) dal proprio torpore durante il finale della prima stagione.
L’equilibrio che sembrava potersi costruire (anche se faticosamente) tra Fleabag ed il primo personaggio di sesso maschile non interessato al lato carnale di un rapporto, sembra essersi disintegrato per sempre proprio sotto gli occhi increduli della giovane ragazza che, per propria ammissione, inizia ad avere molteplici dubbi su come la sua vita sia stata vissuta fino a questo momento.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Fleabag e lo scontro con il sacerdote
  • Il funerale
  • I flashback
  • Il solito humor, mai troppo eccessivo
  • Risulta difficile trovare elementi negativi per una serie che scorre senza patemi d’animo, senza appesantire la visione allo spettatore

 

Sacro e profano: siamo lieti di presentarvi Fleabag.

 

Episode 3 2×03 ND milioni – ND rating
Episode 4 2×04 ND milioni – ND rating

 

Quanto ti è piaciuta la puntata?

3

Nessun voto per ora

Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

Precedente

Grey’s Anatomy 15×19 – Silent All These Years

Prossima

Star Trek: Discovery 2×11 – Perpetual Infinity

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.