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Dopo un ottimo inizio con il rilascio contemporaneo di tre episodi, lo show di punta di casa Hulu si concede una puntata di transizione, utile più ad approfondire determinati aspetti e personaggi che a far progredire la trama orizzontale, visto che, a conti fatti, in questi 45 minuti succede davvero ben poco.
In “God Bless The Child”, innanzitutto, è interessante notare il richiamo, dal significato ambivalente, al battesimo e alle cerimonie religiose: tramite un flashback viene mostrato il battesimo di Hannah fatto celebrare da June e Luke, che si ricollega nel finale al battesimo di Nichole, mentre nel presente si assiste all’ennesimo rituale che celebra la nascita dei figli di Gilead.
In questo frangente, la fotografia di The Handmaid’s Tale raggiunge vette altissime, basti pensare alle simmetrie create dalle Marte e dalle ancelle durante la sfilata, senza dimenticare la scena delle cuffie poggiate simmetricamente sul tavolo. Ma a colpire particolarmente è la scena delle scale, scelta per accompagnare questa recensione, dove tra i personaggi e la forma delle scale il richiamo al motto “Under his eye” è più evidente che mai, per una cura ai minimi dettagli veramente degna di nota.
Intanto, gli equilibri di potere all’interno della famiglia Waterford sono ormai definitivamente mutati e June, che tecnicamente appartiene ad un altro comandante, ormai manipola in modo sottile Serena, sempre splendidamente interpretata da Yvonne Strahovski, anche lei pronta definitivamente a lasciarsi alle spalle il suo passato da donna e moglie perfetta di Gilead. In tutto questo Fred, definito poco intelligente dal comandante Lawrence nel precedente episodio, sembra rispettare tale giudizio visto che non sembra accorgersi della fine del suo ruolo di pater familias e dell’imminente ammutinamento che si prospetta all’orizzonte, per un personaggio tanto potente quanto stolto.
In questo gioco di potere machiavellico è da sottolineare invece la ripetitività di un personaggio come Janine, che un episodio si e uno no va incontro a crisi mistiche, per poi essere severamente punita, rinsavire e puntualmente tornare all’inizio di questo circolo vizioso che francamente è diventato stucchevole e ripetitivo, per un character che forse era meglio eliminare o far rimanere nelle colonie.
In Canada, invece, Emily si ricongiunge con la famiglia, cercando di tornare ad un’apparente normalità famigliare e dando vita ad una serie di momenti emotivamente coinvolgenti, supportati splendidamente dalla sempre ottima interpretazione di Alexis Bledel. E’ interessante notare come l’ex Diglen sia sopravvissuta all’intero percorso di GIlead, divenendo non solo un’ancella ma anche prigioniera della colonie, per poi fuggire e riconquistare la libertà. Sarà curioso vedere in che modo gli autori faranno evolvere ulteriormente (o meno) il character, che si trova ora in una nuova dimensione, completamente differente rispetto alla precedenti.
Complessivamente la narrazione procede in modo eccessivamente lento e compassato, con soluzioni narrative già sperimentate per diversi personaggi, per un quarto episodio che non aggiunge nulla di rilevante rispetto al precedente e, a conti fatti, delude non poco le aspettative abbastanza alte dopo le prime tre puntate.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Una puntata di transizione per lo show di casa Hulu che poco aggiunge rispetto al precedente episodio e annoia non poco in determinati momenti. La valutazione è sufficiente, per una puntata salvata da un ottimo comparto tecnico e dalle sempre eccelse interpreti dei personaggi femminili, da sempre punto di forza di The Handmaid’s Tale. Ai prossimi numerosi appuntamenti il compito di tornare a valutazioni più alte per una delle serie più attese di quest’anno.
Watch Out 3×03 | ND milioni – ND rating |
God Bless The Child 3×04 | ND milioni – ND rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.