“Why couldn’t we just play D&D?”
Quanto appena citato, ed estrapolato dalle battute di uno sprecatissimo Noah Schnapp, è probabilmente quello che hanno esclamato gli spettatori più nerd della serie, in quanto “Chapter One: Suzie, Do You Copy?” è stato tutt’altro che un episodio coinvolgente. Stranger Things, al “pronti-e-via” è già inciampato commettendo una serie di errori che sembrano evidenziare una scrittura pigra e poco attenta che potrebbe già pesare ai fini di una considerazione globale sullo show. Ed è proprio questo uno dei problemi più significativi della serie dato che questo primo capitolo della terza stagione sa già di déjà vu, sembra voler ripercorrere il pattern narrativo visto negli scorsi anni con i giovani protagonisti che vivono una vita serena fino a quando non si imbattono nel mostro di turno da scacciare e riportare nel Sottosopra. Se tale impressione verrà confermata dai prossimi episodi, quanto senso avrebbe continuare a seguire una serie che non è niente di più che un CSI con i mostri e teenager?
La speranza ovviamente è che questa season premiere sia solo una piccola sbavatura di un percorso che porterà Stranger Things a compiere un passo decisivo verso la qualità già sbandierata. Uno di questi passi è stato compiuto, ed è evidente già dai primi minuti russi grazie ad effetti speciali pressoché perfetti che mettono in risalto un esponenziale aumento di budget e per una serie come questa, che è interamente basata sulla fantascienza, è oro che cola. Upgrade che si conferma anche in tutte le scene in cui ci sono i topi e la creatura (per ora dalla forma indefinita) a farne da protagonista. Restano comunque invariati i soliti pregi del programma come la sempre interessante regia dei fratelli Duffer e l’indelebile ed iconica colonna sonora che accompagna Will & friends dagli albori.
Tuttavia, tutto questo ben di Dio del lato tecnico viene inevitabilmente messo in secondo piano dal più grande difetto di questa terza stagione: gli attori, più precisamente l’intero gruppo dei protagonisti più giovani. Ovviamente la critica non verte sull’interpretazione di questi, dato che questo giovanissimo gruppo probabilmente animerà, giustamente, Hollywood per molti anni a venire, ma loro non funzionano minimamente nei panni di ragazzini quattordicenni. Dall’inizio delle riprese dello show ad oggi sono passati ben quattro anni mentre all’interno della storia sono passati meno di un paio di anni e questo è estremamente evidente. I giovani protagonisti appaiono terribilmente ridicoli nei panni, letterali, di personaggi visibilmente sia più piccoli fisicamente (Finn Wolfhard non sembra nemmeno stare negli abiti che indossa) e caratterialmente meno maturi. I fan, quindi, per non imbarazzarsi devono sospendere evidentemente la credibilità su quello che vedono e sono obbligati a chiudere un occhio per un problema che uno show come Stranger Things non dovrebbe affrontare. Un errore che verrà protratto fino al termine di questo terzo ritorno della serie sperando che non pesi troppo sul giudizio finale della stagione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Chapter Nine: The Gate 2×09 | ND milioni – ND rating |
Chapter One: Suzie, Do You Copy? 3×01 | ND milioni – ND rating |
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.
La questione degli attori troppo grandi: si vede ma non troppo, almeno io la vedo così ma sono un pò anzianotto. Ai miei tempi guardavo “Dawson creek” dove degli attori over trentenni interpretavano dei teenagers. Almeno adesso ci si avvicina all’età dei protagonisti