Miranda Bailey: “Ever since I first met Meredith Grey, I knew she was going to be a thorne in my side. You worry about her breaking rules, but that’s not gonna stop, she’s doing that since day one and yes, she broke a law to save a life, so she deserved to lose her job, she deserves to pick up trash, but no one should be questioning her license. She is too good at what she does. She’s worked too hard to get to where she is… and with all that she has survived, it hasn’t made her… hard, it hasn’t made her mean or cold, it hasn’t made her not care. It’s made her better. It’s made her better and anyone in this room.”
Grey’s Anatomy ha raggiunto un altro traguardo: giovedì scorso è andato in onda il 350esimo episodio dello show, dal sapore nostalgico con i numerosi riferimenti al passato di Meredith, con tanto di brevi ma efficaci flashback di momenti che sono rimasti molto impressi nella memoria dei fan del medical drama più longevo della storia.
Si è già detto più volte di come la serie attingesse al suo glorioso passato, facendo (troppa) leva sulla nostalgia del pubblico dei “bei tempi andati” e di come, spesso, fossero quelle stesse rievocazioni a rendere alcuni episodi guardabili o comunque meritevoli di una qualche lode. A volte, invece, questo continuo guardare al passato è risultato addirittura fastidioso, perché considerato un evidente sintomo di una grave carenza di idee, che ha spinto gli showrunner a riciclare storyline o dinamiche tra i personaggi. L’esempio più eclatante riguarda Derek, la cui morte, non solo è stata gestita malissimo, ma non è stata mai elaborata al 100%, proprio per continuare ad essere rievocata in qualsiasi momento e per poter continuare ad utilizzare l’amato McDreamy per fare fanservice quando non sapevano cosa altro inserire in un episodio.
Nel caso di “My Shot”, però, le rievocazioni dei momenti passati hanno funzionato, perché non erano fini a se stesse, ma hanno dimostrato avere un significato particolare, oltre ad essere utili per riassumere il percorso del personaggio di Meredith, che rimane indubbiamente di primaria importanza per lo show, nonostante il suo essere diventato sempre di più uno show corale. Tutti i riferimenti alle vecchie stagioni, tra flashback e testimonianze dei vari pazienti della Grey (tra cui Katie Bryce, la sua prima paziente in assoluto) non sono risultati eccessivi, ma sono stati gestiti in modo ottimale, aiutati da un’ottima costruzione dell’episodio, un’ottima scrittura e con un buon ritmo. Anche la presenza del medico che si rifiutò di fare la tac a Derek, ritenuto responsabile della sua morte, è stata ben gestita, nonostante inizialmente potesse sembrare eccessiva e utile solo a scombinare inutilmente le carte in tavola. Invece i suoi interventi come membro della Commissione Medica hanno creato un crescendo di pathos, dal suo arrivo in aula (di un hotel) fino a culminare con l’acceso confronto tra lui e Meredith, che si è trattenuta fino a che ha potuto, per poi arrivare all’inevitabile scontro.
La scena è stata costruita benissimo, lasciando il pubblico addirittura con il fiato sospeso, cosa a cui non era più abituato guardando un episodio di Grey’s Anatomy. Ben riuscita anche la scena in cui Alex fa entrare tutti i pazienti della Grey, che culmina con il bellissimo discorso di Miranda Bailey, parzialmente citato all’inizio di questa recensione. Discorso che non serve soltanto a descrivere il personaggio di Meredith Grey, ma, si spera, segna anche la fine dell’insensata gelosia e conseguente ostilità provata dalla Bailey nei confronti della sua ex allieva, dinamica vista e rivista all’interno dello show in più di un’occasione e che aveva veramente stancato.
Il fatto che il team autoriale (sceneggiatori compresi) sia riuscito a confezionare un episodio così potente, nonostante il suo lieto fine scontato, è sorprendente, bisogna ammetterlo, ma è anche significativo. Lo show è arrivato, seppur arrancando, alla sua sedicesima stagione e questo ottavo episodio è la prova che sono ancora capaci di regalare le giuste emozioni agli spettatori.
Per concludere, non si può non fare menzione della canzone che fa da colonna sonora alla lettura della lettera di Cristina Yang, che sarà sicuramente una strizzata d’occhio ai fan delle twisted sisters, ma dà quel tocco in più a quelle ultime scene. Sarà pure “fanservice”, ma stavolta è “fanservice” fatto bene.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“She is the sun and she is unstoppable. Sincerely, Dr. Cristina Yang”
Papa Don’t Preach 16×07 | 6.12 milioni -1.3 rating |
My Shot 16×08 | 6.34 milioni – 1.3 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.