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Into The Dark, la serie horror antologica prodotta da Jason Blum, inizia il 2020 tirando il freno a mano in una corsa che avrebbe potuto portarla alla vittoria: dopo tre episodi molto positivi, durante i quali il potenziale del telefilm veniva espresso nel migliore dei modi, la serie subisce una battuta di arresto.
“Midnight Kiss”, questo il titolo della puntata ambientata durante i festeggiamenti per il Capodanno, è, infatti, un susseguirsi di clichés scontati, personaggi stereotipati e nessun briciolo di creatività.
Il fulcro della storia ruota attorno ad un gruppo di ragazzi che si ritrovano per celebrare l’ultimo dell’anno, tutti assieme, come da tradizione. Il gruppo di amici è composto quasi per la maggioranza da gay, con l’eccezione di Hannah (Ayden Mayeri), unica ragazza eterosessuale e loro classica best friend forever. Arrivati nella bellissima villa del ricchissimo Joel (Chris Evans), fresco di fidanzamento con il biondo Logan (Lukas Gage), ma ancora palesemente innamorato del suo ex Cameron (Augustus Prew), i ragazzi verranno perseguitati da un sadico killer, bramoso di vendetta. Stendiamo un velo pietoso sulla caratterizzazione dei protagonisti, che sembrano mostrare al mondo come essere omosessuali voglia dire solo essere superficiali, amanti dei glitter e dediti al sesso occasionale.
Nonostante la trama abbastanza scialba e piatta, non ci sarebbe stato nulla di male nel presentare questa storyline, in linea con il genere dello show e con i prodotti della Blumhouse Television; purtroppo, però, sul giudizio finale per niente positivo, hanno gravato la pesantezza caricaturale dei personaggi, dialoghi da teen drama e scene troppo telefonate. Già verso metà episodio, infatti, lo spettatore aveva compreso come il killer, altro non fosse che un membro del gruppo di amici ed i più avvezzi alle dinamiche di un film horror avevano pure indovinato di chi si potesse trattare.
Apprezzabile è, sicuramente, la scelta di portare sul piccolo schermo la tematica LGBT, declinata sotto forma di slasher movie e non è un caso che il regista, Carter Smith, sia apertamente gay, ma il risultato finale non è sufficientemente incisivo.
Il fulcro della storia ruota attorno ad un gruppo di ragazzi che si ritrovano per celebrare l’ultimo dell’anno, tutti assieme, come da tradizione. Il gruppo di amici è composto quasi per la maggioranza da gay, con l’eccezione di Hannah (Ayden Mayeri), unica ragazza eterosessuale e loro classica best friend forever. Arrivati nella bellissima villa del ricchissimo Joel (Chris Evans), fresco di fidanzamento con il biondo Logan (Lukas Gage), ma ancora palesemente innamorato del suo ex Cameron (Augustus Prew), i ragazzi verranno perseguitati da un sadico killer, bramoso di vendetta. Stendiamo un velo pietoso sulla caratterizzazione dei protagonisti, che sembrano mostrare al mondo come essere omosessuali voglia dire solo essere superficiali, amanti dei glitter e dediti al sesso occasionale.
Nonostante la trama abbastanza scialba e piatta, non ci sarebbe stato nulla di male nel presentare questa storyline, in linea con il genere dello show e con i prodotti della Blumhouse Television; purtroppo, però, sul giudizio finale per niente positivo, hanno gravato la pesantezza caricaturale dei personaggi, dialoghi da teen drama e scene troppo telefonate. Già verso metà episodio, infatti, lo spettatore aveva compreso come il killer, altro non fosse che un membro del gruppo di amici ed i più avvezzi alle dinamiche di un film horror avevano pure indovinato di chi si potesse trattare.
Apprezzabile è, sicuramente, la scelta di portare sul piccolo schermo la tematica LGBT, declinata sotto forma di slasher movie e non è un caso che il regista, Carter Smith, sia apertamente gay, ma il risultato finale non è sufficientemente incisivo.
“Midnight Kiss” non è altro che una copia di tanti prodotti horror con antagonista uno psicopatico mascherato ed armato di affetta-gente (primi tra tutti la saga di “Scream” e di “So Cosa Hai Fatto”). Anche le tematiche della vendetta, dell’umiliazione e dell’indifferenza subita da Logan, traumi che l’hanno portato a compiere la strage, non trovano abbastanza respiro nella trama e il tutto si riduce a qualche minuto di risveglio attoriale ed un breve confronto tra il killer e Cameron, sua eterna e celata ossessione.
Rovinosa caduta per Into The Dark che stava facendo ben sperare per questo suo secondo ciclo, ma nulla è ancora perduto: essere innovativi nel campo dell’horror è, ormai, compito quasi impossibile, ma a noi sarebbe bastato un lavoro meno raffazzonato.
Capire già dove regista e sceneggiatore vogliano andare a parare è una sensazione fastidiosa per lo spettatore, al quale vengono negati sia l’aspettativa che la curiosità, soprattutto quando la puntata dura quasi un’ora e mezza, novanta minuti che avremmo potuto impegnare in qualcosa di sicuramente più costruttivo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Hulu e la Blumhouse Television farciscono una puntata di stereotipi, stupidi clichés e finale telefonato. “Midnight Kiss”, purtroppo, non fa riflettere, non inquieta e non spaventa. In poche parole, ci troviamo di fronte ad un episodio inutile e non necessario, sotto tutti i punti di vista. Peccato!
A Nasty Piece Of Work 2×03 | ND milioni – ND rating |
Midnight Kiss 2×04 | ND milioni – ND rating |
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.