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The Plot Against America 1×03 – Part 3TEMPO DI LETTURA 4 min

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Se il bisogno primario di questa recensione fosse quello di individuare la parte in assoluto più accattivante e perfetta di The Plot Against America, almeno a livello cartaceo, sarebbe sicuramente quello della visita, da parte della famiglia Roth (diventata Levins nell’adattamento televisivo) in quel di Washington D.C., probabilmente si tratta del centro nevralgico dell’intera opera, pur collocato relativamente presto all’interno del testo.
Proprio come nel libro gli sceneggiatori sono riusciti ad azzeccare ogni cosa, facendo sembrare il viaggio quasi un ricordo custodito a livello personale più che una storia ambientata in una realtà alternativa. Già prenotato molto prima dell’elezione di Lindbergh, il tour li porta al centro nevralgico della capitale in quello che probabilmente è il suo momento di massimo splendore in mezzo a scintillanti locali e monumenti che trasudano storicità.
Allo stesso tempo si può osservare come i Leveins possano prendere nota del cambiamento enorme del paese: dai segnali più che allarmanti all’interno dell’hotel, passando per le strade fino ad arrivare al culmine definitivo, il momento in cui l’ex professore universitario Taylor è costretto a prendere le loro difese, cercando di tenere buoni degli antisemiti.
La versione televisiva quindi, oltre a raccontare egregiamente la vita cittadina rende anche un’idea ulteriore che probabilmente serviva allo spettatore per entrare con prepotenza all’interno dello show: per le prime ore si erano viste queste persone cercare di autoconvincersi che la vittoria di Lindbergh non sarebbe stata il disastro annunciato che piano piano per loro si sta rivelando, ma sentendo sempre più notizie di quello che sta accadendo in America, e trovandosi in una situazione come quella che vivranno poco dopo, la realtà si presenterà sotto ai loro occhi distruggendo ogni speranza o illusione rimasta.
In un certo senso è possibile osservare soprattutto il momento più importante del plot capitolino. La paura crescente di Bess che prima o poi anche le forze dell’ordine e le autorità possano in pochi secondi accerchiare la sua famiglia e deportarla al primo momento utile fa trasparire la sua frustrazione; dall’altra parte invece Herman è ancora molto determinato a non darsi per vinto a mantenere la linearità per essere quello che è ancora: un uomo libero.
In uno scenario del genere il gesto estremamente umano di Taylor, anticipato qualche riga sopra, suona come un momento di fratellanza quasi inatteso all’interno di una vacanza così complessa. Non è ancora dato sapere tuttavia la posizione assunta dall’uomo (interpretato da Michael Cerveris già noto al grande pubblico per la sua apparizione nelle vesti di September in Fringe), e il motivo per cui ha difeso Herman.
L’umanità traspare comunque dal suo gesto e da quello del manager del ristorante che accoglie la famiglia e che permette ad Herman di cantare una canzone che assesta di nuovo la sua condizione di uomo libero e il suo senso di appartenenza alla nazione americana.
Il resto del terzo episodio, probabilmente uno dei più difficili a cui creare un contorno considerando la presenza di quello che rappresenta il punto più importante del libro, si concentra sul resto dell’estesa famiglia Levins: su Alvin, volato dal Canada all’Europa e sulle sue avventure in Inghilterra e su Evelyn, la sorella di Bess.
Nel suo caso è forse opportuno un piccolo approfondimento. Il suo spot nella puntata infatti risulta rilevante soprattutto grazie al ruolo di Bengelsdorf, appena nominato a capo dell’Office Of American Absorption, agenzia prodotta dal presidente per alleggerire e cancellare commenti antisemitici passati. Ed è qua che viene fuori la domanda che, con tutta probabilità, sorge spontanea guardando l’episodio e che gli sceneggiatori sembrano portare agli occhi del pubblico: quanto gli ideali di queste persone sono radicati in loro come prodotto autonomo e quanto invece gli è stato inculcato? Herman sembra un convinto sostenitore dei democratici; Alvin un ragazzo impulsivo preparato a combattere in ogni occasione; Bergsdorf stesso, pur essendo al servizio del presidente, non sembra del tutto convinto e a suo agio riguardo al suo operato e Evelyn in ultima analisi, dopo aver speso la sua vita dietro a sua madre, può finalmente scrollarsi di dosso il peso delle responsabilità e gli elogi alla sorella per vantare qualcosa di suo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ogni personaggio presenta una sua caratterizzazione affascinante
  • La visita a Washington, punto nevralgico del libro, messa in scena in maniera straordinaria
  • L’apparizione di Micheal Cerveris
  • Il minutaggio molto ampio dell’episodio

 

Quello che The Plot Against America sta mettendo in scena è una particolare visione della storia e anche di una sorta di regime che si sta venendo a creare, vedendo tutto dalla parte delle persone più che del potere. Lo show vanta infatti una grande diversità di motivazioni su come ci si oppone e si supporta tale idea politica e non tutte sono per ragioni profondamente immorali. Una visione affascinante e peculiare che sarà interessante seguire nei prossimi episodi.

 

Part 2 1×02 ND milioni – ND rating
Part 3 1×03 ND milioni – ND rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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