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Che vita dura quella degli aspiranti attori, tra prove e audizioni, lezioni e fallimenti. Che vita grama quella dei serial killer, immersi nel sangue fino al collo, costretti ad essere freddi, quasi glaciali per sopravvivere alla giornata. Figuriamoci quella di un killer che di giorno tenta di fare l’attore.
Continua tra problemi esistenziali e quotidiani la tragica e comica vita del povero Barry, protagonista della serie omonima, creata da Bill Hader, che veste i panni di Barry, e da Alec Berg. I due fanno centro con quest’ultima fatica lavorativa che di episodio in episodio costruisce una speciale fidelizzazione tra il protagonista e lo spettatore: come ormai capita spesso nella serialità contemporanea il protagonista non è un eroe tout-court, anzi, in questo caso Barry è un vero e proprio antieroe spaventato, disorientato e in bilico tra vari mondi.
Continua tra problemi esistenziali e quotidiani la tragica e comica vita del povero Barry, protagonista della serie omonima, creata da Bill Hader, che veste i panni di Barry, e da Alec Berg. I due fanno centro con quest’ultima fatica lavorativa che di episodio in episodio costruisce una speciale fidelizzazione tra il protagonista e lo spettatore: come ormai capita spesso nella serialità contemporanea il protagonista non è un eroe tout-court, anzi, in questo caso Barry è un vero e proprio antieroe spaventato, disorientato e in bilico tra vari mondi.
Il protagonista è un tipico uomo spezzato, tornato dall’Afganistan, desideroso di rinnovarsi, pronto a ricostruirsi un’esistenza e per fare ciò deve trovare un nuovo scopo: serial killer o attore. Barry non lo sa ancora, o forse lo sa ma non trova il coraggio di intraprendere questa strada fino in fondo, e così salta da una vita all’altra (Barry Berkman/Barry Block), trasformandosi in un Dexter 2.0 con Fuches e con Sally in un attore in erba. In Barry non c’è una chiara distinzione tra buoni e cattivi e si è immersi in una profonda e lacerante ironia che spezza i cuori; e in questo quarto episodio appare ancora più chiaro.
“Chapter Four: Commit… To You” inizia più o meno da dove era finito l’episodio precedente: Barry e Sally hanno passato la notte insieme, si svegliano nella camera di lei e devono affrontare le “conseguenze dell’amore”, o semplicemente le più banali conseguenze delle proprie azioni.
“Chapter Four: Commit… To You” inizia più o meno da dove era finito l’episodio precedente: Barry e Sally hanno passato la notte insieme, si svegliano nella camera di lei e devono affrontare le “conseguenze dell’amore”, o semplicemente le più banali conseguenze delle proprie azioni.
Lo show è interessante anche perché fin dall’incipit si può comprendere qual è il tema della puntata: il pilot si apre con un omicidio e poi ci si concentra proprio sulla nuova vita da sicario del giovane uomo, il secondo episodio mostra la nuova vita (la recitazione) di Barry e poi si focalizza proprio sulla sua idea di diventare un attore, e poi infine il quarto si apre con la deludente e fredda mattina seguente alla notte di sesso tra Sally e Barry e l’intero episodio lavora proprio sul concetto di fallimento. Insomma tutti falliscono in “Chapter Four: Commit… To You” e grazie al fallimento imparano la lezione: essere se stessi.
La puntata si costruisce portando avanti le giornate di tre personaggi: Sally, Barry e il maestro di recitazione Gene Cousineau. Si assiste alla giornata lavorativa della ragazza che si scontra con il duro mondo dello spettacolo (Sally si confronta con la crudezza dello show business; durante un’audizione incontra una sorta di Harvey Weinstein che le propone una parte in cambio di una notte con lui per dopo dire che è solo uno scherzo). Poi lo spettatore vede il protagonista capire chiaramente che a Sally interessa poco di lui (se Sally vede Barry come una compagnia, lui invece perde la testa per lei perché crede che possa completarlo), comprende, grazie ad una lezione con Cousineau, di non essere in grado di prendere il comando della propria vita: non lavora a nulla con passione e forza ma si barcamena. In mezzo a queste due figure c’è Cousineau che tenta di uscire con il detective della polizia impegnata nell’indagine sull’assassinio di Ryan.
Barry vuole correggersi – sbagliando ancora cadendo nell’errore di seguire le opinioni degli altri -: cambia il modo di vestire (pensiamo al look di quando va alla festa), affronta Fuches (ovviamente lui non lo lascerà andar via così facilmente), stabilisce di mettersi in contatto con alcuni suoi amici ex commilitoni, ma il vero problema è capire cosa fare con Sally, la ragazza per cui, in qualche modo, ha scelto di fare l’attore.
Mentre l’aspirante attrice si dispera per il lavoro che non va come lei vorrebbe (è crudele il montaggio di lei che piange disperata in macchina di sera e la mattina dopo ride raggiante), l’aspirante in tutto (nella recitazione, nell’arte dell’uccidere, nella vita) inciampa nei suoi stessi piedi, sbaglia ancora e ancora (regala un computer alla ragazza, anzi alla sua ragazza perché lui la considera tale ormai, si informa di come è andata la sua audizione), non conosce le norme del vivere sociale; lo spettatore però continua ad essere con lui perché quando è un killer uccide con freddezza reticente e quando è un uomo comune che vive la normalità di ogni essere umano (chi non insegue o non ha mai inseguito un amore non corrisposto). Si soffre quando si vede Sally lasciare la festa con un altro e questo perché i due ideatori hanno lavorato molto bene in questa direzione tanto da far provare allo spettatore imbarazzo, vicinanza, partecipazione, sarebbe insopportabile l’ennesimo fallimento.
“I’m not your girl”
In queste parole dette da Sally, novella femminista, a Barry c’è tutto il rancore per il fallimento patito al lavoro, per l’atteggiamento del produttore nei suoi confronti. Il loro percorso verso la scoperta del fallimento è così simile che sembra imboccare una strada unica, ma è altrettanto chiaro che proprio a questo punto le loro strade sono destinate a dividersi. Come Barry anche Sally, forte, sicura, determinata, impara, una volta in più, a camminare da sola – non a caso non accetta di scendere a compromessi -, a farsi strada nel mondo dello spettacolo con il coltello tra i denti senza abbassare ma il capo, contando solo sulle sue capacità. Tutto questo non può che ripercuotersi anche nella sua vita privata e questa sua rigidità si esprime dunque con Barry che viene allontanato: lei non ha bisogno di nessuno per essere una persona, non necessita del tono protettivo (quasi paternalistico) del ragazzo, della sua preoccupazione, del suo interesse.
Il finale dell’episodio ci ricorda che le azioni compiute nel pilot da Barry hanno delle conseguenze, infatti la polizia sembra essere sempre più vicina al colpevole dell’omicidio (le immagini della telecamera).
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“Chapter Four: Commit… To You” è un buonissimo episodio che porta avanti la storia di Barry con intelligenza. Si stringe il cappio intorno al collo del protagonista e un po’ anche intorno a quello dello spettatore che teme per l’incolumità del suo (anti)eroe.
Chapter Three: Make The Unsafe Choice 1×03 | ND milioni – ND rating |
Chapter Four: Commit… To You 1×04 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.