Crossbones 1×04 – AntoinetteTEMPO DI LETTURA 5 min

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Crossbones 1x04 - Antoinette

Siamo quasi giunti al giro di boa per Barbanera e compagni, e le speranze relative ad un cambio di rotta per la serie sono inesorabilmente colate a picco dopo la messa in onda di questo quarto episodio. Oramai nemmeno il colpo di scena più elaborato potrebbe far elevare lo show dallo stato di anonimato in cui è sprofondato, soprattutto tenendo conto del fatto che gli unici due personaggi “interessanti” della serie, Teach e Lowe, appaiono apparentemente immortali e dunque immuni a qualsiasi tipo di stravolgimento.
Le difficoltà nel recensire Crossbones sono aumentate esponenzialmente di puntata in puntata, soprattutto a causa della mancanza di contenuti, perciò quale modo migliore per fornire una graffiante ma realistica rappresentazione dello show se non quello di citare uno dei maestri di vita della serialità televisiva per antonomasia, il dr. “Jesus” Cox: “Ti è mai capitato di vedere un bambino ubriaco? È una lunga storia. Coinvolge mio figlio, una torta al rum e un tavolino basso. Ti dirò soltanto che all’inizio fa tenerezza vederli andare a sbattere contro il muro, ma accidenti ragazzi, basta che ti distrai un secondo e bang! Un secchiello in testa e vanno dritti sul nuovo televisore a schermo piatto”. Vi potrà sembrare una digressione, ma Crossbones è ormai diventato questo: piccoli particolari studiati per farci credere che la serie sia una rappresentazione realistica del mondo della pirateria (più che altro maldestre citazioni di persone e luoghi realmente esistiti), mescolati ad espedienti così poco credibili che sfociano inesorabilmente nel ridicolo (su questo aspetto ci soffermeremo più tardi), ci portano in un primo momento a provare “tenerezza” per quel bimbo ubriaco che si trascina ciondolante puntata dopo puntata, ma finiscono col rendere fastidiosa la visione nel suo insieme quando quei momenti al limite del ridicolo diventano le uniche cose su cui valga la pena argomentare. Il nostro televisore a schermo piatto rimane intatto ma non si può certo dire lo stesso della nostra pazienza, in pezzi come la sanità mentale di Teach. Purtroppo, non potendo seguire l’esempio di James, sfondandoci di oppio e rum per dimenticare ciò che abbiamo appena visto, limitiamoci a commentare quanto successo in questo episodio.
Il tema centrale della puntata è sicuramente quello delle misteriosi visioni che accompagnano il Commodoro fin dall’episodio pilota, oramai sempre più reali e quasi certamente legate ad un trauma nel suo passato. La comparsa di un bambino accanto alla donna “fantasma”, insieme alle voci che chiamavano “padre” nello scorso episodio, fanno presupporre che il bambino possa essere il figlio di Barbanera. Ma la vera sorpresa è un’altra. Quella donna che tutti davano per scontato fosse uno spettro, in realtà è viva e vegeta ed è tenuta prigioniera da Jagger, non si capisce bene se in veste di “assicurazione” da usare contro il Commodoro o come “arma”, visto l’evidente risentimento che la dama bianca (Antoinette?) sembra covare per il suo amore perduto. Il resto dell’episodio serve invece a svelarci parte del piano di Barbanera, che a quanto pare vuole sferrare un attacco agli inglesi in Jamaica. Il modo in cui Lowe viene a sapere di tutto questo è uno dei momenti più ridicoli visti finora nel telefilm. Rispolverando uno dei trucchi del suo mentore Giucas Casella, il nostro dottore/spia ci delizia con un esperimento di ipnosi che non vedevamo dal ’95 a “Buona domenica”. E così senza alcuna spiegazione razionale, Teach si ritrova ad addormentarsi dopo una specie di attacco epilettico scatenato da Lowe con l’ausilio di un paio di candele. Espediente narrativo che consente al nostro immortale di frugare tra le carte di Barbanera, scoprendo immediatamente le sue intenzioni. Da qui in poi i momenti ridicoli si susseguono senza alcun pudore, iniziando dall’interrogatorio del povero William Finnegan, gabbato da Jagger con una storiella su presunte iniziali incise sul dispositivo che non si sarebbe bevuto nessuno a parte lui, proseguendo con la scena quasi omoerotica tra Lowe e Belfour in riva all’oceano per portare un po’ di sollievo al povero invalido, e concludendo in bellezza con la faccia ammiccante di Teach, per l’occasione travestito da Liberace.
Al suo quarto tentativo, Crossbones fallisce nuovamente nell’intento di sorprendere lo spettatore, offrendo quaranta minuti di intrattenimento mediocre, fatto per lo più di personaggi senza troppo carattere, scene totalmente inutili, una trama di base per nulla avvincente e, naturalmente, Fletch (un Chris Perfetti imbarazzante nella recitazione, quasi fastidioso). Le speranze di miglioramento che man mano sono andate svanendo hanno lasciato spazio alla rassegnazione più totale. In queste situazioni, però, c’è sempre il lato positivo: il fondo del barile ormai è raggiunto, d’ora in avanti possiamo solo salire.

PRO:

  • La parrucca di Barbanera
CONTRO:
  • Tutto il resto, ma soprattutto Fletch

Ennesimo calo di spettatori per lo show della NBC, che si conferma ufficialmente una chiara occasione mancata e un clamoroso passo falso per un attore del calibro di John Malkovich, rimasto vittima dell’ennesimo show costruito ad hoc attorno ad un grande attore preso in prestito dal grande schermo. Prima di lui già Michael J. Fox e Robin Williams non hanno trovato fortuna sul piccolo schermo, finendo per essere cancellati dopo la prima stagione, confermando che la forza di una serie televisiva non può essere esclusivamente legata alla fama dell’attore protagonista. Siamo ben lontani da prodotti come True Detective, show che ha saputo puntare, oltre che su due attori formidabili come Matthew McConaughey e Woody Harrelson, anche su un’idea originale. Ma consoliamoci, di questo passo la serie non tarderà a sparire dalla circolazione. Resistiamo e andiamo avanti.

 

The Man Who Killed Blackbeard 1×03 3.17 milioni – 0.7 rating
Antoinette 1×04 2.29 milioni – 0.4 rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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