Bisogna abituarsi al fatto che questa serie vive di paradossi e buchi di sceneggiatura, tuttavia è necessario riconoscere che li sa affrontare con un certo stile e con delle trovate geniali che riescono ad intrattenere lo spettatore in modo da rendere comunque godibile il tutto.
Si tratta di una serie che ricerca quell’intrattenimento vecchio stile, quasi da cartone animato, che, nella sua nostalgia, riesce a riportare il mondo delle serie televisive a un momento di puro intrattenimento.
Shogun rappresenta in un certo senso l’emblema di questo assioma.
Riprendendo la vicenda dello scorso episodio, le nostre Leggende si trovano ora con due nuovi membri in più nel loro team: Amaya Jiwe (Maisie Richardson-Sellers), membro della Justice Society of America e nonna di Vixen (Megalyn Echikunwoke, in questo Flarrowverse) e il Comandante Acciaio (Nick Zano).
La prima rappresenta la vera novità di questa stagione, e anche l’unico membro della squadra che riesce nel delicato compito di sostituire (come carisma e costruzione del personaggio) il compianto Rip Hunter nella guida (almeno come mentore) delle Leggende stesse. Il secondo è ancora piuttosto abbozzato e abbastanza piatto come personaggio. Nella prima puntata funzionava come emblema del fan-boy/nerd che diventa supereroe in cui lo spettatore poteva eventualmente riconoscersi ed empatizzare. In questa puntata è perlopiù una mera spalla comica per possibili gag con gli altri eroi (con il rischio che diventi un nuovo Ray Palmer, inutile e ripetitivo dal momento che ce n’è già uno) e, in questo caso, come pretesto per portare avanti la narrazione (in maniera discutibile ma comunque efficace) con l’ennesimo viaggio temporale.
Ad ogni modo, nonostante i buchi di trama e un certo nonnismo da parte dei membri “storici” delle Leggende nei confronti dei nuovi (molto ironico dal momento che, almeno per quanto riguarda Amaya, i membri nuovi sono i “nonni” degli attuali supereroi), la puntata procede bene soprattutto grazie all’ambientazione scelta per questo particolare episodio.
Come era già accaduto nella scorsa stagione con episodi come The Magnificient Eight e Night Of The Hawk, a volte i viaggi temporali sono un mero pretesto per riprendere anche quei cliché cinematografici, che tanto piacciono al pubblico nerd-cinefilo, parodiandoli e conferendo agli episodi stessi un’ambientazione esotica e piena di suggestioni.
Questa volta tocca al Giappone medievale della dinastia Edo, quindi alla tradizione del cinema wuxia ma anche di tutti i film di arti marziali. In particolare questo episodio riprende molto l’estetica di L’ultimo Samurai e della trilogia di Kill Bill (e Black Canary e Amaya non sono certamente seconde a Uma Thurman come spose tarantiniane).
Scelta non affatto casuale in quanto chi segue l’universo DC sa quanto questi stilemi orientali hanno fatto (e fanno tuttora, basti pensare ai continui riferimenti alla Lega degli Assassini) parte dell’estetica e della filosofia di questo universo. Si tratta, dunque, di un particolare omaggio per i fan che arricchisce la puntata di significati ulteriori e non un mero sfondo per combattimenti. I quali, però, non mancano di certo, anzi.
Cavalcando i cliché del genere, sempre in maniera divertente e ironica, la puntata scorre regalandoci alcuni scontri memorabili che sicuramente faranno la gioia dei fan e degli spettatori, non per forza DC-addicted, sempre in cerca di questo tipo di spettacolarità (forse anche limitata per un episodio del genere). Dispiace solo aver dovuto relegare Stein e Jax in secondo piano rispetto alle vicende narrate, anche se forse non sarebbero stati in linea con l’episodio in questione. Certo è emblematico in quanto sintomo dell’evidente difficoltà (già menzionata più volte nelle scorse recensioni) da parte degli sceneggiatori nel gestire tutte le storylines presenti (aggiungendo anche quelle dell’intero Flarrowverse a questo punto). Bisogna però aggiungere che la storylines dei due personaggi in questione potrebbe rivelarsi fondamentale per i prossimi episodi, come rivela il riuscito cliffhanger finale.
Sicuramente l’episodio in generale funziona e offre allo spettatore una buona ragione per continuare la visione anche per i prossimi episodi, dopo un primo rodaggio iniziale di questa seconda stagione che non era partita benissimo e che ora si rimette, almeno in parte, sulla carreggiata. Non resta che aspettare e vedere cosa combineranno le nostre Leggende nelle prossime puntate.
Poteva Recenserie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action della città più malfamata dei fumetti? Ma certo che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELD, Marvel’s Agent Carter, Gotham e Costantine, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.
- Nathan ottiene i suoi poteri. Ricordiamo come li ottiene nel fumetto. Mentre si trovava alla riunione della sua famiglia, fu attaccato dal Quarto Reich comandata da Vandal Savage. Nonostante gli sforzi del Quarto Reich, fallirono nello spezzare la linea di sangue degli Heywood, in quanto Nathan e una manciata di bambini riuscirono a sopravvivere. La madre e il fratello di Nathan furono trasformati in statue di metallo dal criminale Reichsmark. Nathan inserì il bastone da appoggio nel palato di Reichsmark, causando una forte emorragia di sangue metallico che gli cadde addosso. Hawkman lo portò subito dal Dottor Mid-Nite, che notò che il metallo veniva assorbito dalla pelle di Nathan.
- Successivamente, si scoprì che il metallo assorbito stava uscendo dal moncherino della gamba di Nathan, e aveva formato una protesi di metallo organico. Risvegliatosi in una camera d’ospedale, Nathan scoprì di avere una superforza straordinaria. Dottor Mid-Nite informò Nathan che adesso era un essere di metallo vivente, a causa di una reazione sconosciuta con il sangue di Reichsmark. Tuttavia, i tessuti metallici di Nathan non gli fornivano il senso del tatto, segno che non sentiva la consistenza, le temperature e la pressione, e il suo peso era stato grandemente incrementato, come notato dalle impronte che lasciava sul terreno al suo passaggio. Gli fu dato un costume, una “seconda pelle” di una lega di acciaio inossidabile sviluppata dal Dottor Mid-Nite e da Mr. Terrific, creata specificatamente per restringere i suoi movimenti e ridurre la sua forza ad un livello più agibile, e ne scelsero i colori seguendo la sua eredità.
- L’anno 2056 non è scelto a caso. E’ infatti l’anno in cui opera Bart Allen, aka Impulse, il nipote di Barry Allen.
- A fine episodio, quando si copre che il clan che le Leggende hanno aiutato risponde al nome di Yamashiro, si realizza che quelli che abbiamo visto sono gli antenati di Tatsu “Katana” Yamashiro, personaggio comparso nella terza stagione di Arrow. Quindi, la spada che hanno usato è la Soultaker, arma in grado di intrappolare al suo interno le anime di chi abbatte. Chi la possiede può inoltre comunicare, entro certi limiti, con le anime intrappolate.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Justice Society Of America 2×02 | 1.80 milioni – 0.6 rating |
Shogun 2×03 | 1.75 milioni – 0.6 rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!