“Greetings, earthlings.
Just kidding. I don’t really talk like that. I’ve just always wanted to say that. Earthlings. […] You can call me HR.”
Tutto bene ma niente di speciale. E la recensione potrebbe tranquillamente chiudersi qui se non fossimo tacciati di essere prolissi, fatto che ovviamente ci obbliga a proseguire questo trattato filosofico su “The New Rogues” spiegando il perchè di questa affermazione.
Per essere solo al quarto episodio della stagione sono già state gettate in pasto al pubblico fin troppi elementi (Jesse Quick; Flashpoint tramutatosi in Mezzo Flashpoint; Alchemy; ritorno e nuova dipartita di Harrison Wells di Earth-2; Caitlin con i poteri di Killer Frost), tutti affrontati con uno spazio ed un minutaggio tutto sommato discreto ma tutti che potevano essere tecnicamente approcciati in maniera meno frenetica e superficiale. Se si va a contare gli episodi in cui ciascuna storyline è stata sviluppata si potrà vedere che nessuno supera le due puntate, e questo è il primo motivo per il quale si potrebbe formare una smorfia di disgusto sul volto. Della velocità con cui è stato “sviscerato” l’originale mondo di Flashpoint abbiamo già parlato, quello che però non si era ancora capito era che questa frettolosità avrebbe intaccato tutte le trame principali e secondarie. Ecco quindi apparire e scomparire Wells-2 e la nuova speedster di Earth-2, così come c’è da immaginare che nel giro di un paio di episodi anche Caitlin Snow come nuova Killer Frost non sarà più un argomento di dissertazione, lo stesso dicasi di questo Wells-3 che a sensazione non durerà poi molto.
La sensazione di assistere ad un qualcosa di vagamente superficiale si ha spesso, vuoi per la facilità con cui ora si riesce a comunicare con l’infinità dei mondi del Multiverso per cercare un nuovo Wells, vuoi per la semplificazione con cui Jesse Quick è già diventata un’abilissima speedster dopo solo una puntata, vuoi anche per la sbadataggine (chiamiamola così) con cui Caitlin gela il vetro di nascosto e permette a Barry di uscire. È tutto molto carino, godibile ma è anche estremamente semplice e avulso di quella complicatezza che renderebbe la serie ben più adulta di quanto non lo sia attualmente, una maturità che meriterebbe di avere.
“Hey, um, hey, actually… I’m sorry, I just… I need to talk to you about something really quick. Okay, so I… I know it’s probably awkward seeing me and Iris kiss. So I… I was just thinking, maybe… did it have to be awkward?”
Dopo due intere stagioni passate (giustamente) a girare intorno alla questione, “The New Rogues” finalmente porta la relazione tra Iris e Barry allo step successivo instaurando finalmente un genere di rapporto che permetta agli sceneggiatori di lavorare in un determinato modo. Ovviamente le difficoltà che si evincono fin da subito (metaumani che compiono crimini, impegni ed imprevisti) sono all’ordine del giorno per ogni tipo di supereroe e se avete mai letto un fumetto di Spider-Man sapete a cosa facciamo riferimento. Il fatto è che in The Flash questa tematica è piuttosto nuova perché nella precedente relazione Barry non aveva una partner che era a conoscenza della sua altra identità e per questo mancava anche la capacità di accettare i continui problemi. Iris sà tutto, approva e partecipa attivamente nel lavoro da supereroe di Barry ma, nonostante tutto, non può che rimanere inevitabilmente seccata per le continue interruzioni. Alla luce di ciò non si può che riconoscere come questa sia probabilmente la parte meglio riuscita dell’episodio e anche la più apprezzabile, nonché quella che rimane in mente una volta terminata la visione. Almeno qui c’è un po’ di profondità.
- Nei fumetti esiste un gruppo di criminali chiamato i New Rogues, fondato dal Pinguino il quale prese dei nuovi criminali vestendoli come loro. Non passò molto tempo e veri Rogues tornarono per reclamare brutalmente i diritti d’autore.
- Il luogo dove Top e Mirror Master ottengono i poteri sono le Broome Industries, omaggio al fumettista John Broome.
- Fa il suo debutto Sam Scudder, il primo Mirror Master comparso per la prima volta su The Flash #105 del 1959. Scudder era un semplice carcerato che aveva come scopo quello di riuscire ad entrare nel riflesso di uno specchio. Inciampando in una sala di specchi, sperimentò e scoprì una via per entrare nel suo stesso riflesso utilizzando questo potere per diventare il criminale Mirror Master. Morì più o meno nello stesso periodo di Barry Allen, al fianco di Icicle durante la Crisi sulle Terre Infinite.
- Viene però citato anche Evan McCulloch. il successore di Scudder, il quale usava una pistola per riprodurre i poteri del suo predecessore. Prima comparsa: Animal Man #8 del 1989.
- Top nei fumetti non è una donna ma un uomo di nome Roscoe Dillon. Comparso per la prima volta su The Flash #122 del 1961, Dillon era un teppistello che trasformò la sua ossessione infantile per le trottole in una personalità criminale. Roscoe imparò da solo come girare così in fretta da evitare le pallottole e produrre altri effetti semi-utili. Presto scoprì che il girare in qualche modo incrementò anche la sua intelligenza, permettendogli di creare una varietà di trottole truccate. I suoi trucchi unici e il suo moderato successo nel crimine presto fecero di lui un membro rispettato dei Rogues di Flash.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Magenta 3×03 | 2.67 milioni – 1.0 rating |
The New Rogues 3×04 | 2.80 milioni – 1.0 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.