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C’era grande aspettativa da parte degli spettatori di DC’s Legends Of Tomorrow, visti gli accadimenti di “Crisis On Earth-X” e “Beebo The God Of War“, puntate in cui si assisteva alla dipartita del “duo Firestorm”. Con questa mid-season premiere si rinvia temporaneamente l’operazione di reclutamento di nuovi membri preferendo trovare il giusto equilibrio nella contaminazione tra due generi: il soprannaturale ed il fantascientifico. Il tutto in grande stile.
John Constantine – orfano dell’omonima serie cancellata nel 2015 – viene riesumato come guest-star e diventa subito il vero protagonista di questa 3×10. Benché non si senta troppo la mancanza del suo serial per i motivi spiegati nelle recensioni di Constantine, il discorso non vale per Matt Ryan, attore che ha saputo distinguersi per la semplicità e la disinvoltura con cui è riuscito a calarsi nei panni protagonista della ex-serie NBC.
L’intensità del plauso aumenta se si pensa che l’ultimo episodio in cui Ryan apparì come Constantine è stato “Haunted” di Arrow, andato in onda ben 2 anni fa. Non sembra ma, in un ambiente così competitivo e pieno di novità che cercano di rubarsi la scena a vicenda, sarebbe stato comprensibile trovare l’attore impacciato nella recitazione. E invece Matt Ryan si dimostra ancora incredibilmente bravo nel recitare come Constantine.
La sua presenza è un bene per la puntata non solo perché dà modo agli spettatori di ricordare che questo character si aggira ancora per i meandri del Flarrow-Verse, ma anche perché si presenta come un valore aggiunto in una squadra già disomogenea (in senso buono) di suo. Se la prima stagione aveva stabilito come punto di forza della serie quella di avere, come protagonisti, personaggi di Serie B, le due stagioni successive hanno sancito l’estrema diversità dei suoi componenti. Infatti, dopo Citizen Cold e Vixen – personaggi preveniente da un’altra Terra ed epoca – a rendere ancora più variegate le Leggende ci mancava proprio uno stregone infame dall’accento spiccatamente britannico. Nonostante Constantine funzioni meglio in solitaria, la sua presenza come membro di un gruppo è estremamente funzionale nel portare scompiglio caratteriale.
John Constantine – orfano dell’omonima serie cancellata nel 2015 – viene riesumato come guest-star e diventa subito il vero protagonista di questa 3×10. Benché non si senta troppo la mancanza del suo serial per i motivi spiegati nelle recensioni di Constantine, il discorso non vale per Matt Ryan, attore che ha saputo distinguersi per la semplicità e la disinvoltura con cui è riuscito a calarsi nei panni protagonista della ex-serie NBC.
L’intensità del plauso aumenta se si pensa che l’ultimo episodio in cui Ryan apparì come Constantine è stato “Haunted” di Arrow, andato in onda ben 2 anni fa. Non sembra ma, in un ambiente così competitivo e pieno di novità che cercano di rubarsi la scena a vicenda, sarebbe stato comprensibile trovare l’attore impacciato nella recitazione. E invece Matt Ryan si dimostra ancora incredibilmente bravo nel recitare come Constantine.
La sua presenza è un bene per la puntata non solo perché dà modo agli spettatori di ricordare che questo character si aggira ancora per i meandri del Flarrow-Verse, ma anche perché si presenta come un valore aggiunto in una squadra già disomogenea (in senso buono) di suo. Se la prima stagione aveva stabilito come punto di forza della serie quella di avere, come protagonisti, personaggi di Serie B, le due stagioni successive hanno sancito l’estrema diversità dei suoi componenti. Infatti, dopo Citizen Cold e Vixen – personaggi preveniente da un’altra Terra ed epoca – a rendere ancora più variegate le Leggende ci mancava proprio uno stregone infame dall’accento spiccatamente britannico. Nonostante Constantine funzioni meglio in solitaria, la sua presenza come membro di un gruppo è estremamente funzionale nel portare scompiglio caratteriale.
Ma se “le disgrazie non vengono mai da sole”, la presenza del bastardone inglese aiuta a conciliare il tema dei viaggi nel tempo (proprio della serie) con le inflessioni del soprannaturale dell’ormai onnipresente Damien Darhk, villain che sembra aver messo le radici all’interno di DC’s Legends Of Tomorrow. A onor del vero, la trama dell’episodio funziona a spizzichi e bocconi, nel senso che – come in “Beebo The God Of War” – presenta diverse forzature, buchi di trama e scene a dir poco trash e assolutamente fuori luogo.
Per fare qualche esempio, l’addio di Citizen Cold alla squadra è stato tanto anonimo e insensato quanto la sua entrata. Se avere tra le fila una versione simile, ma differente, di uno dei membri più influenti delle Leggende poteva essere utile per giocare con il contrasto con l’originale Captain Cold, analizzando la cosa a posteriori, la sua entrata (così come la sua uscita) nella squadra appare come un tentativo di giustificare lo stipendio di Wentworth Miller. Altro esempio è la sequenza dove Zari e Ray accompagnano la giovane Nora Darhk in un bar e (casualmente) questi riproduce le immagini della morte del padre per mano di Freccia Verde. Molto comodo ma, soprattutto, casuale.
Tuttavia la presenza di John Constantine aiuta a non far troppo caso alle solite mimmate ormai tipiche di DC’s Legends Of Tomorrow e permette di trovare una giusta direzione nell’unione tra sci-fi e magia, riuscendo a dare una dimensione al comparto soprannaturale del Flarrow-Verse abbastanza compromesso dalla quarta stagione di Arrow. Anche perché uno dei difetti principali di questa stagione è il fatto che i membri delle Leggende non hanno un vero motivo per stare assieme se non quello di “non sapere che cosa fare”. “Daddy Darhkest” ha sicuramente aiutato a dare al gruppo (e alla serie) un nuovo tipo di direzione.
Per fare qualche esempio, l’addio di Citizen Cold alla squadra è stato tanto anonimo e insensato quanto la sua entrata. Se avere tra le fila una versione simile, ma differente, di uno dei membri più influenti delle Leggende poteva essere utile per giocare con il contrasto con l’originale Captain Cold, analizzando la cosa a posteriori, la sua entrata (così come la sua uscita) nella squadra appare come un tentativo di giustificare lo stipendio di Wentworth Miller. Altro esempio è la sequenza dove Zari e Ray accompagnano la giovane Nora Darhk in un bar e (casualmente) questi riproduce le immagini della morte del padre per mano di Freccia Verde. Molto comodo ma, soprattutto, casuale.
Tuttavia la presenza di John Constantine aiuta a non far troppo caso alle solite mimmate ormai tipiche di DC’s Legends Of Tomorrow e permette di trovare una giusta direzione nell’unione tra sci-fi e magia, riuscendo a dare una dimensione al comparto soprannaturale del Flarrow-Verse abbastanza compromesso dalla quarta stagione di Arrow. Anche perché uno dei difetti principali di questa stagione è il fatto che i membri delle Leggende non hanno un vero motivo per stare assieme se non quello di “non sapere che cosa fare”. “Daddy Darhkest” ha sicuramente aiutato a dare al gruppo (e alla serie) un nuovo tipo di direzione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Io sono quello che esce dall’ombra, strafigo e arrogante con soprabito e sigaretta, pronto ad affrontare la follia. Ah, penso io a tutto. Posso salvarvi. Dovesse anche costarvi fino all’ultima goccia del vostro sangue, scaccerò i vostri demoni. Li prenderò a calci nei coglioni. Sputerò loro addosso mentre sono a terra e poi sparirò di nuovo nell’ombra, lasciandomi dietro solo un cenno, una strizzata d’occhio e una battuta sagace. Cammino da solo… Chi mai vorrebbe camminare con me?”.
Diceva John Constantine su Hellblazer #41 del 1994. Beh, se DC’s Legends Of Tomorrow sarà tutto così d’ora in poi, Constantine e soci avranno molta compagnia.
Diceva John Constantine su Hellblazer #41 del 1994. Beh, se DC’s Legends Of Tomorrow sarà tutto così d’ora in poi, Constantine e soci avranno molta compagnia.
Beebo The God Of War 3×09 | 1.61 milioni – 0.6 rating |
Daddy Darhkest 3×10 | 1.51 milioni – 0.6 rating |
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