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Ad un passo dal season finale, Falling Skies riesce in un’impresa che ha dell’incredibile: offrire al suo pubblico un episodio decente. Le parole vanno pesate molto bene quando si parla di Mason e colleghi, quindi innanzitutto occorre piazzare una bella premessa per far sì che Rodat e Spielberg, nostri affezionati lettori, non si montino troppo la testa leggendo questa recensione. Un professore una volta, in merito al mio rendimento scolastico, di poco sopra la media rispetto al resto dei miei compagni di classe, mi disse una frase che ancora oggi mi è d’ispirazione ogniqualvolta mi prefigga un obiettivo nella vita: “In terra di ciechi, beato chi ha un occhio solo”. Grazie prof., troppo gentile. Tralasciando le spiccate doti motivazionali del mio caro insegnante, guardando questo decimo episodio, l’impressione è proprio questa. Dopo una marea di puntate disastrose e parentesi trash assolutamente da dimenticare, ecco che arriva “Drawing Straws”, il cosiddetto male minore, la ragazza carina solo perché le sue amiche hanno barba, baffi e tre capezzoli, insomma il sopracitato “monoculo in terra caecorum“.
L’elemento che ci spinge ad elevare questo episodio al di sopra dei precedenti è senza ombra di dubbio la demistificazione del divino Tom Mason, spogliato finalmente del suo potere dispotico, fino ad ora brillantemente celato da quell’atteggiamento da pater familias che tanto odiamo, in favore di una democrazia che lo allontana violentemente dalle luci della ribalta. Inutile dire che al professore di storia la cosa non va a genio. Tant’è che “l’eroe” della II Mass arriva addirittura a truccare il sorteggio, fregandosene bellamente dei suoi compagni e perseguendo unicamente i suoi scopi personali. Brutte notizie per i sostenitori del dr. Carter: è un tiranno dispotico, fatevene una ragione.
Un gesto, quello del divino Tom, ancor più sbagliato se analizzato dal punto di vista di Pope, personaggio decisamente maltrattato, oltre che dai Mason, anche dagli autori della serie. In seguito alla partenza di Sarah, l’ex galeotto viene assalito da un senso di smarrimento che lo porta inevitabilmente alla rassegnazione. Stufo di essere considerato (ingiustamente) da tutti il bad guy solo perché nemesi vivente del divino, Pope cerca di truccare il sorteggio prima di Mason, ma non per ragioni del tutto egoistiche come nel caso del professore. Sebbene in parte cerchi un riscatto morale tramite il martirio, Pope vuole essere scelto perché capisce l’importanza di Mason e Weaver come leader. Il fatto di aver perso l’unica persona con cui aveva instaurato un rapporto vero porta John ad arrendersi, stufo di sopravvivere giorno dopo giorno, per lui questa missione suicida rappresenta una comoda via d’uscita, un modo per essere ricordato e allo stesso tempo per farla finita. Il tutto viene impreziosito da un’ottima interpretazione di Colin Cunningham, che si conferma un bravissimo attore oltre che l’unico personaggio veramente interessante della serie. Peccato che Will Patton rovini tutto con un’interpretazione eccessivamente “nel personaggio”, con un accento da bifolco un po’ troppo marcato e la sua fastidiosissima “s” sibilata. Naturalmente non mancano le mazzate per l’ex galeotto, che in questa stagione si conferma un pessimo pugile ma un ottimo incassatore.
Sul fronte Lexi la situazione prende una piega abbastanza prevedibile. La biondina Espheno-americana intercetta una telefonata interurbana tra i due fratelli alieni proprio all’inizio del suo addestramento Jedi. La ragazza non la prende bene, facendolo implodere brutalmente dopo aver snocciolato un paio di frasi ad effetto sul suo status di divinità portatrice di morte. La mela non cade mai lontana dall’albero.
Per quanto riguarda i fratelli Mason, continua il triangolo amoroso tra Ben, Maggie e Hal. Quest’ultimo riesce a ritrovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato per la seconda volta, sgamando clamorosamente il fratello e la fidanzata fedifraga nuovamente avvinghiati a limonare duro. Sfortunato Ben a farsi beccare due volte su due e in posti apparentemente appartati. Arriva comunque il lieto fine con abbraccio fraterno in pieno stile Falling Skies. L’impatto a livello emotivo sarebbe stato maggiore se la partenza fosse arrivata senza questa scontatissima riappacificazione, ma andatelo voi a spiegare a quel gruppo di bacchettoni moralisti repubblicani.
Ah già, c’è anche Matt.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Classica puntata di transizione in preparazione del gran finale. Con Lexi tornata all’ovile e un viaggio di sola andata per la Luna già prenotato, i nostri sopravvissuti si preparano all’attacco decisivo. La conferma di una quinta stagione ci porta a pensare che, come al solito, non ci saranno grossi colpi di scena e che Tom Mason tornerà sulla Terra illeso compiendo la sua missione senza il benché minimo intoppo. Sperando di sbagliarci rimaniamo in attesa di questo season finale, per la prima volta suddiviso in due puntate, “Space Oddity” e “Shoot The Moon”. E visto che l’Illuminatore ospiterà solo Tom, Ben e forse Lexi, prepariamoci ad una puntata assolutamente Masoncentrica. Perché anche sulla Luna, “in Tom we trust”.
Till Death Do Us Part 4×09 | 2.46 milioni – 0.7 rating |
Drawing Straws 4×10 | 2.55 milioni – 0.7 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.