Comunicazione di servizio
Fear The Walking Dead è una serie nelle cui recensioni scatta da sempre l’inevitabile paragone con la sua serie madre. Questo particolare (e la serie di commenti probabilmente ripetitivi che caratterizzano il resto delle recensioni) ha spinto la redazione di RecenSerie ad un nuovo sistema di stesura. Lo sparuto team di superstiti che ancora persevera nel recensire suddetta serie svolgerà un lavoro cooperativo. I lettori avranno modo di seguire un’interazione spesso negata dalla scrittura distaccata delle restanti recensioni. I tre recensori (Fd, Fb, e Vl) interagiranno tra loro, instaurando una dialettica che, con la forma del dialogo (anzi, del trialogo), punterà a commentare questa terza stagione di Fear The Walking Dead. Ogni settimana uno dei tre recensori assumerà il ruolo di “intervistatore” stuzzicando gli altri due con tematiche e punti di interesse individuati durante la visione. Sarà un’estate molto lunga.
Fosse venuta prima quest’idea chissà se non ci fossero state più recensioni di Gotham in circolo.
Vl: L’incipit dell’episodio, che toglie ogni dubbio sulla sopravvivenza di Daniel, conferma la legge di cui si è già parlato, secondo cui se non si vede il cadavere non si può essere al 100% sicuri della morte di un personaggio. Quanto può essere vista come negativa questa “resurrezione?”
Fb: Credo che questa resurrezione sia stata una delle scelte più sagge che potessero prendere dopo l’inizio fiacco di questa terza stagione. Finalmente capiamo il motivo per il quale gli autori di Fear hanno deciso di allontanare Victor dal nucleo principale dei personaggi e per di più assistiamo a quella che senza dubbio è la migliore sequenza vista finora nel corso della serie. Inoltre mi rincuora perché io non avevo nemmeno vagliato l’ipotesi visione mistica, forse perché da Fear mi aspetto anche la resurrezione più impossibile (se però tornasse Travis in quel caso gli autori dovranno motivare in maniera molto convincente il suo ritorno), e quindi ora posso tornare a non sentirmi scemo.
Fd: Francamente sono contento di questa resurrezione visto e considerato che Salazar era uno dei pochi character degni di nota. “100” lo riporta in vita, lo ripulisce dell’aurea da parrucchiere ispanico che vive solo per la famiglia e lo veste da guerrigliero/assassino con le contropalle. Il tatuaggio dietro il labbro inferiore basta da solo per “perdonare” la sua resurrezione non richiesta.
Vl: In ogni caso, può essere apprezzato questo episodio per la sua realizzazione “autoconclusiva”, anche prescindendo dalla suddetta resurrezione?
Fb: Questa sorta di cerchio che si chiude al termine della sequenza finale è proprio uno degli elementi che mi fa apprezzare questa puntata. Fino a quel momento, confesso, l’episodio non mi stava piacendo molto, anzi… Con quegli ultimi dieci minuti, invece, la puntata ha fatto un salto di qualità inaspettato. Inaspettato esattamente come il cambio di fronte di Daniel, che dà ufficialmente il via alla nascita di un nuovo character, il quale, un po’ per merito suo, un po’ per carenza di alternative decenti, diventa di fatto quello su cui puntare per uscire da sto pantano narrativo da cui non si riesce a riemergere.
Fd: Fear The Walking Dead non ha una trama e, purtroppo e per diretta conseguenza, c’è spazio per riempire la stagione alla bene e meglio (leggasi alla cazzo di cane). Era quasi d’obbligo un episodio riepilogativo del periodo in cui è stato off-screen, il quesito principale era, è e rimane la qualità e l’utilità di queste puntate. Nel caso di Salazar tutto è stato trattato piuttosto bene permettendo di capire l’evoluzione del personaggio ed il suo arrivo alla diga. Se nella scorsa recensione si faceva notare un certo distaccamento della storyline di Strand dal resto, ora si ha la chiave per riportare tutti insieme. Fosse tornato Travis il Burn Them All era certo.
Vl: Si è andati vicini alla mutilazione di un personaggio. A questo punto, ricordando Hershel, i parallelismi con la serie madre potrebbero essere considerati come voluti e come scelta deliberata? Le coincidenze iniziano ad essere tante.
Fb: Diciamo che, secondo me, gli autori vogliono semplicemente andare sul sicuro. In altre parole: squadra vincente non si cambia. Poi dobbiamo considerare che, appartenendo Fear ad un filone ben preciso, quello del survival horror, non può prescindere dai cliché di genere e una mutilazione è effettivamente una gran bella consuetudine in opere di questo tipo.
Fd: Parto citando la serie madre e, nello specifico, la versione fumettistica della stessa dove Rick Grimes perde una mano. Per scelta degli autori, ed evidente difficoltà realizzativa, ciò non è stato fatto ma nel caso di Salazar un bel paio di pantaloni lunghi avrebbe risolto ogni problema. Detto ciò è evidente che gli autori peschino a mani basse dalla serie madre e tentino di riproporre il tutto alla bene e meglio anche se, a loro discolpa, non è che si possa creare situazioni molto differenti rispetto a quelle viste in 7 stagioni.
Vl: Sempre non considerando l’opinione che si ha del ritorno di Daniel, a questo punto può essere giustificato l’isolamento di Strand, lamentato nelle scorse recensioni?
Fb: Di certo ci è stato spiegato il perché alla base della decisione di isolarlo dal resto del gruppo, quindi in questo senso la cosa è ampiamente giustificata. Se però con giustificare intendiamo “scusare” la mossa degli autori allora no, anche perché questa storyline poteva tranquillamente esistere anche senza Strand (la vera forza di questo segmento narrativo è diventato Daniel naturalmente) e quindi la sensazione da “occasione mancata” persiste.
Fd: No, non è giustificato soprattutto perchè si era appena creato, con somma fatica, un potenziale villain che poteva quindi dare un senso a questa scissione di Strand dal gruppo. Alla luce della sua rapida uccisione in “100”, tutto appare come un’inutile perdita di tempo e come l’ennesima buona occasione sprecata.
Vl: Secondo voi sono veritiere le tempistiche tra il flashback di Daniel ed il suo incontro con Strand? Bisognerebbe ricordarsi capire quanto tempo era passato nella seconda metà della scorsa stagione. Forse non molto…
Fb: “I have no memory of this place” (cit.)
Fd: Questa è una domanda molto impegnativa considerando che non c’era alcuna memoria nemmeno del finale della scorsa stagione… Massima (s)fiducia allo showrunner che ha la fortuna di gestire uno show in cui possono passare anni o minuti e tutto può essere giustificato dalla memoria a breve termine dello spettatore.
Vl: Positiva o negativa l’immediata eliminazione di un possibile villain, stereotipato come pochi, del calibro di Dante?
Fb: Assolutamente negativa se vista in relazione alle potenzialità del character. Oltremodo positiva se vista in relazione a ciò che ha innescato la sua morte.
Fd: Come anticipato sopra, la creazione di un villain è quanto di più utile potrebbe capitare a Fear The Walking Dead. La sua eliminazione è l’evidente e chiara dimostrazione della filosofia della serie, nello specifico del suo showrunner Dave Erickson, filosofia che ripudia totalmente l’utilizzo di una trama orizzontale, di uno scopo per i personaggi che vada oltre la mera sopravvivenza, di un qualcosa di più profondo. Dave Erickson vuole probabilmente sentirsi libero di uccidere il maggior numero di persone senza provare rimorso o risentimento nei confronti di attori assunti, usati e poi gettati nel dimenticatoio come i loro personaggi bidimensionali. Did you say “carne da macello”?
Vl: Ha fatto effetto/voleva far effetto secondo voi la quasi totalità dell’episodio girata in spagnolo?
Fb: Ho letto delle critiche mosse alla serie per questa decisione e ancora adesso non capisco davvero perché si sia tenuto conto del parere di tutti questi mentecatti che, a detta loro, non guarderanno più la serie perché non capiscono lo spagnolo. Primo, “e sti cazzi!“, secondo, è così faticoso leggere? Terzo, in quale lingua dovrebbero parlare due messicani tra di loro? In dialetto molisano?
Fd: Ci sono state molte critiche in USA per questo episodio ma francamente la coerenza dimostrata mette a tacere anche il più articolato dei commenti negativi: attualmente la serie ha come location il Messico, metà dei protagonisti sono ispanici (o lo erano) e i character che si possono trovare a Tijuana non sono di certo dei biondi teutonici. Non avrebbe avuto alcun senso far parlare Salazar in inglese con un messicano, ergo è da apprezzare la scelta di mantenere una certa autenticità a discapito di una traduzione forzata.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Intanto però gli ascolti scendono di un altro gradino…
TEOTWAWKI 3×03 | 2.50 milioni – 1.0 rating |
100 3×04 | 2.40 milioni – 0.9 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.