Fosse Verdon 1×04 – GloryTEMPO DI LETTURA 4 min

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You could win 100 of these, Bob. It’s bullshit all the way down.

Il quarto episodio di Fosse Verdon inizia con toni insolitamente leggeri e brillanti per lo standard di questa miniserie. Bob Fosse vince l’Oscar per Cabaret e, insieme al premio, arriva per lui l’assoluta libertà artistica e creativa per realizzare, in futuro, i progetti che vorrà. Anche il conto del tempo non viene tenuto con i giorni mancanti ad una morte, ma con l’accumularsi di riconoscimenti come Emmy e Tony Awards.
Quasi subito, però, si capisce come l’applauso del mondo non serva minimamente a risolvere i problemi psicologici ed esistenziali del grande regista e coreografo. Il tema viene svolto in modo da non suscitare la compassione del pubblico nei confronti del protagonista, perché si sottolinea, ad esempio, come gli sembri “banale” rinunciare a suicidarsi per amore della figlia, almeno tanto quanto gli sembra “poco realistica” una storia d’amore a lieto fine.
I tormenti interiori di Fosse, inoltre, sono espressi in forma di numero da musical, sulle note della canzone Glory, tratta da Pippin, altro musical fonte di premi e soddisfazioni professionali per il suo autore. Come sempre, la realizzazione è di alta qualità e tutti i disagi mentali vengono ricondotti ad un principio molto semplice: se una persona non ha autostima (come spiega l’amico Paddy nel suo colorito linguaggio), se non vuole ciò che ha, ma trova sempre la magagna in tutto, cercando un’assoluta perfezione che non arriva mai, sarà sempre a disagio nella vita.

Lousy dancer or bad lay? Oh no, both.(Gwen)

Un aspetto particolare delle difficoltà di Bob Fosse nei rapporti con se stesso e con gli altri emerge dalle sue relazioni con le donne. La vicenda è ambientata nel 1973, epoca in cui, ad una serata fra gente importante, dopo cena gli uomini si radunavano da una parte, a congratularsi dei loro successi professionali fra sigari e liquori, mentre le donne andavano in un’altra stanza a parlare di figli, casa, giardinaggio e moda. Oggi siamo in tempi di movimento #MeToo, per cui lo show sottolinea come Fosse approfittasse del suo potere per andare a letto con attrici e ballerine aspiranti ad una parte e lo fa, giustamente, proponendolo come tratto patologico di personalità.
All’orizzonte, inoltre, si profila Ann Reinking, futura compagna di Bob Fosse, la ballerina che “sa di non aver bisogno di passare dal letto del coreografo per venire scritturata”.
Anche su questo fronte, comunque, emerge una strana complicità fra Gwen Verdon ed il marito, anche dopo la separazione (fa fede la battuta riportata sopra). Il tutto viene inserito in una più generale asimmetria di ruoli fra l’uomo e la donna: è sempre Gwen a trovare il tempo per andare a far visita alla moglie di Neil Simon, morente di tumore, oppure per aiutare Bob con la messa a punto dei suoi lavori, lui non può, ha sempre altro da fare.
Su questo sfondo, fa quasi piacere vedere come Gwen non se la prenda e vada a letto con un altro. Qui l’arrivo a sorpresa di Bob provoca una specie di risata liberatoria. Molto più amaro, per quanto non del tutto inaspettato, è il tentativo di suicidio, sul finale, del regista coreografo, durante un delirio alla ricerca della perfetta ed eterna gloria. Si vedrà nei prossimi episodi se e quanto gioverà al suo personaggio il soggiorno in clinica psichiatrica. Dato il passo tenuto dalla serie fin qui, il pubblico può stare ragionevolmente sicuro: se anche emergesse un trauma dal passato, come sembra suggerire la comparsa del giovane ballerino di tip tap ogni qualvolta c’è tormento, la cosa non verrà proposta in modo strappalacrime.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il numero di danza Glory
  • Sam Rockwell
  • La scena in cui Bob trova Gwen a letto con un altro
  • Il modo in cui Fosse approfitta del suo potere
  • L’incapacità di Fosse di essere felice

 

Sam Rockwell è al centro della scena per tutto il tempo e accompagna il pubblico, con mano sicura, in un viaggio pericoloso, ma a ciglio asciutto, fra scintillante mondanità e disagio interiore. Nell’episodio, poi, si è accennato al fatto che Gwen Verdon ha acquistato i diritti per il musical Chicago. Alla sua realizzazione dovrebbero essere dedicate le prossime due puntate, intitolate “All I Care About Is Love” e “Nowadays”, come due canzoni tratte dal musical in questione.

 

Me And My Baby 1×03 0.4 milioni – 0.1 rating
Glory 1×04 0.4 milioni – 0.1 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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